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Attentato in Siria: autobomba vicino a una chiesa

Una violenta deflagrazione si è registrata a Qamishli, città al confine con la Turchia. Diversi i feriti. Una violenta deflagrazione si è registrata a Qamishli, città al confine con la Turchia. Diversi i feriti. L’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria denuncia la morte di 50 minori per stenti e mancanza di cure mediche nel campo profughi di al Hol

Barbara Castelli – Città del Vaticano

Ennesima fiammata di violenza in Siria: un’esplosione ha colpito una città nel nord-est del Paese, nei pressi di una chiesa. La deflagrazione, secondo quanto riferisce l’agenzia Ansa, è stata causata da un’autobomba lasciata vicino alla chiesa della Vergine Maria di Qamishli. La città è uno dei centri urbani più importanti della regione controllata dalle forze curde. Secondo l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), l’esplosione ha causato il ferimento di 11 persone. Lo Stato Islamico, riferiscono media siriani, ha rivendicato la paternità dell’azione terroristica. 

Siria senza pace

Un’altra autobomba è esplosa stamani ad Afrin, nel nord-ovest della Siria, causando la morte di 15 persone, di cui almeno 8 civili. La Gran Bretagna e la Francia, intanto, hanno accettato di inviare nel Paese truppe supplementari, su richiesta degli Stati Uniti per consentire alle truppe americane di ritirarsi.

A pagare sono sempre i più deboli

Vittime della situazione in cui versa il Paese sono soprattutto i più piccoli. Secondo quanto ha riferito oggi l’Ondus, circa 50 minori, molti dei quali bambini e neonati, sono morti nelle ultime settimane per stenti e mancanza di cure mediche in un campo profughi nell’est della Siria. Si tratta del centro di al Hol, vicino al confine iracheno, con oltre 70 mila persone per la maggior parte provenienti da zone in passato controllate dall’Isis.

Ultimo aggiornamento: 12 luglio 2019, ore 11:34

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11 luglio 2019, 18:55