蜜桃交友

Cerca

Siria: si rinnova il progetto umanitario 'Ospedali aperti'

Il progetto "Ospedali aperti in Siria", terminata la prima fase, si rinnova con l'obiettivo di garantire 5 mila cure gratuite in tre anni alla martoriata popolazione siriana. Il progetto è nato grazie all'iniziativa del nunzio apostolico in Siria, il card. Mario Zenari, che ieri a Roma ha presentato la ‘fase due’ dell’iniziativa, all'Ambasciata d'Italia presso la Santa Sede

Roberto Piermarini - Città del Vaticano

Il nunzio apostolico in Siria card. Mario Zenari ha lanciato ieri a Roma la seconda fase del progetto “Ospedali aperti”, da lui ideato nel 2017 e affidato ad Avsi, organizzazione internazionale che su più fronti opera per dare sostegno alla popolazione siriana. Obiettivo del progetto è assicurare l’accesso gratuito alle cure mediche ai siriani poveri, attraverso il potenziamento di tre ospedali non profit: l’Ospedale Italiano e l’Ospedale Francese a Damasco, e l’Ospedale St. Louis ad Aleppo. Ospedali Aperti ha fornito, dal novembre 2017 ad aprile 2019, oltre 20.789 cure gratuite a siriani poveri e punta, ad arrivare a 50mila entro i prossimi due anni. Grazie al progetto è stato possibile fornire, finora, 23 mila prestazioni. I tre ospedali sono pieni, con lunghe file di persone in attesa. La maggior parte delle persone curate sono donne e di fascia d'età anziana visto che la popolazione giovane in Siria sta scomparendo. Il progetto ha un budget di 16 milioni, ne sono stati raccolti 11 e utilizzati sei.

Card. Zenari: la strage degli innocenti nell’infermo siriano

Il nunzio in Siria ha spiegato che il 54% degli ospedali in Siria sono stati colpiti o distrutti: "si tratta del posto più rischioso al mondo per il personale medico, sono dati recenti quelli che ci dicono che dall'inizio dell'anno sono stati uccisi 700 operatori umanitari. Sì, la Siria è un inferno". Per quello che riguarda la situazione di conflitto nel Paese si è limitato a ricordare che "in Siria si combatte una guerra per procure" e ha invocato una soluzione negoziale, specialmente ora che è in corso la nuova offensiva a Idlib. “I segnali che arrivano da queste ultime settimane dai responsabili delle varie agenzie delle Nazioni Unite non sono incoraggianti – ha detto all’Agenzia Sir il nunzio – Stiamo assistendo dalla fine di aprile ad una escalation militare il cui prezzo viene pagato in particolare dai civili, dalle fasce più deboli della popolazione, donne e bambini in testa. Il costo pagato dei bambini è enorme al punto che possiamo definire questa guerra come la strage degli innocenti, con tanti morti, feriti, mutilati, traumatizzati. Come comunità internazionale abbiamo tutti quanti una grande responsabilità di fronte a questo male inflitto soprattutto ai più piccoli e alle donne”.

In Siria dall’inizio dell’anno attaccati 30 ospedali

In Siria infatti, si combatte ancora: nella zona di Idlib, si fronteggiano l’esercito di Assad, oppositori armati e jihadisti del fronte Tahrir al-Sham. Le Nazioni Unite parlano di centinaia tra morti e feriti e oltre 200mila sfollati interni solo nelle ultime settimane, per una emergenza umanitaria che sembra non avere mai fine. Per l’Unicef dall’inizio dell’anno in Siria almeno 134 bambini sono morti e più di 125mila sfollati. Circa 30 ospedali sono stati attaccati, 43mila bambini non possono frequentare le scuole e nella zona di Idlib gli esami di fine anno posticipati.

Avsi: fino ad oggi garantite nei pochi ospedali siriani 23mila prestazioni

Giampaolo Silvestri, segretario generale di Avsi, organizzazione non governativa senza scopo di lucro impegnata con 169 progetti di cooperazione allo sviluppo in 31 Paesi, nel suo intervento ha spiegato che ci sono tre ospedali ancora funzionanti, due a Damasco uno ad Aleppo, e che il nunzio Zenari ha chiesto appunto di studiare un progetto affinchè i più poveri potessero avere assistenza in un Paese martoriato dalla guerra. "Ad oggi - ha spiegato Silvestri - sono state garantite 23 mila prestazioni. Sono stati raccolti 11milioni, ne mancano ancora 5 per completare l'obiettivo 50 mila prestazioni entro il 2020". Ci sono poi donazioni di privati e imprese italiane e i contributi raccolti attraverso il 5 per mille.

Card. Bassetti: grande convegno con tutti i vescovi del Mediterraneo

Alla presentazione di ieri, anche il presidente della Conferenza episcopale italiana, il card. Gualtiero Bassetti in quanto la Cei ha contribuito al progetto tramite i fondi dell'Otto per mille. Il card. Bassetti ha denunciato che sulla Siria "i riflettori si stanno spegnendo" ed ha richiamato l'attenzione sull'importanza di fare memoria: "Si tratta di un processo di memoria – ha detto - un fatto epocale da cui dipenderà il destino del Mediterraneo in gran parte. Io sto organizzando un convegno di grande portata mettendo insieme tutti i vescovi del Mediterraneo. Servono proposte risolutive di pace, e quando buttano giù un ospedale dobbiamo ricostruirlo, non nascondendoci dietro una foglia".

Il contributo dell’Italia

"L'Italia sta facendo la sua parte con il sostegno a 200 programmi di assistenza - ha spiegato l'ambasciatore italiano presso la Santa Sede Pietro Sebastiani - Nell'attesa che la diplomazia porti alla riconciliazione, non si può rimanere in silenzio su una terra che soffre terribili atrocità. La Santa Sede è in prima linea" Sebastiani ha quindi ricordato le parole del Papa al Sinodo dei giovani e il suo pressante appello alla pace in Medio Oriente. Per Emmanuele Emanuele, presidente fondazione Terzo Pilastro Internazionale "Si tratta di manifestare il senso di fraternità che tutti gli uomini degno di questo nome dovrebbero avere".

L’aiuto dell’Ungheria e della Fondazione Gemelli

Nel corso dell’incontro di ieri, sono intervenuti anche l’ambasciatore dell'Ungheria presso la Santa Sede, Eduard Habsburg rappresentante del Paese che ha contribuito con una donazione di 1,5 milioni di euro consegnati dal Presidente Viktor Orban direttamente al card. Zenari a Budapest; e Giovanni Raimondi, presidente Fondazione Gemelli Irccs che contribuirà in particolare occupandosi della formazione degli addetti sanitari.

 

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

01 giugno 2019, 10:35