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Christine Lagarde, direttrice del Fondo Monetario Internazionale Christine Lagarde, direttrice del Fondo Monetario Internazionale 

Allarme del Fmi: guerra dei dazi affossa l’economia mondiale

Il Fondo Monetario Internazionale lancia un forte monito a Stati Uniti e Cina, che continuano a fronteggiarsi sulla questione dei dazi. Il possibile fallimento delle trattative tra Washington e Pechino potrebbe costituire una minaccia per l’economia mondiale

Giancarlo La Vella – Città del Vaticano

Sulla cosiddetta guerra dei dazi tra Stati Uniti e Cina parla in prima persona la direttrice generale del Fondo Monetario Internazionale, Christine Lagarde, che esorta le due potenze a risolvere in tempi brevi una querelle che potrebbe avere ricadute fortemente negative sull’economia globale. A parte la reazione al ribasso in questi giorni delle Borse di tutto il mondo, in particolare cresce la preoccupazione in Europa, strettamente legata dal punto di vista commerciale sia a Washington che a Pechino.

Dazi: la miope presa di posizione degli Usa

Secondo Angelo Baglioni, docente di Economia Internazionale all’Università Cattolica di Milano, la presa di posizione del presidente americano, Donald Trump, che ha annunciato l’aumento della tassazione delle merci in entrata dalla Cina, non considera che ad un aumento degli introiti nel breve periodo farà necessariamente seguito un esborso a causa delle misure di ritorsione che inevitabilmente verranno adottate dalla controparte. Se i due Paesi non giungeranno ad un accordo – afferma Baglioni – ad andare in difficoltà saranno la produzione e l’occupazione a livello mondiale.

Usa e Cina a colloquio sui dazi

Sia Cina che Stati Uniti sono consapevoli che la questione dazi debba essere risolta al più presto. La Casa Bianca punta a un riequilibrio della bilancia commerciale, attualmente – secondo Trump – sfavorevole a Washington nei confronti di Pechino. In proposito la Repubblica Popolare ha annunciato che sarà il vicepremier Liu He a guidare la delegazione negli Usa per partecipare ai colloqui del 9 e 10 maggio prossimi. L’Europa per ora sta a guardare, ma è importante – sottolinea l’economista Angelo Baglioni – che il Vecchio Continente non si faccia imbrigliare nella logica del protezionismo che non fa altro che aumentare il prezzo dei prodotti al minuto e frenare commercio, produzione ed occupazione.

Ascolta l'intervista ad Angelo Baglioni

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08 maggio 2019, 10:35