Albania: Balcani uniti per soccorrere le vittime del sisma
Federico Francesconi – Città del Vaticano
A vent’anni dalla fine del conflitto in Kosovo, in Albania sono giunte negli ultimi giorni squadre di soccorritori provenienti da tutta l’area dei Balcani, superando almeno momentaneamente le tensioni storiche che hanno attraversato l’area dalla fine degli anni ottanta. Ai soccorritori provenienti da Tirana si sono uniti uomini provenienti da Belgrado, Pristina e Zagabria, impegnati allo stesso modo nel cercare di soccorrere le decine di persone ancora disperse sotto le macerie. Si tratta di un segnale positivo in un’area in cui i rapporti tra stati vicini sono spesso gelidi. Altri aiuti giungono anche da Paesi come l’Arabia Saudita e anche l’Italia stessa, per cui sono già al lavoro i volontari della protezione civile molisana, impegnati proprio a Durazzo, la zona più colpita dal sisma.
La solidarietà nei confronti dell’Albania
Ieri Papa Francesco ha ribadito la sua solidarietà per il popolo Albanese, ricordando quanto il suo ruolo sia stato importante nel percorso di pace nell’area dei Balcani. “L’Albania è un paese che una volta uscito da un regime comunista ha saputo instaurare una convivenza pacifica e una collaborazione tra gli appartenenti a diverse fedi religiose, e in un’area così complessa come quella balcanica questo è stato un segnale molto importante.” Lo ha raccontato ai microfoni di Pope Italia Mauro Ungaro, direttore del settimanale Voce Isotina. “Oggi, il vedere assieme soccorritori provenienti da Paesi come il Kosovo e la Serbia, che faticosamente cercano il dialogo – ha aggiunto Ungaro – è un segno positivo, che lascia sperare che non si tratti solo di una solidarietà momentanea, ma possa avere anche importanti conseguenze in chiave futura”.
Un cenno sulla situazione politica dei Balcani
A vent’anni dalla fine della sanguinosa guerra in Kosovo, che ha visto la fine dei conflitti nella regione, i rapporti diplomatici tra i paesi dell’area sono ancora piuttosto freddi. Un segnale di distensione è arrivato il mese scorso con un nuovo accordo in formato Shengen per il libero movimento di capitali, merci, persone e servizi, firmato dai premier di Macedonia del nord, Serbia e Albania. L’accordo vorrebbe segnare un punto di inizio per una convivenza pacifica nell’area e il Presidente macedone Zoran Zaev ha lanciato la proposta di estenderlo anche agli altri Paesi dell’area, come la Bosnia e il Kosovo.
ULTIMO AGGIORNAMENTO: 29 NOVEMBRE
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