Macedonia del Nord: l’europeista socialdemocratico Zaev vince le elezioni
Michele Raviart - Città del Vaticano
Il leader del partito socialdemocratico Sdsm della Macedonia del Nord, Zoran Zaev ha reclamato la vittoria per il suo partito alle elezioni parlamentari. Battuto di due punti percentuali il partito conservatore Vmro-Dpmne. Alle spalle di questi partiti, il voto ha premiato le formazioni politiche che rappresentavano gli interessi della cospicua minoranza albanese, il 20-25%, in un Paese da due milioni di abitanti. Le consultazioni, previste per lo scorso aprile, erano state rinviate a causa della pandemia di Covid-19 e si sono svolte in tre giorni feriali, in modo da garantire l’affluenza e permettendo il voto da casa per chi si trovava in quarantena.
La possibile adesione all'Unione Europea
Con oltre 8.500 casi e quasi 400 morti, il tema della gestione dell’emergenza sanitaria è stato uno dei più dibattuti durante la campagna elettorale, insieme al futuro della Macedonia del Nord nell’Unione europea. A chiedere le elezioni anticipate era stato infatti lo stesso Zaev, autore dell’accordo che aveva posto fine al contenzioso con la Grecia sul nome del Paese e dell’ingresso nella Nato, e che si era dimesso proprio perché non era riuscito a fissare una data d’inizio ai colloqui per l’adesione all’Ue. “In questo momento è un tema assolutamente fondamentale”, spiega a Pope Mauro Ungaro, direttore della Voce Isontina della diocesi di Gorizia ed esperto di Balcani. “Il tentativo della Macedonia del Nord di entrare a far parte dell'Unione europea ormai è un cammino lungo - pensiamo che l'accordo di stabilizzazione con l’Ue risale al 2001 e la presentazione formale di domanda al 2004 – ma va anche detto che la situazione è profondamente cambiata e il primo luglio la Commissione ha presentato al Consiglio europeo un piano che prevede i negoziati tanto per la Macedonia del Nord quanto per l'Albania, individuando quelli che sono gli orientamenti e i princìpi, partendo dal far adottare a questi Paesi, all'interno del loro ordinamento, il diritto europeo", sottolinea Ungaro, “e si è notato come il Paese abbia fatto dei passi avanti notevoli, tanto nella lotta al crimine quanto nel contrasto alla corruzione, invertendo di fatto quelle che erano le critiche che gli erano stat rivolte nei tempi passati”.
Un'economia in ascesa
Confermata quindi la permanenza del partito di centrosinistra al governo, anche se si attende la ripartizione ufficiale dei 120 seggi del parlamento di Skopje. “L'economia della Macedonia del Nord con Zaev ha conosciuto una progressione che adesso risentirà di quella che è la situazione del Covid-19 a livello internazionale, ma che aveva portato il Paese a scendere l’anno scorso al 17% di disoccupazione rispetto al 20% precedente”, ricorda ancora Ungaro. “Zaev con la propria politica ha poi favorito gli investimenti stranieri e questo è stato un punto fondamentale che in parte lo ha differenziato delle altre coalizioni, creando anche oltre a un regime fiscale favorevole, delle zone franche attorno alle grandi città”. E Ungaro aggiunge: “Zaev sta insistendo molto sull’apertura verso l'occidente allontanando la Macedonia del Nord da quello che era un orientamento più verso la Russia”.
Per una maggiore integrazione nei Balcani
Papa Francesco, durante il viaggio apostolico nel Paese lo scorso ottobre, aveva lodato la multiculturalità della Macedonia del Nord e aveva auspicato una maggiore integrazione nell’area dei Balcani occidentali. “In questo momento”, conclude Ungaro, “la Macedonia del Nord si presenta come uno stato molto interessante all'interno dell'area balcanica, uno stato non chiuso, ma che cerca rapporti, soprattutto per stabilire quei contatti che possano rilanciare complessivamente l’intera area. C’è la consapevolezza che questa area geografica territoriale non può camminare se non in unione fra i vari Stati. La Macedonia del Nord in questi anni ha fatto notevoli passi in questo cammino ed è una buona speranza per il futuro, non solo dell'area, ma direi di tutta l'Europa”.
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