Centuplicati i casi di coronavirus negli Usa
Fausta Speranza – Città del Vaticano
In 20 giorni negli Stati Uniti i casi si sono centuplicati e si parla di blocco dei voli interni. A New York, preoccupante epicentro, in uno dei piani di emergenza si ipotizzano fosse comuni nei parchi di fronte all'emergenza sepolture. Da Chicago un dato: più della metà dei casi è nella comunità afroamericana, anche se rappresenta solo il 30 per cento della popolazione. In America Latina salgono i numeri, in Brasile resta uno solo dei 27 stati senza contagi. In Venezuela, l'allarme ha messo in moto migliaia di rimpatri dai paesi vicini, con conseguenti difficoltà.
Difficoltà nel Regno Unito
Nel Regno Unito i contagi sono circa 50.000, di cui un quinto solo a Londra. E le funzioni di capo del governo sono passate, come da regolamento, al ministro degli Esteri Dominic Raab, dopo che si sono aggravate le condizioni del primo ministro britannico, Boris Johnson, trasferito in un'unità di terapia intensiva all'ospedale St. Thomas di Londra.
Le misure economiche per l'Italia
In Italia il Consiglio dei ministri ha assegnato 450 milioni di euro al Commissario straordinario per l'attuazione e il coordinamento delle misure di contenimento e contrasto dell'emergenza. Nella penisola per il momento non c'è una data di riapertura delle attività anche se i dati fanno ben sperare: i ricoveri sono calati del 90 per cento e la terapia intensiva del 2 per cento. Austria e Danimarca, invece, annunciano il riavvio delle scuole dopo Pasqua.
I timori per l'Africa
In Africa sono stati colpiti 51 dei 54 Stati del continente e hanno registrato un totale di 9400 contagi e 442 decessi. Comore, Lesotho, Sao Tomé e Principe sono le uniche nazioni che non hanno annunciato alcuna infezione. Si tratta di numeri limitati, considerato che in Africa vivono 1,3 miliardi di persone e che il continente ha consistenti e regolari rapporti con la Cina. Ufficialmente, i tre paesi più colpiti del continente sono Sudafrica, Algeria ed Egitto. Tuttavia, il timore è che la fragilità dei sistemi sanitari del continente e la scarsità di medici – secondo l’Oms in Africa è presente solo il 3 per cento del personale medico mondiale, nonostante siano presenti sul suo territorio il 24 per cento delle malattie a livello globale – siano del tutto inadeguati ad affrontare una pandemia globale. In Kenya c’è un solo medico ogni 5.000 abitanti, mentre in Uganda c’è un solo letto di terapia intensiva per ogni milione di cittadini. Se finora il continente è stato relativamente risparmiato, non è detto che il coronavirus non possa diffondersi con conseguenze devastanti. A sottolinearlo è il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus.
Intanto, dall'Onu arriva un monito importante: il capo della Convenzione sulla biodiversità ha chiesto un divieto globale sui mercati della fauna selvatica - come quello di Wuhan, in Cina, che si ritiene sia stato il punto di partenza dell'epidemia - per prevenire future pandemie.
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