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Donna in gravidanza Donna in gravidanza  

La pandemia non ferma i Centri di aiuto alla vita, mano tesa alle donne sole

Il Movimento per la Vita italiano risponde all’appello al Ministero della Salute di alcune associazioni, che chiedono di allargare le maglie dell’aborto domestico e farmacologico: “Inaccettabile facilitare gli aborti al tempo del Covid-19, noi ci siamo per l’ascolto e l’aiuto concreto delle madri e dei loro bambini”

Marco Guerra – Città del Vaticano

“Un bambino che nasce è un segno di speranza e la dimostrazione che la vita è sempre chiamata a prevalere sulle difficoltà, sulla morte”. Non è scontato ribadire il valore della vita nascente ai tempi del coronavirus e a farlo è Marina Casini, presidente del Movimento per la Vita (Mpv), che dalle pagine di VaticanNews si rivolge a tutte le donne che vivono una gravidanza difficile per confermare loro che i Centri di aiuto alla vita (Cav) e i servizi ad essi collegati, Progetto Gemma e SOS Vita ci sono e ci saranno sempre.

Coronavirus e donne sole

La pandemia può infatti aver reso ancora più sole e disperate tante madri che portano avanti una gravidanza che presenta problemi e difficoltà di ogni genere. Si moltiplica quindi lo sforzo per garantire una risposta che le aiuti a poter scegliere per la vita, ovvero offrire quel sostegno e quella condivisione che portano a superare insieme gli ostacoli che impedirebbero a un bambino di vedere la luce.

Cav attivi con misure di protezione

Per questo motivo Marina Casini ha voluto ribadire ai nostri microfoni che i Cav sono attivi e operativi con tutte le misure di precauzione del contesto che stiamo vivendo: “L’incontro fisico è garantito ma non è accompagnato dall’abbraccio e da uno stare insieme prolungato, poi c’è il contatto costante per via telematica e telefonica, la mano tesa non viene mai meno”. “La donna non è più sola – aggiunge - nel momento in cui la sua domanda di sostegno incontra qualcuno. Ed è proprio quello che fanno i Cav, che accolgono e comprendono le istanze interiori di queste donne. Sono le parole che salvano prima ancora degli aiuti materiali che comunque garantiamo”.

Ascolta l'intervista a Marina Casini

Aiutati a nascere bambini anche in tempi di pandemia

Grazie ai Centri di aiuto alla vita, in questo periodo così cupo per la pandemia, sono nati bambini e bambine. “La loro nascita – spiega Casini - si è accompagnata alla gioia delle loro mamme, a situazioni risanate o in via di risanamento, alla serenità ritrovata, allo sguardo fiducioso sul futuro”.  

Mpv contrario all’aborto “domestico” farmacologico

Il nuovo appello a rivolgersi ai Cav lanciato dalla presidente Casini arriva anche come  risposta alla lettera aperta inviata al ministro della Salute, Roberto Speranza, con cui quattro associazioni italiane, sostenute da noti personaggi pubblici, chiedono “misure urgenti” per garantire le interruzioni volontarie di gravidanza, “privilegiando la procedura farmacologica”, per limitare gli accessi ospedalieri. Allo stesso tempo chiedono anche di allungare i tempi per l’aborto con la Ru486 fino a nove settimane, oggi sono sette, eliminando i ricoveri e prevedendo una procedura di aborto totalmente in casa.

Rischi e pericoli del RU486

Marina Casini definisce “inaccettabile” la richiesta di facilitare gli aborti al tempo del Covid-19 e mette l’accento su tutti i rischi che comporterebbero queste “procedure domestiche”. “Che sia una mossa ideologica - spiega la presidente del Mpv - lo dimostra il fatto che da un punto di vista tecnico la RU486 dopo massimo 49-50 giorni diminuisce la sua efficacia in modo importante, quindi l’allungamento del termine è meramente pretestuoso; è poi risaputo che l’assunzione della RU486 può avere effetti collaterali che mettono a rischio la salute e la vita della donna la quale potrebbe trovarsi nell’emergenza di ricorrere d’urgenza al pronto soccorso. Dunque si va ad aggiungere l’emergenza dell’aborto all’emergenza Covid-19 esponendo inoltre la donna al rischio di contagio”.

Ogni figlio è speranza per il futuro

La presidente Casini è inoltre convinta che la riscoperta del valore della vita nascente sarà uno dei principi che potrà animare la ripartenza della società dopo la pandemia. “Appena sappiamo che c’è un bambino in viaggio verso la nascita il cuore si apre alla speranza, ogni figlio annuncia un futuro che va al di là di tutti i turbamenti ed è un forte messaggio che guarda al domani”. Casini guarda quindi all’impegno per la vita profuso in questi giorni da sacerdoti, medici, volontari e tutti coloro che hanno costruito in pochi giorni strutture sanitarie, “uno sforzo straordinario che ci fa vedere come la vita è un bene primario per tutti, ecco perché è importante includere in questa prospettiva anche i bambini concepiti e non ancora nati”.

Medici cattolici: grave la via solitaria all’aborto

La possibilità di estendere i termini dell’aborto farmacologico vede la ferma opposizione anche dell'Associazione Medici Cattolici Italiani (Amci), il cui presidente Filippo Maria Boscia parla di “aborto in solitudine e di una comunicazione dello scarto” e smentisce coloro che denunciano un blocco dei servizi di interruzione di gravidanza: “E’ un assoluta strumentalizzazione perché si sono fermate molte attività relative all’oncologia ma non gli aborti, in pratica molti interventi possono attendere l’aborto no”. “E’ una pretestuosa occasione – prosegue - per gestire l’aborto per vie ancora più private e solitarie, in questo modo vengono completamente accantonati gli articoli 1 e 2 della legge 194 che pongono l’accento sul valore sociale della maternità, che dicono che l’aborto non è un mezzo per il controllo delle nascite e che devono essere rimosse tutte le cause che sono a monte della scelta della donna”.

Ascolta l'intervista al presidente Boscia

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12 aprile 2020, 08:00