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De Rita al Meeting di Rimini De Rita al Meeting di Rimini 

Meeting Rimini, dopo il Covid il Censis chiede un esame di coscienza al Paese

Oggi incontro col ministro Gualtieri sulla ripartenza dopo il coronavirus. Giorgio De Rita: "La società italiana in questo momento chiede un rinnovamento profondo e per rinnovare c'è bisogno anche di guardarsi"

Luca Collodi e Alessandro Guarasci - Città del Vaticano

Quarta giornata del Meeting di Comunione e Liberazione a Rimini. Tra i temi affrontati ai tavoli anche la ripartenza dopo la pandemia di coronavirus. È possibile cogliere questo momento per rendere l’economia più sostenibile? L’economia che stiamo ricostruendo è veramente al servizio delle famiglie e delle future generazioni? Ne discuteranno in un dibattito, Gigi De Palo, Presidente Forum Nazionale delle Associazioni Familiari; Vito Grassi, Vice presidente Confindustria; Roberto Gualtieri, Ministro dell’Economia e delle Finanze; Giorgio Merletti, Presidente Confartigianato; Luigi Sbarra, Segretario Generale Aggiunto CISL. Intanto da Rimini, ieri, il segretario generale del Censis Giorgio De Rita ha detto che “l'Italia ha perso il gusto di immaginare il proprio futuro e di costruire il proprio futuro, vive nel presente, vive con orizzonti estremamente ristretti”:

Ascolta l'intervista a Giorgio De Rita

R. - La pandemia aggrava questa situazione per certi versi. Però per altri versi offre l'opportunità di ripensare, di rivedere il modello di sviluppo italiano, facendo quello che il Censis ha chiamato un profondo esame di coscienza, guardarci dentro per capire cosa non ha funzionato. Io credo che il punto sia questo: la società italiana in questo momento chiede un rinnovamento profondo e per rinnovare c'è bisogno anche di guardarsi.

Lei non pensa che ci sia una netta divisione tra il Paese reale e il Parlamento, la politica, le istituzioni?

R. - Questo però è un fenomeno che registriamo da una ventina d’anni, cioè un disagio degli italiani nei confronti del mondo politico. Nei confronti del mondo istituzionale il livello di sfiducia raggiunge l’84-85 %. Al tempo stesso gli italiani scelgono la politica come il primo argomento nel palinsesto televisivo. Questo significa che c'è attenzione, c'è partecipazione, ma anche  distacco. La pandemia, probabilmente in questo momento, offre l'occasione per ricucire quel filo che si era strappato. Perché molti italiani stanno domandando alla politica di fare un salto di qualità in avanti.

La Chiesa che posto ha nell'immaginario degli italiani?

R. - La Chiesa ha un avuto un posto centrale perché è stato uno dei motori dello sviluppo per tanti anni, oggi probabilmente si sta guardando intorno e gli italiani chiedono che faccia in fretta ad affrontare i problemi. Questo credo che sia un po' la cifra del problema attuale nei confronti della Chiesa, cioè non i lunghi processi di secolarizzazione su cui abbiamo riflettuto tanto, ma la capacità di fare in fretta e oggi gli italiani vedono una Chiesa che in qualche modo è forse timorosa.

Si parla tanto di giovani…

R. - Se ne parla da 40 anni, però sembra quasi che sia un problema che si scopre sempre sul momento, tendiamo a dimenticarci del dibattito di ieri e ricominciamo da capo.

Sarà un autunno caldo il prossimo come molti affermano...

R. - Questo è difficile da dire, sicuramente sarà un autunno pieno di difficoltà, pieno di preoccupazioni, pieno di incertezze, ma anche un autunno in cui ci sono le risorse. Quindi significa che dobbiamo mettere sul piatto da un lato l'aspirazione, la speranza di guardare, di ricucire gli strappi del passato, dall'altro la preoccupazione del presente.

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21 agosto 2020, 08:48