Nicaragua, card. Brenes: incontro con gli imprenditori è una risposta alle nostre preghiere
Patricia Ynestroza e Michele Raviart – Città del Vaticano
L’incontro di sabato scorso in Nicaragua tra gli imprenditori locali e il presidente Daniel Ortega “è stato un fatto piuttosto positivo e, in una certa misura, è una risposta alla nostra preghiera ed a quella della nostra gente che continua a pregare in modo che le parti possano sedersi ad un tavolo negoziale”. Ad affermarlo è il cardinale Leopoldo Brenes, vescovo di Managua, intervistato per Pope da Patricia Ynestroza.
Centinaia di morti nelle manifestazioni contro il governo
Il porporato era presente insieme al nunzio apostolico Stanislaw Sommertag all’incontro, considerato uno dei primi passi per ricostruire il Paese, dove le manifestazioni cominciate lo scorso aprile contro il presidente Ortega, in carica dal 2007, hanno portato alla morte e all’arresto di centinaia di cittadini. La Chiesa del Nicaragua aveva già invocato la ripresa del dialogo nazionale lo scorso gennaio, per una situazione che ha portato oggi alcuni parlamentari europei, che hanno visitato nei mesi scorsi il Nicaragua, a chiedere all’Unione di valutare delle sanzioni per violazioni dei diritti umani.
Il ruolo della Chiesa
Spiega il cardinale Brenes: “per diverse settimane c'era stata questa iniziativa di uomini d'affari che volevano avere un incontro con il Presidente e la Vice Presidente. La proposta è stata fatta ad entrambi e sabato pomeriggio siamo stati informati che l’incontro ci sarebbe stato ed io e il nunzio siamo stati invitati a partecipare alla riunione chiesta da mesi, soprattutto per toccare questioni molto cruciali del Paese”.
In seguito, ci saranno negoziati con un'altra parte della società alla ricerca della pace?
R. - Gli imprenditori hanno proposto un percorso, quindi quello appena avvenuto non sarà l’ultimo. Ci saranno molte riunioni in cui si potranno toccare le questioni cruciali che coinvolgono il Nicaragua. Così come la questione dei prigionieri politici, della libertà dei media, del Consiglio supremo elettorale. Tutte questioni che dovranno essere affrontate in un nuovo contesto, magari in una fase successiva.
Venerdì scorso l'Organizzazione degli Stati Americani (Osa) ha parlato al governo di possibili riforme del processo elettorale…
R. - Sappiamo da tempo che l'Osa si è incontrata con il governo per creare un percorso in vista delle prossime elezioni. Tutto questo dialogo era stato interrotto anche con loro. Grazie a Dio, l'Osa è tornata di nuovo in Nicaragua, hanno parlato con le autorità e penso che riprenderanno nuovamente questo dialogo. Penso che si tratti di un lavoro in cui hanno una notevole esperienza in termini di svolgimento democratico delle elezioni. Noi siamo pastori, non abbiamo esperienza come l'Osa, che ha esperienza nel sostenere il governo in questi processi elettorali, perché è una delle cose che il popolo chiede: elezioni libere e trasparenti con osservatori nazionali e internazionali.
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