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Preghiere sulle salme delle vittime degli attentati Preghiere sulle salme delle vittime degli attentati 

P. Cervellera: in Sri Lanka colpiti non solo i cristiani ma tutte le religioni

In Sri Lanka c’è un crescendo di paura. Per il direttore di AsiaNews padre Bernardo Cervellera, il terrorismo nel mondo non è finito ed è sempre più alimentato dal fondamentalismo religioso. L’Is dopo la sconfitta in Siria e Iraq, sta cercando nuove sedi in Asia. I cristiani in Sri Lanka hanno sempre avuto un buonissimo rapporto con tutte le altre religioni

Luca Collodi - Città del Vaticano

Gli attacchi nello Sri Lanka sono stati compiuti in "rappresaglia" per la strage nelle moschee di Christchurch (Nova Zelanda) del 15 marzo scorso in cui morirono 50 persone. E’ quanto emerge da una prima indagine degli attentati di Pasqua costati la vita ad almeno 320 persone, secondo quanto riferito oggi in Parlamento dal vice ministro della Difesa del Paese. Intanto, secondo l’Unicef, sarebbero 45 i bambini che hanno perso la vita negli attentati nello Sri Lanka. Sulla situazione nel Paese asiatico all’indomani degli attentati,  ai microfoni di Radio Vaticana Italia, padre Bernardo Cervellera, direttore di AsiaNews

Ascolta l'intervista a padre Cervellera

R. – In questo momento i cristiani sono affranti ma timorosi, perché non si sa bene cosa potrà succedere. È stata una cosa così imprevista, così sottovalutata … Poi ci sono tante voci: si trovano detonatori, un’altra bomba esplode, ci sono lettere minatorie, minacce … C’è veramente una specie di crescendo di paura e di scontri in questo povero Paese. Ma devo dire comunque una cosa: qualche giornale dice: “È ripreso il terrorismo”. A me sembra che il terrorismo non sia mai finito, perché se ricordiamo le cose che sono accadute in Francia, in Belgio e le cose che accadono ovunque nel mondo, mi pare che il terrorismo in realtà vada avanti per conto suo ed è alimentato sia dal fondamentalismo religioso di alcuni gruppi sia dalla voglia di gruppi dell’Occidente di vedere armi in queste regioni.

Padre Cervellera, c’è un salto di qualità dei gruppi islamici radicali?

R. - Lì, in Sri Lanka senz’altro. Nessuno si aspettava che un gruppo islamico – gli islamici costituiscono circa il 9% della popolazione – che di solito ha fatto notizie per degli scontri con i gruppi fondamentalisti buddisti - i quali oltre tutto hanno vittimizzato i musulmani – potesse fare una cosa del genere. Il fatto che questo gruppo sia riuscito a fare questo grande concertato pluri-attentato, senz’altro vuol dire che dietro c’è la mano di grandi potenze straniere, di gruppi organizzatissimi magari. Sappiamo che molti dei capi dell’Is che è stato sconfitto in Siria e in Iraq, si sono diretti proprio verso le Filippine, la Malesia, il Brunei, l’Indonesia … Stanno cercando una nuova sede. È possibile, però bisognerà dimostrarlo con i fatti, che vogliano trovare una sede anche in Sri Lanka visto che è anche un Paese abbastanza ‘poroso’.

Sono stati colpiti i cristiani, ma in realtà è stato colpito anche il buddismo, l’induismo e la realtà musulmana, realtà che dialogavano tra di loro nel Paese. Qui viene alla menteAbu Dhabi e la firma del documento sulla Fratellanza globale…

R. - Certo, questa cosa fa sembrare il documento sulla Fratellanza firmato dal Papa e dal Grande Imam Al-Tayyeb ad Abu Dhabi, come una cosa ancora non attuale, un sogno. In realtà bisogna dire che in Sri Lanka, i cristiani erano in buonissimo rapporto con tutti. Noi abbiamo pubblicato notizie di cristiani e buddisti che lavorano per ripulire spiagge e aiutare la natura a ricrescere; abbiamo pubblicato notizie di cristiani e musulmani che lavoravano a favore dei bambini poveri nelle scuole. È chiaro che questo attentato vuole fare deflagrare assolutamente questo Paese e vuol farlo rifugiare magari sotto uno dei grandi e potenti Paesi della regione – India e Cina – oppure sotto gli Stati Uniti, in modo tale da essere più sicuri nei confronti di questi attacchi.
 

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23 aprile 2019, 13:20