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Libia. Oim: preoccupazione per migranti e sfollati

Si acuisce sempre di più la crisi libica. Cinque le vittime nei raid notturni di Haftar su Tripoli. L’Onu, intanto, parla di 20mila sfollati

Elvira Ragosta – Città del Vaticano

Dopo il lancio di missili ieri sulla periferia di Tripoli, il generale Haftar, l’uomo forte della Cirenaica a capo dell'autoproclamato Esercito nazionale libico avrebbe ordinato per oggi un nuovo attacco alla capitale, secondo quanto riferisce al-Jazeera citando fonti della sicurezza libiche. Dall’altra parte, il capo del governo libico sostenuto dall’Onu, Serraj, definisce Haftar un ''criminale di guerra'', e annuncia un ricorso nei suoi confronti alla Corte penale internazionale. Sul versante diplomatico, una bozza di risoluzione Onu, preparata dalla Gran Bretagna, potrebbe essere votata in settimana: chiede alle parti il cessate il fuoco e la riapertura del dialogo facilitato dall’Onu.

Onu: 20mila sfollati dall’inizio degli scontri, di cui 7.300 i bambini

Dal punto di vista umanitario aumentano le difficoltà per la popolazione. L’Ufficio Onu per gli Affari umanitari (Ocha) parla di 20mila sfollati. Di questi, secondo l’Unicef, 7.300 sono bambini. Necessitano di aiuti umanitari inoltre i migranti e i rifugiati nei centri di detenzione libica “Fino a due settimane fa nei centri di detenzione ufficiali del governo c’erano 6.900 persone - dice Flavio Di Giacomo, portavoce dell’Oim, l’Organizzazione Mondiale per le Migrazioni per il Mediterraneo – e siamo molto preoccupati per circa 3.600 persone detenute nei centri che si trovano vicino ai luoghi dove ci sono gli scontri. Le necessità più urgenti – continua Di Giacomo - sia per i migranti e i rifugiati, sia per gli sfollati libici della zona di Tripoli – riguardano la possibilità che le organizzazioni umanitarie che si trovano in Libia possano fornire loro aiuti e che lo possano fare in sicurezza”.

Ascolta l'intervista a Di Giacomo

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17 aprile 2019, 13:25