Migranti: Ocean Viking in attesa per il trasbordo di 180 persone a Porto Empedocle
Marco Guerra – Città del Vaticano
Giornata convulsa sul fronte immigrazione nel Mediterraneo e in Europa. A Porto Empedocle, in Sicilia, sono ancora in corso le operazioni di sbarco dei 169 migranti che hanno finito la quarantena sulla nave Moby Zazà; questi saranno trasferiti al Cara di Crotone, in Calabria. Tutti i migranti sono stati sottoposti ad un doppio tampone risultato negativo.
Il trasbordo dei 180 dalla Ocean Viking
Terminate le operazioni di trasferimento, inizierà la sanificazione del traghetto allestito a struttura di sorveglianza sanitaria e poi sulla stessa imbarcazione saranno trasbordati i 180 migranti attualmente sulla Ocean Viking, ancorata in rada davanti a Porto Empedocle. Sulla Moby Zazà rimarranno, inoltre, circa trenta contagiati sistemati nella “zona rossa” al ponte 7.
Cargo Talia senza autorizzazione allo sbarco
Non si sblocca invece la situazione della nave cargo Talia, da giorni in acque maltesi con 52 migranti recuperati su un barcone alla deriva. Le autorità della Valletta hanno autorizzato lo sbarco di sole due persone in cattive condizioni di salute e chiedono garanzie sull’immediata ricollocazione tra Paesi dell’Unione Europea. Secondo la Ong Mediterranea Saving Humans, tra i 52 salvati “diverse persone sono in gravi condizioni mediche”.
Migranti al confine tra Italia e Slovenia
Nuovi flussi di migranti si segnalano anche al confine tra Italia e Slovenia, dove un gruppo 10 afghani è stato fermato dalla polizia di frontiera italiana, che ha poi salvato uno di questi colto da un attacco cardiaco. Viaggi della disperazione che proseguono in ogni modo: in una piazzola di sosta del raccordo autostradale di Benevento, sono stati soccorsi due giovani iracheni stremati, che avevano viaggiato per 18 ore a bordo di un tir, all'interno di una cella frigorifera.
Europa divisa nella gestione del fenomeno
“Sulle politiche migratorie l’Europa non agisce in sinergia soprattutto da quando è iniziata l’emergenza Covid; c’è sottesa una gerarchia tra gli Stati, in cui alcuni impongono le loro volontà ad altri”, così il prof. Marino D’Amore, sociologo e docente del “Master per operatori nella gestione dei flussi migratori” all’Università Niccolò Cusano di Roma, spiega a Pope la mancata risposta univoca dei Paesi Ue di fronte ai nuovi arrivi di migranti.
Strategie e interessi diversi
“La pandemia ha esacerbato il dibattito sulle migrazioni, prosegue il prof. D’Amore, con il virus le comunità locali sono più refrattarie all’accoglienza”. Secondo l’esperto di flussi migratori anche sul fronte dell’integrazione vediamo strategie molto diverse in Europa. Oltretutto, fa notare ancora D’Amore, dopo l’emergenza sanitaria e la conseguente crisi economica, la ricollocazione dei migranti è uscita dall’agenda politica e mediatica. “In questo quadro - conclude - abbiamo Paesi come Malta che hanno condotte che altri Stati non possono permettersi e questo deve far riflette l’Ue quando emette direttive sulla gestione del fenomeno migratorio”.
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