Centenario dell’Appello ai liberi e forti di Don Sturzo, a Caltagirone il convegno
Matteo Petri e Eugenio Serra – Città del Vaticano
“A tutti gli uomini liberi e forti, che in questa grave ora sentono alto il dovere di cooperare ai fini superiori della Patria, senza pregiudizi né preconcetti, facciamo appello perché uniti insieme propugnino nella loro interezza gli ideali di giustizia e libertà”. Con queste parole il 18 gennaio 1919 dall’albergo Santa Chiara di Roma, la Commissione provvisoria del Partito Popolare Italiano, con a capo il segretario politico don Luigi Sturzo, dava inizio alla partecipazione attiva dei cattolici in politica.
L’importanza dell’appello
Il discorso del 18 gennaio 1919 fu un vero punto di svolta. 45 anni prima, infatti, il “non éxpedit”, la disposizione della Santa Sede voluta da Papa Pio IX, dichiarò inaccettabile per i cattolici italiani partecipare alle elezioni politiche. Per la prima volta i cattolici erano liberi di impegnarsi e di prendere parte alla vita politica dell’Italia unita. Fu Papa Benedetto XV nello stesso anno ad abrogare ufficialmente il “non éxpedit”.
L’eredità dei 12 punti di Don Sturzo
“Dei 12 punti di Don Sturzo rimane senz’altro la grande attualità di tutte quelle questioni che allora vennero sollevate proprio da quell’appello”, spiega a Pope Matteo Truffelli presidente di Azione Cattolica. “Un’idea di politica fatta sui programmi e quindi un modo di pensare e progettare il futuro - aggiunge Truffelli - non da soli ma rivolgendosi a tutti gli uomini liberi e forti”. In politica è importante essere responsabili e assumersi le responsabilità dell’azione politica. “E’ necessario essere scevri da giudizi di parte e da interessi di parte”, prosegue il presidente Truffelli.
I cattolici in politica
“Mettere a disposizione quel patrimonio di idee, valori, competenze, esperienze e capacità. E’ su questi punti che si fonda l’impegno dei cattolici in politica”, spiega Truffelli. Spesso i cattolici si dedicano al bene comune nella nostra società. “Perseguendo quell’appello rivolto a tutti gli uomini che desideravano cooperare al bene del proprio Paese - aggiunge ancora il presidente di AC - sono molti i cattolici che operano all’interno del tessuto della società; nelle scuole, nel volontariato e nel mondo ecclesiale”.
L’impegno dei giovani
La politica come atto d’amore così com’era concepita da Don Sturzo mirava coinvolgere tutta la società, e anche i giovani. “I giovani devono portare un grande contributo alla politica del nostro tempo - prosegue Truffelli - e una carica creativa, qualità di chi pensa la politica guardando al futuro”.
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