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Che cos'è l'amore? Il Progetto Pioneer offre a bambini e ragazzi alcune risposte

Sono in libreria i primi due volumi della nuova iniziativa dell'associazione Progetto Pioneer, edito da Città Nuova: "Mostrami l'amore" dedicato all'educazione affettiva e sessuale di bambini e ragazzi. Si tratta di testi divulgativi che intendono aiutare genitori, educatori e giovanissimi a dialogare, in modo positivo e efficace, su temi fondamentali per la loro crescita

Adriana Masotti - Città del Vaticano

“100.000 baci. L’educazione affettiva e sessuale in famiglia” e “Chi siamo: un viaggio nell’adolescenza”, sono i primi due titoli della nuova collana di Città Nuova: “Mostrami l’amore”, rivolta a genitori e figli sul tema della sessualità. Coordinatore del progetto editoriale è Marco Scicchitano, psicologo e psicoterapeuta, mentre la direzione scientifica è di Emiliano Lambiase. Per la collana usciranno altri tre testi con lo stesso obiettivo: promuovere una visione positiva della sessualità e aiutare genitori e ragazzi ad affrontare insieme il tema in modo responsabile, a tutela e salvaguardia dello sviluppo psicofisico dei propri figli.

Sono i ragazzi a chiedere che cos'è l'amore

Il Progetto “Mostrami l’amore” intende rispondere al silenzioso appello che i giovani rivolgono agli adulti, genitori, insegnanti, educatori, spesso inconsapevolmente: “Non conosco l’amore, mostramelo tu”. “Il titolo “Mostrami l’amore” – spiega ai nostri microfoni Marco Scicchitano - l’abbiamo scelto ispirati da un film: “Lo chiamavano Jeeg Robot d’acciaio”, un film nel quale c’è una coppia e tra di loro c’è un amore molto tenero, molto bello, fino a quando poi, nell’incontro intimo, sessuale, tutto frana miseramente in un rapporto molto violento, quasi brutale, svilente in ogni caso, che ferisce entrambi. Al termine di questo rapporto, il ragazzo dice a lei: “Guarda, io non so amare: mostramelo tu!”. Ecco, ci ha molto colpito questa realtà, per due motivi. Questo ragazzo non riesce a mettere in atto quello che prova nei sentimenti, perchè nel momento in cui si attiva la carica erotica lui fa emergere ciò che ha imparato e in una precedente scena del film si vede come lui guarda pornografia in continuazione. Ecco, questo purtroppo, è qualcosa che avviene nella nostra società e di questo fatto molti adulti non sono consapevoli: quasi tutti gli adolescenti oggi consumano pornografia, la vedono, mentre i dati sul grado di soddisfazione sessuale sono in diminuzione. “Mostrami l’amore”, e questo è il secondo motivo, è una domanda silenziosa che i nostri ragazzi ci fanno, e noi vogliamo mostrare cosa sia l’amore: i ragazzi lo chiedono e noi con questi sussidi vogliamo dare degli strumenti a ragazzi e genitori per parlare di sessualità in maniera sana”.

Ascolta l'intervista integrale a Marco Scicchitano

Tra gli adolescenti è diffuso il consumo di pornografia

All’origine dell'iniziativa editoriale, dunque, c’è una profonda conoscenza dell’attuale mondo adolescenziale che Marco Scicchitano insieme ad un team di professionisti: psicologi, psicoterapeuti, ricercatori clinici, educatori, insegnanti, esperti in comunicazione e web all'origine del Progetto Pioneer, hanno approfondito in anni di attività. Una lettura la loro inquietante: “Di fatto, risponde il curatore della collana - questo dato è preoccupante anche se non vogliamo veicolare i nostri contenuti con i toni di un allarme, ma piuttosto come un’assunzione di responsabilità. Dobbiamo anche scuotere le coscienze, non per avere paura ma per avere partecipazione. La paura genera immobilità, genera senso di oppressione, genera preoccupazione sterile. Noi vorremmo coinvolgere adulti come noi, genitori come noi, professionisti della salute come noi a renderci conto che ci sono spazi educativi che stiamo lasciando vacanti e l’afasia con cui la nostra società fa fatica a parlare di sessualità in termini positivi, belli, spiegando la bellezza che c’è nell’intimità condivisa, ecco, questa afasia purtroppo viene sostituita da immagini: da immagini veicolate per guadagnare soldi da agenzie che non si preoccupano delle conseguenze. E quindi sicuramente bisogna fare attenzione, bisogna rendersi conto che c’è una minaccia per i ragazzi. Ma la reazione non dev’essere allarme e paura, ma partecipazione attiva, positiva, solida. Questo è quello che vogliamo fare”.

