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Brasile: respinto il ricorso per la depenalizzazione dell'aborto

Bisognerà attendere giovedì prossimo per l’ufficialità, ma è ormai sicuro il no al ricorso per la depenalizzazione dell’interruzione di gravidanza, nel caso in cui le mamme fossero affette dal virus Zika. Sei giudici su undici della Corte Suprema Federale si sono espressi per respingere il provvedimento

Lisa Zengarini – Città del Vaticano

Prima importante vittoria per i difensori della vita in Brasile. La maggioranza dei giudici della Corte Suprema Federale (Stf) ha respinto il ricorso che mirava a depenalizzare l’aborto per le donne in gravidanza affette dal virus Zika, responsabile della microcefalia fetale. Sei degli undici giudici che compongono il tribunale si sono, infatti, già pronunciati con il voto a distanza contro il provvedimento Adi 5581. Il pronunciamento ufficiale è atteso per giovedì, ma con sei voti su undici, il no è ormai assicurato. 

#indifesadellavita

Il ricorso era stato presentato nel 2016 dall’Associazione nazionale dei difensori pubblici (Anadep), che aveva chiesto che l’interruzione volontaria della gravidanza in caso di infezione da Zika fosse considerata come un “aborto necessario”, una dicitura non prevista dal Codice Penale brasiliano. L’esame dell’Adi 5581 era stato rinviato nel maggio dell’anno scorso dopo la pressione della Chiesa e di numerosi movimenti pro-vita. Proprio per mantenere alta la pressione dell’opinione pubblica, il 24 aprile, giornata di apertura del procedimento, la Commissione episcopale per la Vita e la famiglia della Conferenza episcopale brasiliana aveva lanciato un appello ai fedeli per fare sentire la loro voce sui social network, utilizzando l’hashtag #indifesadellavita. In una nota diffusa qualche giorno prima la Presidenza della Cnbb, Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile, aveva ribadito che: "Non spetta ad alcuna autorità pubblica riconoscere in modo selettivo il diritto alla vita, assicurandolo ad alcuni e negandolo ad altri”.

 

Vita umana inviolabile

Tra le tante voci c’è stata quella di monsignor Fernando Arêas Rifan, vescovo dell’amministrazione apostolica personale di  São João Maria Vianney. In una in una riflessione pubblicata sul sito della Conferenza episcopale, il presule ha ricordato che la Costituzione federale stabilisce “l'inviolabilità della vita umana”, senza discriminazioni, e che la stragrande maggioranza dei brasiliani si è già espressa contro l’aborto. Da ricordare che, oltre all'Adi 5581, diversi altri ricorsi riguardanti la depenalizzazione dell'aborto attendono l'esame della Corte Suprema brasiliana.

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27 aprile 2020, 19:29