ҽ

Sud Sudan: Dichiarazione di Roma per porre fine alle ostilità

Presentato oggi il documento, firmato ieri presso la Comunità di Sant'Egidio, con il quale il governo e l'Alleanza dei movimenti di opposizione del Sud Sudan (Ssoma) hanno espresso il loro impegno alla cessazione delle ostilità a partire dal 15 gennaio

Marina Tomarro - Città del Vaticano

Il gesto forte di Papa Francesco che si inginocchia davanti ai leader sudsudanesi, lo scorso 11 aprile in occasione di un incontro avvenuto al termine di un ritiro spirituale in Vaticano, baciando loro i piedi ed implorando di terminare gli scontri, è stato un incoraggiamento per giungere ad un accordo per le fine delle ostilità,  firmato ieri e presentato oggi a Roma presso la Comunità di Sant’Egidio. Con tale atto, il governo e l'Alleanza dei movimenti di opposizione del Sud Sudan (Ssoma) - che riunisce tutti i movimenti di opposizione che non hanno aderito all'accordo pace di Addis Abeba  - hanno espresso il loro impegno alla cessazione delle ostilità a partire dal 15 gennaio.

 Un lavoro di pace durato due anni

“La Dichiarazione di Roma per il processo di pace in Sud Sudan – ha spiegato Paolo Impagliazzo, segretario generale della Comunità di Sant'Egidio alla conferenza stampa di presentazione del documento - è di grandissima importanza perché è il risultato di un lavoro intenso durato oltre due anni, e dell'impegno che la Comunità ha voluto esercitare per facilitare il dialogo politico in Sud Sudan. L’accordo di pace vuol dire una rinascita per questo Paese e la possibilità di un dialogo politico delle varie parti intorno ad un tavolo senza discutere. Papa Francesco con il suo gesto li ha colpiti al cuore, portandoli seriamente a cercare una via di riconciliazione”.

Ascolta l'intervista a Paolo Impagliazzo

Un cammino di pace appena iniziato

I firmatari hanno ribadito di essere pronti a permettere l'accesso umanitario continuo e ininterrotto alle organizzazioni locali e internazionali, incluse le organizzazioni non governative, per alleviare le sofferenze della popolazione duramente provata oltre che dalla guerra anche dalle terribili alluvioni. “Abbiamo ancora tanta strada da fare – ha sottolineato Barnaba Marial Benjamin capo della delegazione del Governo – vi chiediamo di non abbandonarci, ma di continuare la vostra collaborazione con noi”  Infatti intenso è stato il lavoro della Comunità di Sant’Egidio per ottenere questo risultato. “Noi continueremo a seguire questo processo - ha continuato Paolo Impagliazzo – e a breve ci sarà una nuova riunione per capire come attuare i meccanismi del cessate il fuoco, e proporre un’agenda di impegni per iniziare un vero e proprio dialogo politico”. 

 

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

13 gennaio 2020, 18:05