Aquileia compie 2200 anni con i "Magnifici ritorni" dalle collezioni di Vienna
Adriana Masotti - Città del Vaticano
“Magnifici ritorni. Tesori aquileiesi dal Kunsthistorisches Museum di Vienna”: inaugurata l’8 giugno scorso, è la grande mostra che celebra i 2200 anni dalla fondazione della città di Aquileia, in Friuli Venezia Giulia. A fare ritorno, per un periodo di sei mesi, sono i reperti dell’antico Patriarcato che aveva sede nella città di origine romana e conservati nella collezione permanente viennese. Fino al 20 ottobre i 110 pezzi del Kunsthistorisches, tra statue, rilievi e frammenti marmorei, piatti e oggetti preziosi, saranno dunque esposti negli spazi del locale Museo Archeologico Nazionale. Visitarli sarà compiere un viaggio nel tempo fino agli inizi della città, ma anche nell’Aquileia dell’Ottocento quando le raccolte viennesi rappresentavano l’alternativa istituzionale al collezionismo privato o alla vendita dei materiali.
Zanardi: tra Vienna e Aquileia un rapporto molto positivo
Particolarmente grato al Kunsthistorisches Museum, per aver accettato di concedere il prestito dei suoi importanti pezzi aquileiesi, è Antonio Zanardi Landi, il presidente della Fondazione Aquileia che con il Polo museale del Friuli Venezia Giulia, il patrocinio del Comune di Aquileia e in collaborazione con Fondazione So.co.Ba, ha organizzato l’evento. “ E’ sempre difficile fare delle mostre con pezzi che ritornano nei luoghi di origine -spiega ai nostri microfoni Zanardi Landi - perché si può insinuare il sentimento che il luogo abbia subito una spoliazione e qualche cosa sia stata portata via. In questo caso l’abbiamo voluta fare per un motivo specifico, perché abbiamo voluto in qualche modo riconoscere l’importanza del lavoro fatto dagli archeologi austriaci o che provenivano da Paesi dell’ex impero asburgico, anche perché negli anni in cui i reperti sono stati scavati e ritrovati l’alternativa sarebbe stata la dispersione sul mercato antiquario: pensi che Elisa Baciocchi dopo essere stata allo Spielberg si ritirò a Villa Vicentina che è un paesino non lontano da Aquileia, e lei fece trasportare 250 carri di reperti archeologici per adornare la sua villa e il suo giardino. E di questi 250 carri di reperti archeologici non è rimasta traccia. Dunque dobbiamo riconoscere che gli scavi fatti dagli austriaci hanno consentito che questi pezzi venissero comunque radunati in un museo pubblico e europeo che è il Kunsthistorisches Museum".
Gli scavi e le scoperte nell'Aquileia del 1800
L'esposizione è dunque testimonianza della grandezza dell’antica città romana, ma racconto anche di un altro periodo importante della sua storia. "Io penso - racconta ai microfoni di Pope Marta Novello, curatrice della mostra e direttrice del Museo Archeologico nazionale di Aquileia - che la mostra sia un’occasione per fare un approfondimento su un importante momento quello in cui Aquileia faceva parte dell’impero asburgico, quindi a partire dai primi decenni dell’800 e per tutto l’800. Aquileia era allora il gioiello dell’Austria dal punto di vista dei ritrovamenti di antichità ed era anche il punto di riferimento istituzionale a cui venivano inviati tutti i materiali più preziosi che venivano messi in luce nel corso di ritrovamenti e scavi, perlopiù occasionali, effettuati nell’antico centro romano, anche perché la legislazione austriaca, per buona parte dell’ottocento, lasciava la titolarità dei ritrovamenti dell’antichità allo Stato asburgico, quindi all’imperatore. Così molti reperti raggiunsero questi gabinetti imperiali che poi diventarono alla fine dell’800 il Kunsthistorisches Museum di Vienna. Molti oggetti ritenuti poi particolarmente importanti raggiunsero quella che allora era la capitale anche come dono fatto direttamente all’imperatore da parte di famiglie importanti che ritrovavano nei loro possedimenti oggetti di particolare pregio, come segno di stima".
