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Cop25 a Madrid, Gaudioso: urgente attuare accordo Parigi

Secondo Domenico Gaudioso, esperto di cambiamenti climatici, già dirigente Ispra, la Conferenza dell’Onu sul clima che si è aperta a Madrid, si annuncia ancora come un incontro interlocutorio mentre gli effetti dei cambiamenti climatici si manifestano in modo sempre più violento

Fabio Colagrande - Città del Vaticano

L'umanità, che subisce le conseguenze del cambiamento climatico, deve scegliere tra "la speranza" di un mondo migliore o la "capitolazione". Lo ha affermato il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres aprendo oggi la Cop25 di Madrid. Nel suo discorso, Guterres ha chiesto ai rappresentanti degli stati se vogliono davvero essere ricordati "come la generazione che ha messo la testa sotto la sabbia, mentre il pianeta bruciava". La XXV Conferenza delle parti delle Nazioni Unite per il clima, che si è aperta nella capitale spagnola, si annuncia però come una riunione interlocutoria. Organizzata e presieduta dal Cile, ma spostata in Spagna per il difficile momento politico del Paese latino-americano, la Cop25 riunisce i rappresentanti di 196 Paesi, esperti e organizzazioni ambientaliste di tutto il mondo. Fra i suoi obbiettivi c’è la revisione degli impegni dei paesi firmatari dell'Accordo di Parigi per la riduzione dei gas serra, presi nella capitale francese nel 2015, ma oggi divenuti insufficienti per diminuire il riscaldamento globale. Sulle sfide della Cop25, da Madrid parla Domenico Gaudioso, esperto di cambiamenti climatici, già dirigente, in Italia, dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) e uditore al recente Sinodo sull’Amazzonia:

Ascolta l'intervista a Domenico Gaudioso

R. – Questo è un appuntamento un po’ di passaggio, perché deve chiudere la partita delle definizioni delle regole per l’attuazione dell’Accordo di Parigi; anche dopo la riunione di Katowice erano rimasti in sospeso dei punti specifici relativi in particolare ai meccanismi di cooperazione tra i Paesi. Ricordiamo che con il 2020 si apre invece la fase attuativa dell’accordo di Parigi; finora la comunità internazionale ha solo definito le regole. Però nello stesso tempo questa Cop si occupa anche di altro, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti finanziari. Infatti i Paesi cominceranno a discutere la revisione degli impegni finanziari di cooperazione per il periodo 2020-2025. Quindi diciamo, da una parte si predispongono le ultime regole per l‘attuazione da parte dei Paesi dell’Accordo di Parigi, dall’altra si definisce un po’ il futuro, soprattutto per quanto riguarda la cooperazione tra i Paesi e il supporto ai Paesi in via di sviluppo.

Per quanto riguarda gli impegni di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra presi dai governi di tutto il mondo, si dice che anche se fossero rispettati ormai non basterebbero a impedire l’aumento della temperatura media globale. È vero?

R. - Sì. Diversi studi che sono stati pubblicati negli ultimi giorni hanno messo in evidenza che l’attuazione degli impegni dichiarati dai Paesi partecipanti, nel momento in cui è stato sottoscritto l’Accordo di Parigi, non porterebbe ad un aumento di temperatura di due gradi centigradi o addirittura di un grado e mezzo, ma addirittura ad un riscaldamento di 3,2 gradi centigradi. Intanto, come dicevo, questi impegni non sono stati ancora attuati, non è in realtà cominciata nemmeno nell’Unione Europea l’attuazione degli impegni di Parigi. Quindi è ormai urgente cominciare ad attuarli, ma nello stesso tempo sappiamo bene che se non si fa qualcosa di più l’obiettivo fissato a Parigi non potrà essere raggiunto.

Comunque i fatti sembrano dire che le conseguenze dei cambianti climatici si stanno manifestando in modo più veloce rispetto a quanto previsto dagli stessi scienziati ...

R. - Sì. Soprattutto quello che noi vediamo e viviamo anche in Italia ci ricorda che il cambiamento climatico non sarà un processo graduale, ma sarà molto probabilmente un processo in cui avremo delle sorprese e in cui gli eventi si manifesteranno in maniera improvvisa e molto più violenta di quello che ci aspettavamo.

In questo senso, il lavoro di sensibilizzazione che la Chiesa fa sottolineando l’importanza dell’impegno per il clima si dimostra particolarmente necessario e attuale …

R. - Sì, assolutamente. Anche qui a Madrid, anche se non è un tema all’ordine del giorno, ci sarà uno spazio di ascolto per le tematiche che sono state discusse durante il recente Sinodo in Vaticano. Ci saranno degli spazi e degli incontri ai quali parteciperanno delle rappresentanze dei popoli indigeni. La situazione politica, in particolare per loro, non è molto favorevole all’accoglimento delle loro proposte e al rispetto dei loro diritti, ma magari questa della Cop è un’occasione in più per informare l’opinione pubblica della situazione nei Paesi amazzonici.

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02 dicembre 2019, 14:23