G7, Caritas Internationalis: cancellare il debito dei Paesi poveri
Giancarlo La Vella – Città del Vaticano
In un clima da dopo pandemia i leader dei Paesi industrializzati si parlano di persona, guardandosi negli occhi su questioni che stanno a cuore a tutti dopo lunghi mesi di blocco dell’economia. Il futuro, dopo i problemi globali causati dal coronavirus, deve necessariamente prevedere la cancellazione del debito dei Paesi poveri. Questo l’appello lanciato da Caritas Internationalis ai 7 Paesi più avanzati economicamente nel mondo. Il rischio, spiega in una nota Aloysius John, segretario generale dell’organismo, è che aumentino le dilaganti ingiustizie sociali di oggi.
La povertà aggravata dal Covid
Caritas Internationalis ricorda le drammatiche conseguenze del debito sulle popolazioni dei Paesi in via di sviluppo: in Zambia, ad esempio, esso incide per il 45 per cento sul budget annuale del governo. Le poche risorse disponibili, quindi, non bastano a “rafforzare il sistema sanitario nazionale” di fronte all’emergenza provocata dal coronavirus che, ad oggi nella Nazione africana, ha lasciato una scia di 106 mila contagi ed oltre 1.300 decessi.
Una ripresa equa e sostenibile
“Ancora una volta – prosegue John – Caritas internationalis fa sentire la sua voce per fare eco al grido dei più poveri”. Di qui, l’esortazione al G7, affinché sia “all’avanguardia nella risposta al coronavirus, così da sostenere sia le persone più colpite dalla pandemia, sia una ripresa equa e sostenibile”, il cui primo passo “è garantire che tutti i pagamenti del debito siano cancellati, compresi i creditori privati”. Si prevede, infatti, che “i soli governi africani pagheranno 23,4 miliardi di dollari in rimborsi del debito ai creditori privati ??nel 2021, ovvero oltre il triplo del costo per l'acquisto di vaccini per l'intero continente”.
Quattro tappe per uscire dalla crisi
Nello specifico, l’organismo caritativo internazionale presenta ai membri del G7 quattro richieste: oltre allo stop ai pagamenti del debito ai creditori privati, la prima istanza chiede l’impegno dei governi del G7 ad “a esplorare opzioni legislative che incoraggino i creditori privati ??a partecipare ad iniziative di riduzione del debito”. La seconda è un appello al Gruppo dei 7 a “mobilitare i finanziamenti per rispondere ai bisogni immediati suscitati dal Covid (rafforzamento dei sistemi sanitari, ammortizzatori sociali, accesso ai vaccini) e sostenere una ripresa giusta ed ecologica, senza aggravare la crisi del debito nel Sud del mondo”. La terza richiesta riguarda, invece, “la nuova emissione di Diritti speciali di prelievo (Dsp), in modo che i Paesi meno sviluppati siano più sostenuti e il loro debito non aumenti”. I Dps, infatti, non sono una valuta vera e propria, ma piuttosto un diritto di acquisire una o più delle ‘valute liberamente utilizzabili’ detenute nelle riserve ufficiali dei Paesi membri del Fondo Monetario Internazionale. Infine, l’ultima esortazione è a dimostrare che il G7 “sta prendendo sul serio la crisi climatica, impegnandosi a porre fine ai sussidi per i combustibili fossili”.
La crescita sia veramente per tutti
C’è bisogno di politiche espansive, per rafforzare la crescita e proteggere i lavoratori. Queste le parole del presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi, che insiste sul dovere morale di non lasciare indietro nessuno. La crescita sia veramente per tutti, ha ribadito. Una giornata, dunque, positiva, ha sottolineato il presidente americano, Joe Biden, all’insegna di un’economia più inclusiva e giusta. Occorrono risposte comuni a sfide globali per il presidente sudcoreano, Moon Jae-in, tra le quali sono primarie la salvaguardia del clima e dell’ambiente e l’equa distribuzione dei vaccini. In particolare il principe Carlo d'Inghilterra ha invitato i leader del G7 a considerare i cambiamenti climatici con la stesso impegno con cui cui si è affrontata la pandemia.
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