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Yemen, un campo per gli sfollati interni a Nord di Marib Yemen, un campo per gli sfollati interni a Nord di Marib 

Yemen, a Ginevra la Conferenza dei donatori

Nel Paese, alle prese con quella che l’Onu ha definito la peggiore crisi umanitaria al mondo, cresce il rischio per gli sfollati in fuga dagli scontri a Marib, mentre domani si apre a Ginevra la Conferenza dei donatori. Intervista a Giuseppe Dentice del Centro Studi Internazionali: “È importante che i fondi siano tradotti in progetti reali e si garantisca l’accesso alle organizzazioni umanitarie”

Elvira Ragosta – Città del Vaticano

Cresce la preoccupazione per i civili in fuga dalla regione di Marib, in Yemen, dove si intensificano gli scontri, e l'Unhcr, Agenzia Onu per i Rifugiati, chiede che sia garantito un corridoio sicuro per quanti stanno fuggendo. Gli scontri più recenti, esplosi a pochi chilometri dalla città, hanno costretto le persone a fuggire verso le aree urbane. I campi di sfollati interni sono già sovraffollati e i piani di risposta umanitaria sono messi a dura prova. Sono quasi un milione gli yemeniti che hanno trovato rifugio in quest’area considerata sicura. La maggior parte di loro ha raggiunto questa regione fin dallo scoppio del conflitto nel 2015. “Sono persone che soffrono già una situazione di indigenza pregressa e che si trovano molto poco assistiti, con difficoltà di ogni tipo, da quello sanitario a quello emergenziale di varia natura. Hanno bisogno di tutti gli elementi possibili per essere assistiti”. Così a Pope Giuseppe Dentice, responsabile del desk Medio Oriente e Nord-Africa del Centro studi internazionali e ricercatore all’Università Cattolica. L'elemento militare - aggiunge - incrementa queste difficoltà e rende sempre di più la situazione ingestibile, al netto di altre aggravanti, alimentate anche dal fattore pandemia, che sta incidendo molto in quell'area.

Ascolta l'intervista a Giuseppe Dentice:

La Conferenza internazionale dei donatori

Lunedì si terrà a Ginevra la Conferenza internazionale dei Paesi donatori, organizzata dall’Onu, per raccogliere aiuti da destinare allo Yemen alle prese con la peggiore crisi umanitaria del mondo. L’obiettivo che si spera di raggiungere è quello di 3,85 miliardi di dollari, dopo che la conferenza dei donatori dello scorso anno aveva stanziato 1,9 miliardi, quasi la metà di quanto raccolto l’anno precedente. “Oltre a garantire un certo numero di fondi che possono essere importanti, bisogna anche renderli fattivi sul terreno – aggiunge Dentice - nel senso che è importante che siano tradotti in progetti reali e si garantisca sul terreno l'accesso alle organizzazioni umanitarie, alle Nazioni Unite e a tutti gli operatori di pace che possano poi realmente assistere le popolazioni. Il vero nodo consiste proprio nella difficoltà di mettere in pratica queste situazioni che non permettono agli operatori di essere realmente operativi”. Secondo i dati Onu, 16 milioni di yemeniti, la metà della popolazione, stanno soffrendo la fame e di essi 5 milioni sono sull’orlo della carestia. Recentemente quattro agenzie Onu (Fao, Unicef, Wfp e Oms) hanno lanciato un allarme in un rapporto sulla sicurezza alimentare: per il 2021 si prevede che quasi 2,3 milioni di bambini di età inferiore ai cinque anni soffriranno di malnutrizione acuta nello Yemen.

Gli scontri sul terreno

Da alcune settimane i ribelli houti, che controllano la capitale Sanaa, hanno lanciato un'offensiva per conquistare la provincia di Marib, bastione del governo riconosciuto dall'Onu. Particolarmente sanguinosa la giornata di ieri per i combattenti. Secondo fonti governative, sarebbero sessanta quelli che hanno perso la vita, di questi ventisette appartengono alle forze lealiste e trentaquattro ai ribelli houti.

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27 febbraio 2021, 14:28