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Aperto in Calabria il cantiere del Cimitero dei migranti

Per Franco Corbelli (Movimento Diritti Civili) l’opera umanitaria che sorgerà a Tarsia, provincia di Cosenza, darà dignità alle vittime dei naufragi

Fabio Colagrande - Città del Vaticano

“Oggi, dopo cinque anni dal primo progetto, si apre il cantiere, entrano in funzione quelle che ho definito le ruspe, gli escavatori dell’umanità e diamo così il via ufficialmente al cantiere”. Con emozione, Franco Corbelli, presidente del Movimento per i Diritti Civili, racconta a Radio Vaticana Italia, il traguardo a cui è giunto: la partenza a Tarsia, in provincia di Cosenza, dei lavori per la creazione del primo Cimitero Internazionale dei migranti.

Cancellare la disumanità

“Si tratta di un fatto importante perché è dovere morale di ogni Paese civile avere questo riferimento per le vittime e i loro familiari”, spiega Corbelli. “Infatti ancora oggi, seppure se ne parli meno, continuano i naufragi e tanti poveri migranti, senza volto e senza nome, sono seppelliti in piccoli cimiteri sperduti. E di fatto, in questo modo, viene cancellato ogni riferimento alla loro identità, ogni possibilità di ricordo. Dove andranno i loro familiari per portare un fiore sulle loro tombe e dire una preghiera? Sono partito proprio da questa considerazione, dalla grande amarezza e sofferenza che mi suscitava, soprattutto dopo il tragico naufragio di Lampedusa dell’ottobre 2013, per dire: noi dobbiamo cancellare questa disumanità, dobbiamo dare la possibilità a tutti di avere una degna sepoltura e allo stesso tempo dobbiamo dare un riferimento ai loro familiari”. “Ognuno, d’ora in poi - commenta il leader del Movimento Diritti Civili - saprà che andando a Tarsia, in questo piccolo ma accogliente paese calabro, potrà trovare presso questo cimitero, vero e proprio monumento memoriale alle vittime dei naufragi, il proprio congiunto tragicamente scomparso”.

Da un piccolo comune calabro un messaggio al mondo

“Il cimitero - racconta ancora Corbelli - sorgerà su un’area di circa ventottomila metri quadrati, un luogo suggestivo ma soprattutto dal grande valore simbolico. Esattamente dinanzi al lago di Tarsia, in un’area naturale molto bella, di fronte al vecchio cimitero comunale, immersa fra gli ulivi secolari che resteranno intatti, ma anche nelle vicinanze dell’ex-campo di concentramento fascista Ferramonti, che fu tra i più grandi d’Italia”. “Questo luogo di prigionia - prosegue - fu teatro di grandi gesti di umanità e nessuno dei tremila internati subì atti di violenza. Ecco perché abbiamo scelto Tarsia: per questa sua storia di accoglienza e solidarietà”. “E oggi, insieme al sindaco Roberto Ameruso, grazie anche al sostegno che ci ha dato in questi cinque anni il presidente della regione, che finanzia l’opera, possiamo iniziare questo progetto umanitario e mandare così al mondo, alla vigilia del Natale, da questo piccolo comune della Calabria, un messaggio di pace e di speranza. Sono certo che entro il 2019 completeremo i lavori e saremo felicissimi di ospitare Papa Francesco per l’inaugurazione”.

La dedica al piccolo Aylan

“Questo monumento dedicato ai migranti - conclude Franco Corbelli - sarà intitolato al bambino siriano Aylan Kurdi, morto in un naufragio sulle coste turche nel 2015 e divenuto simbolo delle tragedie delle migrazioni. Vorremmo attraverso di lui ricordare tutti i bambini scomparsi in circostanze simili e sottolineare che questi drammi continuano. Nell’anno che si sta chiudendo ci sono state oltre duemiladuecento vittime nel Mediterraneo e dal 1990 a oggi, in quello che è diventato un mare di sangue, oltre trentaseimila morti, di cui migliaia di bambini. Ed è proprio pensando a loro che ho lottato a lungo per arrivare a questo traguardo e far nascere quest’opera”.

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23 dicembre 2018, 09:00