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Lo striscione "Per i dimenticati di Idlib" a San Pietro Lo striscione "Per i dimenticati di Idlib" a San Pietro

"Per i dimenticati di Idlib", a San Pietro per la pace in Siria

Numerose associazioni oggi hanno esposto uno striscione in Piazza San Pietro, ricordando così il dramma di quasi un milione di persone scappate da Idlib e Aleppo per salvarsi la vita. Nove anni fa iniziava la guerra in Siria. "Papa Francesco - hanno detto - l'unico a parlare di questo dramma". E il Papa li ha salutati e ringraziati nel corso dell'Angelus

Alessandro Guarasci - Città del Vaticano 

“Per i dimenticati di Idlib” è l’iniziativa di una trentina di associazioni d’ispirazione cattolica e laiche che questa mattina hanno esposto a San Pietro uno striscione per ricordare il dramma della guerra in Siria. Da dicembre oltre 961mila persone  hanno dovuto lasciare Idlib e Aleppo per salvarsi la vita. L’Unhcr afferma che “la crisi umanitaria sta assumendo contorni sempre più drammatici e costringendo un numero elevatissimo di persone alla fuga”.

"Per i dimenticati di Idlib"

Il silenzio dei media e della politica

Le associazioni aderenti nel loro appello - che il Papa all'Angelus ha fatto conoscere al mondo - hanno scritto che “non possiamo dire che stiamo assistendo alla tragedia del popolo siriano. Semplicemente perché non se ne trova quasi traccia nei nostri media e la nostra politica, anche quella parte che non è legittimamente impegnata a gestire l’epidemia di coronavirus, ha deciso di non occuparsene. E dobbiamo constatare, purtroppo, che non è una cecità solo italiana. Nel resto d’Europa filtra su quotidiani e siti d’informazione qualche notizia in più, qualche corrispondenza dai luoghi in cui si consuma l’annientamento umano e sociale del popolo siriano, qualche reportage dai campi profughi. Ma l’effetto presso i governanti dei nostri vicini è solo ribadire la chiusura dei confini ‘europei’”.

Serve compassione nel senso più alto

I partecipanti ricordano che la voce di Papa Francesco è “l’unico richiamo a resuscitare in noi l’umanità, a guardare negli occhi le donne, gli uomini, i bambini di Idlib e di tutta la Siria come guardiamo negli occhi i nostri familiari più cari. Chiedere giustizia e protezione per loro significa chiedere giustizia, solidarietà e protezione per noi stessi; l’avanzare del contagio da coronavirus deve accrescere la nostra capacità di provare ‘compassione’ nel senso più alto per le sorelle e i fratelli siriani”.

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08 marzo 2020, 13:23