Camerun, l'appello dei leader religiosi: si risolvano i conflitti
Tiziana Campisi - Città del Vaticano
La crisi nelle aree anglofone del Nord-Ovest e Sud-Ovest e i continui attacchi dei terroristi di Boko Haram: sono gli attuali fronti di crisi in Camerun messi in evidenza dai capi delle fedi del Paese africano, a conclusione di un seminario sulla risoluzione pacifica dei conflitti e sulla pace sostenibile. Nell’evidenziare, anzitutto, la loro neutralità e imparzialità, i rappresentanti di diverse Chiese cristiane e dell’islam denunciano che la popolazione è allo stremo, invitando a riconoscere le varie misure adottate dal governo per risolvere la questione nelle zone anglofone, che le minoranze di lingua inglese vorrebbero come Stato indipendente, una crisi che, dal 2016, secondo l’International Crisis Group, ha provocato oltre 3mila morti e ha costretto 600mila persone a lasciare le loro case.
I camerunensi siano operatori di giustizia e amore
Circa le incursioni dei terroristi, cristiani e musulmani esortano i signori della guerra a porre fine alle violenze. “Ogni vita umana è sacra e amata da Dio”, si legge in una dichiarazione finale, nella quale si invitano i camerunensi ad essere operatori di giustizia e di pace, unanimi nel condannare tutto ciò che è contrario ad una pacifica convivenza, a coltivare la cultura dell’amore reciproco, a perdonarsi a vicenda, a riconciliarsi e ad essere gli uni custodi degli altri. Al governo viene poi rivolto l’appello a concedere l’amnistia a quanti sono stati arrestati e incarcerati a causa della crisi anglofona.
Le religioni in prima linea per la pace nel Paese
Nel dichiararsi apolitici, i leader religiosi precisano, tuttavia, di non poter tacere di fronte alle questioni nazionali riguardanti la vita dei cittadini, ed esprimono la loro disponibilità nel contribuire alla risoluzione pacifica del conflitto armato che sta devastando le regioni anglofone e delle altre crisi nazionali. Per questo assicurano di impegnarsi nei loro ambiti, o, se necessario, di assumere ruoli di primo piano, affinché si trovino soluzioni pacifiche, esortando, inotlre, tutti i camerunensi a pregare Dio perché il Paese sia un’oasi di giustizia, pace e amore.
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