Yemen, allarme delle agenzie Onu: in sei mesi 1,2 milioni di affamati in più
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
Si aggrava sempre di più la crisi umanitaria nello Yemen, il più povero dei Paesi arabi, stremato da una guerra civile iniziata nel marzo 2015, dalla crisi economica, da inondazioni, invasioni di locuste e oggi anche dalla pandemia di Covid-19. La Fao, l’Unicef e il Pam, in un rapporto pubblicato il 22 luglio, denominato Ipc, stimano che nei prossimi sei mesi aumenteranno da 2 a 3,2 milioni le persone a rischio alimentare acuto. Si passerebbe così dal 25 per cento degli yemeniti vittime di forte insicurezza alimentare, tra febbraio e aprile 2020, al 40% della popolazione a rischio fame, tra luglio e dicembre. E questo anche se si continuasse a distribuire assistenza alimentare umanitaria, come si sta facendo in questo momento, e a soccorrere le persone bisognose.
La crisi economica prima causa, valuta in caduta libera
L’analisi Ipc effettuata dalle tre agenzie umanitarie delle Nazioni Unite in 133 distretti dello Yemen meridionale, individua nella crisi economica la causa principale dell’aggravamento della situazione, che rischia di vanificare gli sforzi, in termini di aiuti internazionali, che all’inizio del 2019 hanno evitato una forte carestia. L'inflazione prosegue, il rial yemenita, da dicembre 2019 a giugno 2020, ha perso in media il 19% del suo valore rispetto al dollaro Usa, scendendo al di sotto dei livelli già critici del 2018.
La guerra civile tra il governo sunnita e i ribelli sciiti
La guerra civile, entrata nel sesto anno, con più di 250 mila morti e più di 4 milioni di sfollati interni, tra il governo del presidente sunnita Mansur Hadi, riconosciuto a livello internazionale e sostenuto dall’Arabia Saudita, e i ribelli sciiti Houthi, protetti dall’Iran, continua a essere un fattore determinante dell'insicurezza alimentare acuta.
L’effetto pandemia sulla disponibilità di generi alimentari
Purtroppo a questa si è aggiunta negli ultimi mesi la pandemia di Covid-19, che, denunciano le agenzie Onu, “sta mettendo a rischio la disponibilità di generi alimentari, l'accesso ai viveri e l'approvvigionamento del mercato, nonché le opportunità di reddito e i salariâ€. Le rigorose misure adottate per limitare la diffusione della pandemia hanno portato a ritardi nelle importazioni, alla creazione di barriere logistiche e a perturbazioni dei mercati. Anche le rimesse degli yemeniti emigrati all'estero sono diminuite del 20% circa e non vi sono segnali di un'inversione di tendenza a breve.
Le locuste distruggono la produzione di cereali
Le piogge e le condizioni ecologiche favorevoli stanno moltiplicano le zone di riproduzione delle locuste del deserto e della Lafigma, che mettono a repentaglio la produzione alimentare ben al di là dello Yemen. Si prevede che la produzione di cereali, ad esempio, scenderà quest’anno a 365 mila tonnellate, meno della metà dei livelli precedenti il conflitto interno. E infine le improvvise inondazioni hanno già avuto un impatto devastante in alcune zone, mentre nei mesi a venire la maggior parte dei distretti situati lungo la costa araba sarà probabilmente colpita da cicloni.
La coordinatrice degli aiuti: nel 2019 fermata la carestia
Il rapporto integrato sulla sicurezza alimentare, secondo Lise Grande, coordinatrice umanitaria per lo Yemen, “parla di un paese ancora una volta sull'orlo di una gravissima crisi alimentare. Diciotto mesi fa, in condizioni simili, grazie a generosi finanziamenti, abbiamo intensificato in maniera massiccia gli aiuti nei distretti in cui la popolazione era stremata dalla fame e più vulnerabile. E siamo riusciti a scongiurare una carestia. Questa volta, tuttavia, se non riceveremo subito i finanziamenti di cui abbiamo bisogno, non riusciremo a ripetere l'impresa".
Il rappresentante Fao: sostenere famiglie e piccoli agricoltori
"Gli abitanti dello Yemen sono resilienti, avendo già attraversato in passato molti periodi bui†commenta Hussein Gadain, rappresentante Fao, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, nello Yemen. “Ma le minacce che si trovano ad affrontare in questo momento sono troppe e tutte insieme: dalla pandemia di Covid-19 alle invasioni di locuste del deserto. I piccoli agricoltori e i nuclei familiari che dipendono dall'agricoltura per il proprio sostentamento hanno bisogno, ora più che mai, del nostro sostegno".
