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Gen Verde: tutti possiamo essere costruttori di fraternità

La fraternità e la pace dipendono da ciascuno di noi: questo il messaggio che il nuovo concerto del Gen Verde proporrà a fine mese a Loppiano per poi diffonderlo in tante altre città del mondo. Un messaggio controcorrente, ma entusiasmante, ci dice una delle artiste della band

Adriana Masotti - Città del Vaticano

Anteprima italiana, il 29 e il 30 dicembre prossimi a Loppiano, del nuovo spettacolo della band internazionale Gen Verde. “From the inside outside” il titolo. Le due serate seguono le tappe di Lussemburgo e Inghilterra. Un ritorno a casa, perché è nella cittadella internazionale del Movimento dei Focolari sulle colline toscane, che le 20 artiste di 14 nazionalità diverse, vivono e lavorano, per poi raggiungere le città del mondo.

Attingere al potenziale che c'è dentro ciascuno 

Da anni il Gen Verde continua a proporre al pubblico messaggi che vogliono dare speranza e costruire fraternità. Dopo aver lanciato, con il precedente spettacolo “On the other side”, l’invito ad oltrepassare ogni confine per guardare con gli occhi dell’altro, spiega ai nostri microfoni Alessandra Pasquali, attrice del Gruppo e organizzatrice degli eventi, questo nuovo lavoro vuol raccontare la forza che ogni persona porta dentro di sé. E lo fa attingendo alle esperienze personali delle stesse componenti la band. "A parlare di più di solito è l’esperienza, lo sappiamo – afferma Alessandra - è quella che veramente fa la differenza. Così, attraverso le nostre canzoni e quindi i nostri spettacoli, noi trasformiamo in musica, canto, parti teatrali, danze, quelle che sono le nostre esperienze di vita o le esperienze di persone che ci hanno spinto a guardare più in là dei nostri limiti. E, pensando alle varie situazioni mondiali da cui veniamo, si capisce che noi portiamo anche le realtà delle nostre culture, delle nostre tradizioni". (Ascolta l'intervista a Alessandra Pasquali)

Scoprire una terra comune per ritrovarsi uniti

Un esempio è la canzone “Tierra de paz” o  “Our common ground”: scritta in due lingue, spagnolo e inglese. "Bisogna immaginare la frontiera tra Messico e Stati Uniti - ci dice Alessandra - due di noi, una messicana l’altra di Los Angeles, si sono chieste: come facciamo noi che siamo di due nazioni, non solo diverse ma anche che vivono una realtà di conflitto quasi, come facciamo a guardarci negli occhi e a non giudicarci l’una con l’altra?  Lo possiamo fare perché noi abbiamo trovato quella terra comune in cui sentiamo che i dolori dell’una sono anche i dolori dell’altra, che vogliamo l’una per l’altra un posto dove si possa dire: qui c’è la pace".

Superare le tensioni attraverso il dialogo

"Qualche anno fa ci siamo trovate in Ungheria quando c’è stata la forte ondata migratoria: eravamo a Szeged - continua a raccontare Alessandra - lì si stava vivendo un momento di grande tensione e la città non era pronta ad accogliere tante persone. Noi all’interno di un workshop proponevamo di imparare una canzone che diceva “No borders”. Alcuni dei ragazzi a un certo punto si sono un po’ ribellati, perché hanno detto: “Sì certo è facile dire no confini, no muri…”. Quella è stata un’occasione bellissima, perché c’è stato un momento critico, però ci siamo messi a parlare di questa realtà e anche a dire che sì, c’è il problema, ma c’è anche la possibilità di vedere altre strade, come questa questione potrebbe essere risolta. Anche nel piccolo: cosa posso fare io? E i ragazzi hanno capito. Non soltanto hanno capito, ma sono voluti venire a vedere come viviamo noi qui a Loppiano". 

Le cose possono cambiare

Nei brani cantati dal Gen Verde emergono temi come perdono, razzismo, migrazione, insieme ai disagi che molti giovani vivono oggi: il bullismo, la mancanza di speranza, la ricerca della propria identità e le dipendenze di ogni tipo. Su tutto, però, vince una certezza: c’è speranza, nonostante tutto, perché le cose si possono cambiare. E lo spettacolo non è fatto solo di canzoni, ma - come si legge nel comunicato del Gruppo internazionale - , vengono proposti anche “video d'impatto che trasformano continuamente gli ambienti e le atmosfere, arrangiamenti potenti ed energici, coreografie capaci di coinvolgere il pubblico più esigente, sonorità che sono un melting pot, cioè un crogiolo di elettronica, rock, K-pop ed etnico, frutto della natura multiculturale della band”.

Lavoro e dialogo con i giovani

Oltre ai concerti, le artiste del Gen Verde animano nelle loro tournée il progetto: “Start Now”, un laboratorio per il dialogo e l’unità dedicato specificatamente ai giovani che, alla fine del percorso, si esibiscono con loro in concerto. Così si costruisce insieme una mentalità nuova e una cultura che guarda con fiducia al futuro. Alessandra Pasquali lo conferma: "Sì, secondo me è anacronistico pensare a un mondo in cui non si cerchi il dialogo. Ormai tutti i popoli si spostano: non soltanto cercano lavoro ma fuggono per poter continuare a vivere. Non guardare questo, non volerlo ammettere o volerlo cancellare, è fuori tempo. Per me è più di moda voler costruire la pace che non farlo e considero un privilegio averlo sperimentato. Ho visto che quello che si può creare, cercando piattaforme, luoghi, attività che creino dialogo, trasforma le vite, fa sperare ancora".

Ascolta l'intervista a Alessandra Pasquali


 

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22 dicembre 2018, 09:00