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Precauzioni a Taiwan Precauzioni a Taiwan 

Coronavirus: per l’Oms è un’emergenza sanitaria globale

Quasi diecimila le persone contagiate in Cina, che rimane sempre più isolata. Due casi anche in Italia

Michele Raviart – Città del Vaticano

Il Coronavirus è “un’emergenza sanitaria globale”. Ad affermarlo l’Organizzazione mondiale della sanità che alza così il livello d’allerta. La definizione di emergenza globale dell’Oms implica una risposta globale e coordinata. Sono ormai un centinaio, infatti, i casi accertati in una ventina di Paesi, tra cui India, Filippine e Regno Unito. Il centro dell’epidemia rimane ancora la Cina, dove i morti sono 259 e i nuovi contagi sono circa 2.000. Oltre centomila le persone sotto osservazione, mentre sono 1.400 i malati nella provincia di Hubei considerati gravi.

Fiducia nella capacità della Cina

L’Oms, che aveva lanciato un allarme simile per Zika e Ebola, non raccomanda limitazioni ai viaggi, sebbene Stati Uniti e Giappone abbiano chiesto ai loro cittadini di non andare in Cina e la Russia abbia chiuso i 4 mila chilometri di confine comune, così come la Mongolia. Per l’Oms c’è tuttavia fiducia nella capacità di Pechino di tenere sotto controllo l’epidemia e l’ambasciatore cinese all’Onu parla di segnali positivi nel contenimento del virus.

Tre i mesi previsti per il vaccino

“Dobbiamo sostenere i Paesi con i sistemi sanitari più deboli”, ha anche aggiunto il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della Sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus, dove le possibilità che il virus si propaghi sono considerate più alte. Per la rivista scientifica “The Lancet”, che ha analizzato 99 casi a Wuhan - città che rimane sotto quarantena - la maggior parte del contagio sarebbe scaturito dall’esposizione al pesce e agli animali selvatici del mercato locale. I più vulnerabili sarebbero anziani maschi con problemi di salute precedenti. Per i ricercatori cinesi, serviranno almeno tre mesi per un vaccino.

Precauzioni anche per i fedeli

Misure precauzionali sono state prese in tutta l’area. Ad esempio dopo Hong Kong, anche a Taiwan i vescovi cinesi hanno invitato i fedeli a prendere alcune precazioni durante le celebrazioni. “Dobbiamo prendere delle precauzioni”, spiega a Pope Marzia, di una famiglia in missione a Taiwan per il Cammino neocatecumenale, “andare in giro con la mascherina ogni volta che entriamo in un supermercato per esempio disinfettano i manici del carrello. Per esempio durante le celebrazioni della Messa non possiamo scambiarci l’abbraccio della pace”. In generale, continua, il clima è ancora abbastanza disteso e i taiwanesi vanno in giro tranquilli.

Ascolta la testimonianza Marzia, in missione a Taiwan per il Cammino neocatecumenale

In Italia due i malati

Due, poi, i casi registrati anche in Italia: si tratta di due turisti cinesi atterrati a Milano il 23 gennaio scorso. La coppia proveniva da Wuhan e aveva fatto alcune tappe intermedie prima di arrivare a Roma, dove ora sono ricoverati. Al fine di arginare il rischio sanitario il consiglio dei ministri italiano ha dichiarato lo stato di emergenza di sei mesi e stanziato 5 milioni di euro. Annunciata anche la chiusura del traffico aereo tra Italia e Cina. Sono invece sbarcati a Civitavecchia i passeggeri della nave da crociera bloccati ieri per accertamenti.

Ultimo aggiornamento: 1° febbraio 

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31 gennaio 2020, 10:05