蜜桃交友

Emanuela Campanile - Città del Vatiacano

Vitale, dolce e fortissima come la stretta della sua mano gracile ma potente. La ricorda così il fotografo Maurizio Riccardi che, ad una delle più grandi scienziate del secolo scorso, dedica la mostra "Rita Levi Montalcini, il cuore Nobel delle Donne". E' infatti proprio lei, l鈥檜nica italiana ad essere stata insignita, nel 1986, della più prestigiosa onorificenza che uno studioso possa ricevere. 

La scoperta della piccola proteina coinvolta nello sviluppo del sistema nervoso, da parte della scienziata all鈥檌nizio degli anni cinquanta, "è un esempio affascinante di come - si legge nella motivazione del Premio - un osservatore acuto possa estrarre ipotesi valide da un apparente caos. In precedenza i neurobiologi non avevano idea di quali processi intervenissero nella corretta innervazione degli organi e tessuti dell鈥檕rganismo". Ma oltre a sondare i segreti della scienza raggiungendo successi e riconoscimenti, Rita Levi Montalcini (1909-2012) attraversa gli orrori della guerra e delle persecuzioni contro gli ebrei. Ricordi forse fissati nei segni profondi di quel viso delicato e indimenticabile, deciso e addolcito da occhi grandi sempre "attenti a tutto". Riccardi inizia a parlare di lei usando il presente, proprio come accade quando pensi a chi farà sempre parte della tua vita:

R. - E' un viaggio meraviglioso, stare insieme a lei, perché è una persona al di fuori di quello che si possa pensare 鈥� un Nobel 鈥� una persona umanamente eccezionale.

Osservandola attraverso l鈥檕biettivo, che cosa ha scoperto di questa donna?

R. 鈥� Come lei sa, l鈥檕biettivo ci permette di vedere cose che normalmente non vediamo. In questo caso, soprattutto i particolari di questa donna, cioè: nei rapporti con i giovani, con le ragazze, era sempre disponibile, sempre attenta; rispondeva a qualsiasi domanda, sempre con la curiosità che l鈥檋a spinta in tutta la sua esistenza. Era veramente attenta, in particolare ai giovani e aveva questa voglia di riscatto per le donne e per le giovani ricercatrici, veramente attenta a tutto, ai particolari 鈥� Io ricordo una volta, quando le dissi che aspettavo un bambino maschio, lei mi disse: 鈥淕uarda, peccato che è un maschio, ma ti faccio gli auguri, perché io penso alle donne, alle ragazze鈥�. Era eccezionale, in questo. A casa sua sono andato più volte per fare delle foto con lei, con i suoi ricordi 鈥� era veramente un posto magico. A parte che il suo terrazzo era stato pavimentato con le opere della sorella, ma l鈥檌nterno era veramente una fucina di ricordi, sia della sua famiglia, con le foto del padre, della sorella 鈥� una stanza completamente piena dei fiori che lei amava 鈥�

E' riuscito a scoprire, sempre attraverso questo punto di osservazione privilegiato che è la macchina fotografica, che cosa questa donna amava di più e che cosa invece non sopportava 鈥�

R. 鈥� Era una donna che amava ascoltare. Non sopportava quando le persone si dilungavano in complimenti, perché lei voleva sapere delle cose: era più curiosa di sapere che non di ascoltare i complimenti che le facevano. Ripeteva continuamente che la sua vita era per gli altri. Qualcuno le chiedeva: 鈥淐ome è riuscita ad arrivare a questa età ancora lucida, attenta a tutte le cose?鈥�, lei rispondeva: 鈥淟a noncuranza per me stessa e l鈥檃ttenzione per gli altri鈥�. Lei da giovane voleva andare in Africa per curare la lebbra, ma non c鈥檈ra riuscita e questa cosa le era rimasta dentro. Continuava a cercare il modo per aiutare gli altri. Io ricordo anche quando andavamo fuori, in alcune situazioni: lei si svegliava prestissimo, andava a dormire prestissimo e mangiava pochissimo, e noi non riuscivamo a capire come riuscisse a essere così forte.

C鈥�è una fotografia a cui lei è particolarmente affezionato?

R. 鈥� Ce ne sono diverse, ma una l鈥檋o voluta inserire all'interno della mostra di proposito. C'è lei, nella sua casa, riflessa in uno specchio e si vede anche la sua mano. Secondo me, è molto significativa, perché c鈥�è il suo riflesso che ancora c鈥�è in noi; e mi dispiace che non la si ricordi abbastanza... e poi la sua mano, perché quando la stringevi, era una mano piccola e potente, una mano che è riuscita a far fare dei salti in avanti alla ricerca nel mondo.

Rita Levi Montalcini (foto di Maurizio Riccardi)