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Il pianto di una donna sul luogo della tragedia Il pianto di una donna sul luogo della tragedia 

Haiti: incendio in un orfanotrofio, morti 15 bambini

Il presidente Moise chiede di fare luce sulle cause della tragedia. Nel Paese, tra i più poveri al mondo, molti genitori mandano i figli in questi istituti per garantire loro un alloggio e l’istruzione. Tante le situazioni di degrado ma esistono anche numerose strutture virtuose. Ce ne parla suor Luisa Dell'Orto, missionaria ad Haiti

Marco Guerra – Città del Vaticano

È di almeno 15 bambini morti e diversi feriti il bilancio dell’incendio divampato nella notte tra giovedì e venerdì in un orfanotrofio di Kenscoff, fuori Port-au-Prince, la capitale di Haiti. Secondo l'Unicef, fra le vittime ci sarebbero anche bambini di pochi mesi.

Le cause dell'incendio

I servizi di emergenza hanno impiegato più di un'ora a raggiungere la struttura situata nell'area sud della capitale. Secondo le testimonianze, le fiamme si sono propagate da alcune candele usate per l'illuminazione perché la corrente era fuori uso a causa delle rottura di un generatore. La direttrice del servizio di welfare sociale haitiano ha affermato che l’orfanotrofio, in cui erano ospiti 60 bambini, era privo delle autorizzazioni necessarie. L’istituto è retto da un gruppo evangelico statunitense, la Church of Bible Understanding, che gestisce anche un’altra struttura nel Paese caraibico, per un totale di 200 bambini assistiti.

Molti gli istituti non a norma

Ad Haiti, gli orfanotrofi non solo ospitano bambini senza famiglia ma anche quei minori i cui genitori sono troppo indigenti per prendersene cura. Tali strutture garantiscono alloggio e istruzione e si sono particolarmente diffuse dopo il terremoto del 2010 in cui morirono 250mila persone.

Le autorità del Paese sostengono che, di fatto, quattro su cinque dei circa 30.000 bambini ospitati negli orfanotrofi hanno i genitori viventi. Tuttavia, riferisce la Reuters, solo 35 su 754 degli orfanotrofi sono ufficialmente autorizzati, con altri 100 in procinto di ottenere una licenza. Il governo ha chiuso circa 160 di queste strutture negli ultimi cinque anni e ha impedito che se ne aprissero altre.

Il presidente chiede di fare chiarezza

"Sono profondamente devastato dalla morte dei bambini nell'orfanatrofio. Esorto le autorità competenti a far luce sulle cause di questa tragedia", ha twittato il presidente haitiano Jovenal Moise. Intanto, le condizioni economiche del Paese restano drammatiche. Secondo quanto riportato dalla Banca mondiale, quasi il 60% degli 11,2milioni di abitanti di Haiti sopravvive con meno di 2,40 dollari al giorno.

Suor Luisa, tanti i minori a rischio

Sulle difficili condizioni dell’infanzia e la situazione negli orfanotrofi, parla suor Luisa Dell’Orto, in servizio presso un centro giovanile diurno a Port-au-Prince:

R. - La situazione in questo momento è diventata difficile per l’insicurezza nel Paese, di cui sono tutti a conoscenza. C'è infatti un appello della polizia all’aiuto specializzato internazionale. I banditi ora prediligono i sequestri: qualsiasi persona per strada, in macchina, sui mezzi del trasporto pubblico, può essere sequestrata, anche i bambini che vanno a scuola. Questa è una situazione allarmante soprattutto nella capitale. La scuola ad Haiti funziona ma con questa paura molti genitori tengono i bambini a casa.

Quindi i minori vivono in condizioni allarmanti, quali sono le situazioni più rischiose per l’infanzia?

R. - Questo è un tema vastissimo. Un bambino è sfruttato per il lavoro, può essere picchiato, ma c’è tutta una situazione generale di degrado che mette l’infanzia in difficoltà. Ci sono famiglie che amano i loro bambini ma non possono mantenerli e quindi li mandano in istituto, li mandano presso persone che possono mantenerli o da persone che hanno bisogno di braccia per lavorare. Da parte dei genitori si pensa che sia meglio così, perché il bambino almeno riesce a magiare ma poi a volte si scopre che la situazione è molto più dolorosa che non magiare a casa con la propria famiglia.

Situazioni di degrado sono state rilevate anche in relazione all’ultima tragedia dell’orfanotrofio andato a fuoco. Lei può confermare che queste strutture sono proliferate negli ultimi anni?

R. - E’ da molto tempo che proliferano. Dopo il terremoto non c’è più stata una certa stabilità della vita per gli haitiani. Nella capitale ci sono tanti bambini in condizioni difficili e ci sono tanti istituti che li accolgono. Ci sono tante strutture positive, riconosciute dallo Stato, e altre per le quali lo Stato è intervenuto ma i bambini non sono stati rimandati a casa. Tutte situazioni negative che proliferano quando le condizioni di sopravvivenza sono minime. In questa cornice dilaga anche il commercio illegale di armi e di droga. È una situazione che si sta aggravando in tutti i settori.

Ci sono tanti istituti cattolici che portano avanti il loro servizio in maniera corretta. La Chiesa ad Haiti è in prima linea per aiutare i bambini. In che modo?

R. - Ci sono congregazioni religiose che hanno orfanotrofi, dove c’è una attenzione particolare al personale e alla struttura. L’attenzione per il bambino è un punto positivo di questi istituti. Purtroppo il numero molto elevato di bambini rende faticosa la crescita di questi minori, però gli orfanotrofi in cui la Chiesa si impegna offrono ogni tipo di sostegno, dall’assistenza medica alla formazione scolastica. Le congregazioni religiose che fanno accoglienza lo fanno nel migliore modo possibile. Sono luoghi dove c’è un senso del rispetto del bambino e della persona umana che è insito nella nostra visione di fede.

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15 febbraio 2020, 11:23