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Nicaragua: violenze nella cattedrale di León e assedio in quella di Managua

Durante la celebrazione della Messa per il primo anniversario dell'assassinio del chierichetto Sandor Dolmus, nella cattedrale di León, si sono verificati atti di violenza che hanno causato numerosi feriti. Anche la cattedrale di Managua sotto assedio dopo la Messa di ringraziamento per la liberazione di 56 'detenuti politici'. Il dolore del card. Brenes che continua ad invocare il dialogo

La Commissione Interamericana per i Diritti Umani (Cidh) ha esortato le autorità del Nicaragua a garantire l'integrità di più di cento persone che hanno partecipato a un'Eucaristia nella cattedrale di León e che sono state attaccate da gruppi di civili simpatizzanti del governo Ortega.

Ancora una volta nessun rispetto per i luoghi di culto

I fatti raccontati dal portavoce della cattedrale a Pope, padre Victor Morales, indicano che gruppi di civili legati al governo, si sono riuniti fuori dalla cattedrale. Alla fine della Messa, mentre alcuni parrocchiani portavano le bandiere nazionali, i gruppi hanno iniziato a lanciare pietre e sassi che hanno colpito alcune persone generando caos e nervosismo all'interno della cattedrale. Mons. Bosco Vivas Robelo, vescovo di León, ha fatto da mediatore con la polizia affinché i partecipanti alla Messa potessero lasciare la chiesa in tutta sicurezza. La gente, accompagnata dal vescovo, ha lasciato la chiesa con il timore di essere attaccata e così, è arrivata incolume nelle proprie case. Secondo testimoni oculari, c'erano molti poliziotti intorno alla cattedrale di León, ma, denunciano, "non hanno fatto nulla per impedire la violenza dei gruppi di civili”. Le violenze sono state confermate dai media locali. Su twitter la Commissione Interamericana per i Diritti Umani, scrive che "le denunce indicano che l'attacco non sarebbe stato impedito dalla Polizia del Nicaragua”.

Le dichiarazioni del cardinale Leopoldo Brenes

Il cardinale arcivescovo di Managua, Leopoldo Brenes ha espresso ieri il suo dolore per gli eventi che si sono svolti nella cattedrale di Leon: “E’ triste dire – ha detto - che tra noi nicaraguensi non possiamo usare il dialogo, come parte di un processo di convivenza, credo che la violenza generi violenza, e in questo senso, sono stato vicino a mons. Bosco, che ha espresso il suo dolore, per vedere che dopo un'eucaristia, ci siano state queste tensioni “tra fratelli”. “Vorrei - ha aggiunto il card. Brenes - che ci permettessimo di lasciarci ispirare dallo Spirito Santo che è un segno di unità che ci condurrà sempre alla verità”. “Ci sono persone - ha sottolineato - nemici della Chiesa e dei vescovi, che vogliono provocarci, ma noi vescovi abbiamo sempre pregato, siamo uomini pacifici, veniamo da famiglie pacifiche e il nostro spirito non è di violenza, ma di pace e di riconciliazione, come il Papa ci ha esortato a fare”.

Anche la cattedrale di Managua sotto assedio

Sin dalle prime ore di questa domenica mattina, le principali vie di accesso alla cattedrale di Managua sono state occupate da agenti antisommossa e dalle forze speciali di polizia. Gli agenti sono stati dispiegati nelle vicinanze della cattedrale, a poche ore di distanza da una Messa di ringraziamento per il rilascio di quelli che l'opposizione considera "prigionieri politici".

Card. Brenes: il potere della Chiesa è la preghiera

Nelle sue dichiarazioni il card. Brenes ha insistito che “l’unica via è il dialogo e, come chiede il Santo Padre, l'unico modo per risolvere i problemi è non ricorrere alla violenza. Affinché vi sia dialogo, devono esserci fiducia, sincerità e azioni concrete per andare avanti. Il nostro grande potere è la preghiera e l'annuncio della missione di Gesù Cristo”.

Ancora 85 “prigionieri politici” nelle carceri nicaraguensi

Il gruppo di 56 detenuti rilasciati martedì scorso comprendeva i principali leader dell'opposizione, tra cui il contadino Medardo Mairena, la donna d'affari Ireland Jerez, lo studente Edwin Carcache e i giornalisti Miguel Mora e Lucía Pineda. Sebbene il governo consideri il rilascio una dimostrazione di "riconciliazione", i "prigionieri politici" che hanno ottenuto la libertà, sostengono di non aver beneficiato della legge sull'amnistia, poiché protestare non è un crimine in Nicaragua. La Messa nella cattedrale di Managua è servita anche a "chiedere il rilascio immediato" di più di 85 "prigionieri politici" detenuti ancora nelle carceri nicaraguensi.

 

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17 giugno 2019, 13:41