Africa, in un libro del Cuamm fatiche e speranze di una terra che guarda al futuro
Elvira Ragosta – Città del Vaticano
"L’Africa ci insegna, o almeno a me ha insegnato, che il lamento serve a poco; ciò che fa la differenza è passare dal lamento al rammendo. E trovare strade nuove per dare valore a quanto ci sembrava perduto". Scrive così don Dante Carraro, nel libro ‘Quello che possiamo imparare in Africa. La salute come bene comune’, uscito pochi giorni fa per l’editore Laterza. È il racconto, attraverso la propria storia personale, dell’avventura collettiva del Cuamm, (Collegio Universitario Aspiranti Medici Missionari) Medici con l’Africa, la più grande organizzazione italiana in Africa, che si occupa di cura, prevenzione e formazione sanitaria nell’Africa sub-sahariana.
Dalla laurea in medicina al sacerdozio, dall’impegno in Italia, nelle chiese di periferia, ai contatti con il Cuamm e poi il primo incontro di don Dante con l’Africa, che avviene nel 1995, nel Mozambico uscito dalla guerra civile. Da allora sono centinaia le volte in cui il medico e sacerdote si è recato in missione nei presidi medici costruiti dal Cuamm in 43 Stati africani a supporto delle popolazioni. “Le situazioni problematiche, drammatiche a volte, fatte di dolore, di fatica, ci sono – dice don Dante a Pope - e vale la pena passare da uno stato lamentoso a uno stato laborioso, ago e filo io dico, dove cerchi di ridurre quella lacerazione. È l'esempio che riceviamo dall’Africa, da tante mamme, da tanti colleghi locali, negli ospedali in cui manca di tutto eppure ogni giorno sono lì, ago e filo, a rammendare una situazione e questo costruisce anche interiormente uno stato d'animo più leggero, più positivo più propositivoâ€.
La salute come bene comune. La lezione della pandemia
Nel sottotitolo "La salute come bene comune" una sfida più attuale che mai, in tempo di pandemia. Esposti al rischio del contagio come il resto del mondo, i Paesi africani sembrano aver scongiurato il disastro umanitario che il Covid-19 avrebbe potuto significare per alcuni di essi, data la scarsità di mezzi e le difficoltà dei sistemi sanitari. Le misure di contenimento da un lato e il fatto che la metà della popolazione africana abbia meno di 18 anni, ha evitato che i numeri di casi e contagi si moltiplicassero a dismisura nel continente che ospita il 17% degli abitanti mondiali. Ma qui i danni del coronavirus sono i cosìddetti “effetti secondariâ€, ovvero le difficoltà di raggiungere le strutture mediche dove curare tutte le patologie, per paura del contagio o per la povertà scaturita dalla pandemia. E il tema della salute globale si è in quest’anno imposto prepotentemente, quando anche le zone del mondo più industrializzate, ricche e benestanti, si sono scoperte fragili, davanti al virus.
La campagna di Cuamm “Un vaccino per noiâ€
Don Dante parla anche dell’importanza e della necessità del vaccino e ricorda la nuova campagna di Medici con l’Africa "Un vaccino per noi", sottolineando che attualmente solo l’1% della popolazione africana ha ricevuto la vaccinazione anti Covid-19. “Solo vaccinandoci tutti – aggiunge - togliamo al virus la possibilità di replicarsi e favorire l'insorgenza delle variantiâ€. Due le strade da seguire contemporaneamente: solidarietà e sicurezza. “E’ importante agire su due gambe fornendo più dosi, quindi la sospensione temporanea dei brevetti e favorire la donazione di dosi eccedenti da parte dei Paesi che ne hanno accaparrate molte, e far sì che quando quel vaccino arriva nelle capitali anche africane, venga trasformato in vaccinazione. Il compito di una ong come è la nostra – dice - è accostarci ai sistemi sanitari dei Paesi per aiutare a far sì che il vaccino possa arrivare anche nei villaggi e negli ospedali di più dispersiâ€.
La fiducia nel futuro di un continente giovane
Ricca di giovani, frugale e coraggiosa, l’Africa è un continente, che pur con tutte le sue difficoltà, guarda avanti con speranza e con fiducia. “Una delle cose che i giovani africani ci stanno insegnando -conclude il direttore di Cuamm - è che bisogna fare più leva sull'intelligenza e lo studio che sul denaro; l'altra cosa che ci insegnano è di non aver paura dei figli. I figli, sono in vita, coraggio, sono una sfida, la fede in un futuro. L' Africa, che ha il 50% della sua popolazione sotto i vent'anni, è un laboratorio entusiasmante di costruzione di futuro di coraggio, di sfide che vanno affrontate. Questo vale per la comunità politica, che deve investire di più nel futuro, nei giovani nelle famiglie, ma vale anche per ciascuno di noiâ€.
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