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I migranti sbarcati a Pozzallo I migranti sbarcati a Pozzallo 

Migranti, sbarchi in calo ma per Caritas serve una Libia stabile

Gli ultimi ad arrivare i 32 della Alan Kurdi. La Commissione europea ha già avviato, su richiesta dell'Italia, la procedura per il ricollocamento. Rispetto al 2018, quest'anno arrivi dimezzati. Le strutture della Cei accolgono circa 23 mila migranti

Alessandro Guarasci - Città del Vaticano

Hanno passato una notte tranquilla a Pozzallo i 32 migranti sbarcati dalla nave Alan Kurdi, della ong Sea Eye, e soccorsi in mezzo al Mediterraneo a Santo Stefano. Si tratta tutti di cittadini della Libia, in fuga dai combattimenti in corso in quel paese. Due di loro sono stati trasferiti nell'ospedale di Modica: una donna al settimo mese di gravidanza e un bambino di 6 mesi che soffriva di otite. La Commissione europea ha già avviato, su richiesta dell'Italia, la procedura per il ricollocamento dei migranti sulla scorta del pre-accordo di Malta.

Nel 2019 sbarchi dimezzati rispetto al 2018

La situazione politica in Libia sta peggiorando nelle ultime settimane, ma comunque gli sbarchi sono in calo nel 2019. Quest'anno sono arrivati 11.439 migranti, il 50,72% in meno rispetto al 2018 quando ne sbarcarono 23.253. Un dato che aumenta ancora di più rapportandolo con il 2017, quando arrivarono 118.934 migranti, il 90,38% in più rispetto a quest'anno. Secondo i dati del ministero dell'Interno, il maggior numero di migranti arrivati in Italia sono di nazionalità tunisina, seguono i pachistani e gli ivoriani. I minori stranieri non accompagnati sono stati 1.618, contro i 3.536 del 2018, e 15.779 del 2017.

Accoglienza diffusa sul territorio italiano, circa 23 mila nelle strutture della Chiesa

Ad oggi ci sono quasi 93 mila migranti accolti con varie modalità sul territorio italiano, due terzi dei quali nei centri di accoglienza in convenzione o gestiti dal ministero dell’Interno. La regione che regista il numero di presenze più elevato è la Lombardia, con quasi 93 mila unità, seguono Emilia Romagna e Lazio, ultima la Valle d’Aosta.  Nelle strutture della Chiesa italiana ne sono ospitati circa 23 mila, segno dello sforzo che la Cei e i vari organismi cattolici stanno facendo per venire incontro a chi fugge da fame e guerre.

Circa 39 mila le domande d'asilo

In evoluzione anche le domande dei richiedenti asilo. Al 27 dicembre di quest’anno le richieste per lo stato di rifugiato erano poco più di 39 mila, a cui però vanno aggiunte quasi 30 mila pratiche pendenti. Il 21% di queste riguarda persone che arrivano dal Pakistan, il 6% dal Bangladesh, il 5% dal Perù. Oltre il 71% di queste persone ha i 18 e i 34 anni, e per il 76% si tratta di maschi. Per quanto riguarda i minori non accompagnati che chiedono asilo, la nazionalità preponderante è quella pakistana (il 30%), seguita dall’eritrea, dalla somala, e dall’afghana. Anche in questo caso si tratta soprattutto di maschi, che hanno un’età compresa tra i 14 e i 17 anni.

La Caritas: la Ue faccia sentier la sua voce per stabilizzare la Libia

Nella conferenza stampa di fine anno, sabato scorso, il premier Giuseppe Conte ha sottolineato il calo degli sbarchi, rivendicalo come un risultato positivo del suo governo. Per Oliviero Forti, responsabile immigrazione di Caritas Italiana, “è necessario stabilizzare la Libia per far sì che la gente non sia costretta a partire dalla propria terra. L’Europa però ad oggi ancora non è riuscita a far sentire il proprio peso, la propria mediazione affinché le parti in conflitto in Libia trovino un’intesa”.

Ascolta l'intervista a Olivero Forti

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30 dicembre 2019, 12:00