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Ebola nella Repubblica Democratica del Congo Ebola nella Repubblica Democratica del Congo 

Ebola. Portavoce Unicef Italia: in Congo siamo alle porte di una catastrofe umanitaria

Nella Repubblica Democratica del Congo la decima epidemia di Ebola ha colpito oltre 740 persone, il 30% delle quali bambini. La nostra intervista con Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia

Barbara Castelli – Città del Vaticano

“Se non interveniamo subito, si rischia una strage”. Il portavoce di Unicef Italia, Andrea Iacomini, traccia un bilancio drammatico della situazione nella Repubblica Democratica del Congo, colpita dalla decima epidemia di Ebola, la peggiore di sempre per il Paese. Dal primo agosto 2018, oltre 740 persone sono state contagiate: di queste 460 sono morte, con un tasso di letalità superiore al 60%. Si tratta della seconda epidemia di Ebola più grave della storia, precisa il portavoce di Unicef Italia, dopo quella che ha imperversato in Liberia, Guinea e Sierra Leone tra il 2014 e il 2016. (Ascolta l'intervista ad Andrea Iacomini sulla diffusione di Ebola nella Repubblica Democratica del Congo).

La diffusione di Ebola e le scarse condizioni di sicurezza

Insieme con il governo locale e con le organizzazioni partner, Unicef sta ampliando il suo intervento per assistere le vittime, monitorare la diffusione della malattia e porre fine all’epidemia. La risposta all’emergenza, tuttavia, continua a essere ostacolata dalle scarse condizioni di sicurezza, dagli spostamenti frequenti della popolazione nelle aree colpite e dalla resistenza opposta da alcune comunità. “Parliamo di un Paese fortemente instabile – rimarca Andrea Iacomini – un Paese dove, tra l’altro, ci sono milioni di bambini colpiti da malnutrizione acuta. In molte zone, i vari gruppi locali e le truppe governative si fronteggiano per il controllo di alcuni distretti: è chiaro che lo spostamento umano – nel caso di questa malattia – rischia di portare l’epidemia fuori dai confini del Paese e, a quel punto, gli esiti sarebbero catastrofici”.

L’Unicef e la risposta all’emergenza

Fino a oggi, l’Unicef ha raggiunto oltre 10 milioni di persone nelle aree colpite con informazioni sulle misure di prevenzione, in collaborazione con i leader comunitari e i mass media; fornito acqua potabile a più di 1,3 milioni di persone, in luoghi pubblici, centri sanitari e scuole; organizzato una campagna di prevenzione in 888 scuole, di cui hanno beneficiato 8.146 insegnanti e 157.133 alunni; identificato e assistito 686 bambini resi orfani dalla malattia. “I nostri team lavorano instancabilmente con un approccio polivalente – conclude il portavoce di Unicef Itali, ai microfoni di Pope – è chiaro che questi sono progetti estremamente sotto finanziati: se queste grandi catastrofi non diventano di dominio pubblico, rischiano di ingrandirsi. In Congo siamo alle porte di una catastrofe umanitaria, l’ennesima, legata ad Ebola e anche alle condizioni politiche e sociali molto complicate”.

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31 gennaio 2019, 15:58