Il rilievo votivo di Mitra
Tra i “magnifici ritorni” spicca il rilievo marmoreo con la rappresentazione di Mitra Tauroctono, con il berretto frigio, il serpente, lo scorpione e l'uccisione del toro sacro che riporta agli antichi culti presenti ad Aquileia. "Il Mitra Tauroctono è in effetti una delle cose più importanti - dice Zanardi Landi -. Noi ad Aquileia ne abbiamo solo una copia in gesso ma ci ricorda che Aquileia, fondata 2.200 anni fa per facilitare l’espansione dell’Impero romano verso Oriente, verso i Balcani, in 250 anni è diventata una porta che da Oriente ha ricevuto molti influssi e Mitra, che ha una provenienza persiana, e quindi è venuto da Oriente, ci ricorda questa funzione di Aquileia come punto di congiunzione tra Oriente e Occidente. Oltre al Mitra Tauroctono ci sono pezzi che fanno capire quanto grande e importante e quanto raffinata fosse la cultura aquileiese 1800 anni fa".
Tra i reperti più significativi la croce di Aquileia
Nell'esposizione si distinguono poi la patera in argento, eccezionale piatto dalla complessa raffigurazione allegorica e la croce in bronzo del IV secolo con il monogramma dato dall’intersezione delle iniziali del nome greco di Cristo donata a Vienna dal barone Ettore von Ritter verso la metà dell’800. "La croce in bronzo - spiega Marta Novello - è uno degli elementi simbolo della storia dell’Aquileia cristiana, che è una storia molto precoce. Aquileia è una città che subito dopo l’editto del 313 d.C. costruì delle precocissime aule basilicali che sono le antenate di quella che è tuttora la basilica di Aquileia. La croce di Aquileia è un elemento simbolico presente a Vienna in questo esemplare di grandi dimensioni in bronzo, databile nel IV, V secolo d.C. ma è presente ad Aquileia anche in tante piccole riproduzioni di dimensioni minori". La croce verrà esposta in Basilica il 12 luglio, festa dei patroni della città e del Friuli, Ermacora e Fortunato, e alla concelebrazione solenne degli arcivescovi di Udine e di Gorizia "che sono gli eredi del patriarcato disciolto nel 1752 - ci dice Zanardi Landi -, si uniranno i vescovi delle diocesi che facevano parte dell’antico Patriarcato che andava dal lago di Como al lago Balaton, dunque vescovi lombardi, trentini, veneti, sloveni, austriaci e ungheresi".
La mostra: un evento eccezionale per il territorio
Grazie al sostegno della Fondazione Aquileia è stato possibile anche il restauro della cosiddetta Venere di Aquileia, che dopo una lunga permanenza nei depositi viennesi finalmente può essere esposta. La scultura richiama la Venere Marina e deriva da un’elaborazione ellenistica di II secolo a.C. della famosissima Afrodite di Prassitele, opera di IV secolo a.C. Va segnalata infine la statua di aquila a tutto tondo, simbolo del potere dell’Impero romano, databile al II d.C, lavorata in un unico blocco. “La mostra rappresenta un evento eccezionale per il nostro territorio – ha dichiarato alla presentazione il sindaco di Aquileia, Emanuele Zorino - un’occasione di visibilità internazionale e un’occasione di festa per i cittadini aquileiesi”. Ce lo conferma il presidente Zanardi Landi: "Ad Aquileia abbiamo iniziato 4 anni fa a fare mostre, possiamo dire, con un contenuto politico e notiamo con grande piacere che la cittadinanza inizia a partecipare fortemente e a sentirle come proprie".
Il contributo della mostra alla 'mission' del Museo permanente
Grande soddisfazione anche da parte di Marta Novello, direttrice del Museo che ospita i "Magnifici ritorni": "Devo dire che la storia che raccontiamo quest’anno con questa mostra è una storia particolarmente adatta a quella che è la mission, la funzione del museo di Aquileia. Un museo che ospita, conserva ed espone materiali che vengono esclusivamente del sito di Aquileia. Quest’anno con questo prestito da Vienna possiamo implementare, arricchire, completare la storia dell'antica città romana con tutti i reperti che invece hanno preso strade diverse.“
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