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I Centri Cav di Roma, ‘capitali’ della vita

Nostra inchiesta sui Centri di Aiuto alla Vita della Capitale. Da Roma nord a Roma sud, numerose strutture che accolgono mamme in difficoltà e combattono l’aborto. Nel Lazio fatti nascere mille bambini destinati ad essere soppressi

Federico Piana – Città del Vaticano

Nonostante le apparenze, Roma è la capitale della vita nascente. La difende nel silenzio generale e nell’indifferenza, perfino delle istituzioni. Per accorgersene, basta varcare la soglia di uno dei Centri di Aiuto alla Vita sparsi come semi buoni in una metropoli che ignora la loro presenza e non conosce i loro frutti eclatanti. Una realtà popolata di uomini e di donne che aiutano decine di mamme e cercano, con comprensione e con amore, di far cambiare idea a quelle che hanno deciso che la vita del piccolo che portano in grembo non dovrà mai vedere la luce.

Nel Lazio, mille bambini strappati alla morte

Maria Luisa Di Ubaldo, presidente di Federvita Lazio e coordinatrice dei Centri di Aiuto alla Vita di Roma snocciola dati che sanno di trionfo: ”Nel 2018 i Cav hanno fatto nascere 250 bambini, per noi un grandissimo risultato. Abbiamo assistito oltre mille mamme con più di cento progetti. Da quando sono nati i Cav, dieci anni fa, Roma sta assistendo a qualcosa di straordinario: grazie al nostro corso di formazione per volontari in tutto il Lazio sono sorti dodici Cav che hanno permesso la nascita di mille bambini”. Creature che altrimenti sarebbero andate ad accrescere la già triste statistica degli aborti. La presidente di Federvita Lazio poi lancia un appello: se noi riusciamo a salvare delle mamme e dei bambini con delle somme che non sono poi così eclatanti, perché lo Stato non si impegna su questo nostro stesso fronte?

Ascolta l'intervista alla D'Ubaldo

Il Cav Palatino: accogliere le mamme, senza giudicare

Il Centro di Aiuto alla Vita di Roma Palatino è stato il primo Cav a nascere, dieci anni  fa.  E’ ospitato nella Basilica di Santa Anastasia. A presiederlo c’è una donna energica e solare, Anna Spurio Consoli, che mette al centro di tutto l’accoglienza delle donne, senza giudicare, senza condannare. Con semplicità, racconta Consoli, “aiutiamo le donne a portare avanti la gravidanza. Le accogliamo, le sosteniamo. Alcune volte hanno situazioni molto difficili e cerchiamo di non lasciarle sole dando loro sostegno economico, morale e psicologico”.  Ma chi sono le donne che hanno la forza di rivolgersi al Cav Palatino? “Sono donne in carriera che hanno pensato di abortire, donne con problematiche economiche,  ma anche molte minorenni. Noi cerchiamo di convincerle a tenere il bambino ascoltando le loro storie ma anche aiutandole materialmente: non solo parole ma anche fatti”.  Dal Cav Palatino sono nati oltre 370 bambini. Quando una donna non si sente sola alla fine sceglie la vita.

Ascolta l'intervista alla Consoli

Cav Talenti, parole d’ordine: amore e comprensione

Chiara  Nardi è una giovane mamma. Alla nostra intervista come presidente del Centro di Aiuto alla Vita di Roma Talenti, ospitato dalla parrocchia di San Ponziano, si presenta con in braccio una splendida bambina. Segno tangibile d’amore  e di speranza per le molte mamme che gravitano qui e che hanno bisogno di aiuto e comprensione.  Chiara ci dice subito che “le donne che vengono da noi sono principalmente mamme che hanno necessità di beni primari per i loro figli. Alcune volte sono venute donne che hanno fatto la scelta dell’aborto, pentendosi e dicendoci: vi avessi incontrato prima!”. Chiara Nardi si pone anche un  altro obiettivo: ” Intercettare quelle mamme che hanno bisogno di essere accolte e di avere uno spazio per loro”. Un buon modo per non farle cadere nella solitudine e magari ripensare la scelta dell’aborto. 

Intervista a Chiara Nardi

Ostia, un neo Cav per combattere la cultura di morte

La nostra inchiesta per la vita ora ci spinge fino ad Ostia. Vicino al Grassi, ospedale dove si praticano numerosi aborti,  nel dicembre appena passato si è festeggiata una nascita: quella del Centro di Aiuto alla Vita ospitato dalla parrocchia San Nicola di Bari. A volerlo fortissimamente è stata Simona Costa. Battagliera quarantenne, spiega che le sue ragioni sono profonde. Hanno radici fin dentro il suo cuore: ” Questa è stata un’esigenza urgente. Per stare accanto alle donne in un momento difficile della loro vita, per non abbandonarle. Siamo vicini a queste donne per per non abbandonarle. Siamo vicini a queste donne per accompagnarle in una decisione in favore della vita”. La neo-presidentessa coltiva il sogno di cambiare la cultura nella quale spesso matura la decisione dell’aborto. Una vera e propria sfida: “ Bisogna fare un cammino culturale di umanizzazione. Dobbiamo riacquisire quella consapevolezza dell’identità umana del concepito, che è uno di noi”. Solo così, sostiene Costa, le donne potranno prendere in considerazione altre opportunità, non solo quelle di morte. 

Ascolta l'intervista a Simona Costa

La testimonianza: volevo abortire. Ma ora ho tre figli e mi batto per la vita

Ma chi ha scelto la vita poi s’è mai pentito? Alla domanda, risponde la testimonianza di Lea, mamma che aveva deciso di abortire dopo che il compagno le aveva espresso l’intenzione di non farsi carico del nascituro. Lea si sentiva sola e non sapeva più cosa fare: allora opta per la morte. “Ma un  mio amico – racconta- proprio il giorno prima dell’aborto mi fissa un appuntamento con delle volontarie di un Cav. Lì mi si è aperto un mondo. Mi hanno fatto capire che ce l’avrei potuta fare. Ho capito che quello che m’aspettava non era il baratro ma bellezza, gioia, luce”. Lea ha cambiato idea dopo aver sentito che qualcuno le stava davvero vicino. “E’ come se un peso mi si fosse tolto dalle spalle. A quel punto ho detto: no, il bambino lo tengo. Ed il giorno stesso che avrei dovuto interrompere la gravidanza mi è stata prenotata la mia prima ecografia. Per me è stata una gioia”.  Vedere quel corpicino nelle immagini mediche  per Lea è stata una boccata di vita: “Lo vedevo piccolissimo, che si muoveva. Straordinario! Quando, invece, ti prepari per l’aborto non ti fanno vedere nulla perché altrimenti rimarresti scioccata.  No, non puoi pentirti di avere un bambino! “  Ora Lea ha tre figli e si batte per la vita.

L'intervista a mamma Lea

 

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18 gennaio 2020, 13:38