蜜桃交友

Roberta Gisotti 鈥� Città del Vaticano

Sono diritti umani riconosciuti dalle Nazioni Unite dal 2010: acqua potabile e  servizi igienico-sanitari ma a tutt鈥檕ggi 2 miliardi e 100 milioni di persone non hanno acceso all鈥檃cqua potabile  e 4 miliardi e mezzo non dispongono di strutture sanitarie gestite in sicurezza. Eppure l鈥橭nu ha inserito nell鈥橝genda per lo sviluppo sostenibile l鈥檃mbizioso obiettivo di garantire a tutta la popolazione mondiale acqua e servizi sicuri entro il 2030.

E鈥� lontano l鈥檕biettivo dall鈥檃cqua sicura per tutti

鈥淚l mondo è ancora fuori strada per raggiungere questo importante traguardo鈥�, denuncia il Rapporto 2019 sullo sviluppo idrico, pubblicato a cura dell鈥橴nesco, in collaborazione con le 32 istituzioni dell鈥橭nu e i 41 enti internazionali che compongono l鈥檃genzia UnWater, fondata nel 2003 - a 10 anni dalla proclamazione della Giornata mondiale dell鈥橝cqua per coordinare le attività di tutela di questo bene primario e i programmi igienico sanitari.

Un diritto vitale per la dignità delle persone

鈥淟鈥檃ccesso all鈥檃cqua è un diritto vitale per la dignità di ogni persona鈥�, sottolinea il direttore generale dell鈥橴nesco Audrey Azoulay, sollecitando nella comunità internazionale 鈥渦na determinazione collettiva鈥� per includere 鈥渜uanti sono stati lasciati indietro nei processi decisionali, che potrebbero rendere questo diritto una realtà鈥� per tutti.

Degrado ambientale pone a rischio patrimonio idrico

Grande preoccupazione esprime Gilbert F. Houngbo, direttore di UnWater e presidente dell鈥橧fad, il Fondo dell鈥橭NU per lo sviluppo agricolo.  鈥淚 numeri parlano da soli鈥� - avverte 鈥� 鈥渟e il degrado dell鈥檃mbiente naturale e la pressione insostenibile sulle risorse idriche globali continueranno ai tassi attuali, il 45 per cento del Prodotto interno lordo e il 40 per cento della produzione di cereali, a livello globale, saranno a rischio entro il 2050鈥�.

Un milione e mezzo di vittime per acqua contaminata

L鈥橭nu stima che 1 milione e 400 milioni di persone, in gran parte bambini, perdano la vita ogni anno per patologie contratte a causa di acqua contaminata, come documentato nella recente Conferenza sull'Ambiente, a Nairobi, dall'11 al 15 marzo scorso.

Disparità colpisce poveri e classi disagiate

La disparità di accesso all鈥檃cqua colpisce i più poveri tra gli Stati e tra gli abitanti negli stessi Paesi, oltre che le categorie socialmente più deboli, come le donne, i bambini, gli anziani e soprattutto i profughi, a significare che il diritto all鈥檃cqua non è separato dal godimento di altri diritti umani鈥�, cosicché, ad esempio, nei centri urbani 鈥� sottolinea il Rapporto 鈥� gli abitanti delle periferie più degradate arrivano a pagare l鈥檃cqua potabile dai venditori ad un prezzo 10/20 volte superiore al costo sostenuto dagli abitanti nelle zone più ricche.

Le donne africane più distanti dall鈥檃cqua

Più della metà delle persone che bevono da fonti insicure vivono nell鈥橝frica subsahariana, dove solo il 24 per cento ha accesso all鈥檃cqua potabile e il 28 per cento a servizi igienici non condivisi con altre famiglie. Tre quarti degli abitanti dei Paesi di questa regione africana devono procurarsi l鈥檃cqua con fatica, incombenza che ricade principalmente sulle donne, che impiegano mediamente oltre 30 minuti in ogni viaggio per prendere l鈥檃cqua. 鈥淪enza acqua e servizi igienici sicuri e accessibili - sottolinea il Rapporto - è probabile che queste persone affrontino molteplici sfide, tra cui cattive condizioni di salute e di vita, malnutrizione e mancanza di opportunità per l'istruzione e l'occupazione鈥�.

Rifugiati e sfollati più penalizzati

Drammatica la situazione di rifugiati e sfollati all鈥檌nterno dei propri Paesi che devono spesso affrontare gravi ostacoli per approvvigionarsi di acqua e servirsi di servizi igienico-sanitari. Quasi 70 milioni di persone nel 2017 sono state costrette a fuggire dalle loro case. Oltre 25 milioni in media ogni anno migrano a seguito di disastri naturali, il doppio rispetto agli inizi degli anni 鈥�70, un numero che si teme aumenterà per effetto dei cambiamenti climatici in atto.

Aumentano le guerre per l鈥檃cqua

E mentre dal 1980 il fabbisogno idrico è aumentato ogni anno dell鈥�1 per cento, sono cresciute anche le guerre per l鈥檃cqua: 94 dal 2000 al 2009 e 263 dal 2010 al 2018. I conflitti per accaparrarsi fonti idriche si sono dunque triplicati da un decennio all鈥檃ltro.

Investire in risorse idriche e servizi sanitari conviene

Il Rapporto dimostra infine che investire nell'approvvigionamento idrico e nei servizi igienico-sanitari ha un鈥檕ttima resa economica; il ritorno è stimato globalmente doppio per gli investimenti per l鈥檃cqua potabile ed oltre cinque volte per i servizi igienico-sanitari.