Il Pam: non rimandare una nuova azione umanitaria
"Non c'è tempo da perdere – gli fa eco Laurent Bukera, direttore del Pam, il Programma alimentare mondiale, per lo Yemen - nel 2019, grazie a una straordinaria intensificazione degli aiuti, siamo riusciti a invertire il processo di sfacelo nelle zone più colpite del paese. Oggi la pandemia del nuovo coronavirus si aggiunge a creare una miscela esplosiva che potrebbe provocare danni ancora più devastanti se l'azione umanitaria dovesse essere rimandata."
L’Unicef: crescono i bambini a rischio malnutrizione
"Una rovinosa concomitanza di guerra, crisi economica, penuria alimentare e un sistema sanitario al collasso ha gettato milioni di bambini yemeniti in una situazione drammatica e l'emergenza Covid-19 potrebbe peggiorare ulteriormente le cose" è la denuncia di Sherin Varkey, rappresentante dell'Unicef, il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia, nello Yemen. "Un numero sempre crescente di bambini piccoli sono a rischio di grave malnutrizione e necessitano di cure urgenti. Per salvare le loro vite è necessario intensificare gli aiuti e garantirli nel tempo".
Aiuti alimentari e riparazione dei sistemi idrici
Questi infine gli interventi urgenti raccomandati nell’analisi Ipc. Garantire innanzitutto aiuti alimentari continuativi per salvare vite umane e salvaguardare la sussistenza degli individui esposti a livelli elevati di insicurezza alimentare acuta, compresi gli sfollati. Risanare le infrastrutture idriche danneggiate dalle inondazioni e ridurre l'impatto delle inondazioni sui sistemi idrici e irrigui in futuro. Assicurare sostegno agli agricoltori che hanno perso raccolti e pascoli a causa dei parassiti e degli shock climatici. Promuovere buone pratiche nutrizionali nelle famiglie attraverso la diffusione di orti domestici e campagne di sensibilizzazione sulla sicurezza degli alimenti e dell'acqua. Rafforzare infine il sistema di monitoraggio della sicurezza alimentare, per mitigare le conseguenze negative degli shock e consentire una risposta rapida e coordinata.
Nella capitale scarseggia il carburante
Nel video di questo servizio, realizzato con immagini girate da Jonathan Dumont, responsabile della comunicazione video del Pam, vediamo file di auto nella capitale Sana’a, in attesa di fare benzina. Per la carenza di carburante gli automobilisti passano diverse notti in macchina e quando arrivano al distributore, la benzina potrebbe anche essere esaurita.
Saeed: ferito da una bomba, deve curare due figlie disabili
A Taizz entriamo in casa di Saeed Ahmed, 61 anni e 13 figli, che è con la figlia 14enne Fatima, disabile. Saeed vendeva, in una bancarella per strada, il famoso piatto yemenita chiamato "Sahawiq", e riusciva a mantenere la famiglia. Ma in un attacco aereo, la sua mano destra è stata ferita, e ora Saeed può solo pascolare le pecore, ma non guadagna a sufficienza, anche perché dovrebbe pagare le cure di due figlie disabili. “Ho speso molti soldi per curarle - racconta nell’intervista - e sono andato a Sana'a per questo, dopo che un'associazione mi ha aiutato. Ognuna di loro ha avuto tre operazioni. Ho preso in prestito dei soldi per le loro medicine e ho venduto l'oro di mia moglie. Fatima ha subito un intervento al cervello, e ho passato due mesi con lei a Sana'a per farle prendere le medicine giuste. Ho lasciato la mia famiglia qui da sola". Vediamo poi Saeed ricevere i buoni pasto dal Pam, che usa per acquistare farina, legumi, olio, zucchero e sale dai commercianti locali.
I piccoli curati nel centro sanitario di Sana’a
Le immagini si spostano quindi ad Aden, dove è attivo il ponte aereo del Pam. L’aereo appena arrivato trasporta 43 tonnellate di forniture da laboratorio, ventilatori, tamponi e test per la positività al virus, e dispositivi di protezione individuale, vitali per combattere il Covid-19. Le ultime riprese sono girate ancora a Sana’a, nel centro sanitario Al Rahabi. Bambini assistiti da Unicef e Pam fanno esami per la malnutrizione e ricevono alimenti nutrizionali speciali.
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