Crisi Usa-Iran, si moltiplicano gli appelli per la pace
Andrea De Angelis – Città del Vaticano
Toni più distesi nelle ultime ore, ma la tensione resta comunque alta dopo quanto successo a Baghdad negli ultimi giorni. Dopo l’uccisione del generale iraniano Soleimani da parte degli americani, il conseguente raid iraniano che secondo Teheran avrebbe causato 80 vittime – mentre il Pentagono ha escluso anche la sola presenza di feriti tra i militari a Baghdad – ed ancor prima la morte di almeno 50 civili nella calca ai funerali dello stesso Soleimani, ieri nuovi razzi sono caduti nella zona verde della capitale irachena, senza però causare feriti. Zona dove si trova anche l’ambasciata Usa. Accanto agli appelli alla pace, tra gli altri, di Onu ed Unione Europea, si moltiplicano quelli della Chiesa, a partire da quelli del Papa pronunciati dopo l’Angelus di domenica, nell’odierna omelia della Messa a casa Santa Marta e, sempre oggi, nel discorso ai membri del Corpo Diplomatico, dove Francesco ha chiesto il rispetto della legalità internazionale.
Le parole di Trump
Ieri il presidente statunitense Donald Trump, in una conferenza stampa al termine della riunione alla Casa Bianca con il team di sicurezza nazionale, ha ribadito come tutte le opzioni restino sul tavolo nei confronti dell’Iran.
Per Trump, che ha definito Soleimani “il maggior terrorista mondiale”, la strategia nei confronti di Teheran deve basarsi ora su tre punti: nuove sanzioni economiche all’Iran; coinvolgimento delle altre potenze mondiali, nella ferma convinzione che l’accordo sul nucleare del 2015 va rinegoziato; l’esplicita offerta di un “dialogo diretto” con i leader iraniani. “Se l’Iran cambia il suo comportamento – ha detto – siamo pronti ad abbracciare la pace”. Oggi l’ambasciatrice statunitense alle Nazioni Unite, Kelly Craft, in una lettera inviata al Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha affermato che Washington è “pronta ad impegnarsi senza precondizioni in seri negoziati" con l'Iran.
L’appello dei vescovi statunitensi
Il presidente della Conferenza episcopale statunitense, monsignor Josè H. Gomez, in un è intervenuto sulle crescenti tensioni degli ultimi giorni. "Di fronte alle crescenti tensioni con l'Iran, dobbiamo pregare urgentemente affinché i leader del mondo perseguano il dialogo e cerchino la pace. Per favore, unitevi a me nel chiedere alla nostra Beata Madre Maria, la Regina della Pace, di intercedere, affinché Gesù Cristo possa rafforzare gli operatori di pace, confortare la sofferenza e proteggere gli innocenti e tutti coloro che sono in pericolo, in particolare gli uomini e le donne impegnate nelle operazioni militari e in servizio diplomatico”.
Il cardinal Tagle: “Scompaia il desiderio di vendetta”
Nella Santa Messa in occasione della Traslazione del Nazareno nero nel Rizal Park di Manila, il cardinal Tagle ha chiesto ai fedeli di pregare intensamente perché "non si produca un’escalation di vendetta tra Usa ed Iran". L’arcivescovo della città, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, ha esortato i fedeli filippini a pregare per la pace e la sicurezza dei popoli in Medio Oriente. "Preghiamo per il Medio Oriente, perché i desideri di distruzione e di vendetta scompaiano", ha aggiunto, ricordando i tanti cittadini filippini che vivono in quelle terre per lavoro e rivolgendo un pensiero alle loro famiglie nelle Filippine, che seguono con preoccupazione l’evoluzione della crisi internazionale.
“Il Papa richiama i governi alla saggezza”
“Come possiamo veramente riuscire a ristabilire la pace? Penso che la diplomazia, soprattutto quella europea, debba lavorare per fermare questa escalation. Ecco, in questa situazione la voce del Papa sarà veramente la voce del Saggio, che spesso richiama i Paesi, i governi alla saggezza”. Lo ha detto nell’intervista rilasciata alla redazione francese monsignor Jean Benjamin Sleiman, arcivescovo dei latini di Baghdad. “Quello che sta accadendo tocca il senso della giustizia, del bene comune, non solo di uno Stato ma dell’umanità intera. E io credo – aggiunge il presule - che oggi solo la Chiesa cattolica possa dirlo, perché lei ha l’esperienza, il magistero, perché la Chiesa cattolica si ripensa, riconosce i propri errori e non vuole ripeterli: questa è la saggezza che bisogna ascoltare, da una parte e dall’altra”.
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