100.000 baci: un testo sull'educazione dai 0 ai 9 anni

Gli studi sulla sessualità in età infantile sono ancora in via di sviluppo, ma certamente è possibile definire alcuni dei fattori che possono aiutare un sano sviluppo del bambino: la sua relazione con i genitori, l’esperienza del sentirsi capito e sostenuto sono elementi fondamentali per la futura personalità dell’adulto. Il libro: “100.000 baci. L’educazione affettiva e sessuale in famiglia”, presenta consigli per aumentare la sintonia emotiva tra genitori e bambini, sviluppare un sano rapporto con il piacere del contatto tra i corpi di sé e dell’altro attraverso le coccole, il gioco e la gestione del pudore. L’autrice, Miriam Incurvati, è laureata in psicologia dell’età evolutiva, conduce corsi di formazione per insegnanti e progetti per bambini ed adolescenti in ambito educativo e scolastico. Il coautore Giovanni Petrichell, laureato in neuroscienze cognitive lavora nell’ambito delle dipendenze.

Gli adolescenti e la scoperta della sessualità

Virginia Conti e Donatella Sanna, entrambe medico, sono invece le autrici del secondo volume: “Chi siamo: un viaggio nell’adolescenza”, adatto a ragazzi da 10 a 13 anni. L’adolescenza è un periodo di importanti cambiamenti in cui i ragazzi devono affrontare un processo di ristrutturazione dell’identità corporea, consolidare le condotte di genere, capire e gestire la sessualità. Diversi studi dimostrano che una comunicazione aperta tra figli e genitori sui temi dell’affettività e della sessualità aiuta a sviluppare nei ragazzi una maggiore consapevolezza e una riduzione di comportamenti a rischio. In questo libro è descritto il meraviglioso viaggio alla scoperta di se stessi e della propria sessualità, dalla nascita all’età adulta, attraverso i cambiamenti del corpo e del cervello che avvengono durante l’adolescenza. Aiutando a scoprire la bellezza della differenza tra maschi e femmine, offre spunti di riflessione e di dialogo, per trasmettere ai ragazzi la bellezza e l’unicità del proprio corpo e un’idea della sessualità positiva e relazionale.

Le differenze sessuali e le relazioni virtuali

Questioni non facili da affrontare oggi in cui più che di sesso si parla di genere, anzi di molteplici generi, come propone la teoria del Gender oggi molto diffusa e insegnata anche in diverse scuole. Scicchitano conferma la difficoltà dicendo che ciascuno di noi è fatto di psiche, ma anche di corpo e che dai dati legati alla corporeità non si può comunque prescindere. E c’è un altro elemento che non si può ignorare ed è la pervasiva presenza dei social e di internet nella vita quotidiana dei bambini e dei ragazzi: sempre più impegnati a stabilire contatti con il cellulare in mano e sempre meno coinvolti in relazioni personali concrete fatte di incontri faccia a faccia con coetanei e adulti. 

Lo sviluppo delle emozioni nel tempo dei social

I giovani appaiono così, a volte, poco empatici, quasi anaffettivi, incapaci di ‘sentire’, ad esempio, la sofferenza dell’altro. "Sì, è così ed essenzialmente per due motivi – ci spiega ancora Scicchitano –. Primo perché c’è meno abitudine ed esperienza nel vivere le emozioni: lo sviluppo emotivo si sviluppa e arriva a compimento grazie all’interazione con gli altri esseri umani, con la possibilità di confronto. La cultura dei social in qualche modo si frappone in questo processo evolutivo dando immediatezza alla necessità di consumo, di informazioni che il nostro cervello ci spinge sempre ad avere. Le emozioni così non hanno la durata di cui hanno bisogno per esprimersi in pienezza, le proprie, innanzitutto. Riguardo alle emozioni degli altri, chiaramente,  - continua - la mia capacità di leggere, di entrare in sintonia emotiva con l’altra persona se è mediata da uno schermo viene meno, o quantomeno diminuisce di molto, se non scompare. E questo è molto importante da capire. E certamente non sono i giovani che possono darsi delle risposte educative, siamo noi che dobbiamo fare un doppio sforzo, cioè comprendere un mondo al quale dobbiamo appartenere un po’, in maniera magari non immediata, non spontanea, ma a partire da questa comprensione, offrire percorsi di educazione, di consapevolezza che aiutino i ragazzi a non perdere tratti e caratteristiche preziosi di umanità che non devono perdersi”.

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23 giugno 2019, 09:31