I monaci di Tibhirine pellegrini della fratellanza universale
Barbara Castelli – Città del Vaticano
I monaci di Tibhirine sono un esempio di “amore puro e disinteressato”: “loro non hanno scelto il martirio, hanno scelto di vivere coerentemente la propria vocazione”. Il cardinale Angelo Becciu, prefetto della Congregazione per le cause dei santi, ricorda così i monaci trappisti vittime della guerra civile in Algeria, protagonisti del libro “Semplicemente Cristiani. La vita e il messaggio dei beati martiri di Tibhirine”, per i tipi della Libreria Editrice Vaticana – Dicastero per la Comunicazione. Il volume, presentato presso la sala Marconi di Palazzo Pio, è frutto del lavoro di padre Thomas Georgeon, postulatore della causa di canonizzazione dei martiri di Algeria, e di François Vayne, direttore del Dipartimento comunicazione dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, che ha trascorso la sua adolescenza nel Paese nord-africano, conoscendo i monaci.
Senza l’amore il nostro pellegrinaggio terreno non ha senso
Il prossimo 8 dicembre, il porporato sarà a Orano, in Algeria, presso il santuario di Notre-Dame di Santa Cruz, per celebrare la beatificazione del vescovo Pierre Claverie, dell’Ordine dei Frati Predicatori, e 18 compagni, religiosi e religiose, uccisi, in odio alla fede, tra il 1994 e il 1996. Speriamo che con questa celebrazione, ha detto il cardinale Becciu ai microfoni di Pope, “tutta la comunità cristiana si senta rafforzata come presenza in Algeria” e che i fedeli “da questi martiri apprendano la capacita di essere luce per quanti ci circondano”. La santità, infatti, è il frutto di un cammino, “è la conseguenza del tuo vivere”, essendo “fedele alla missione di Dio”. “Il progetto fondamentale per ciascuno di noi è essere amore”, ha concluso, “amare Dio e amare i fratelli”. Senza questo, “il nostro pellegrinaggio non ha senso”: bisogna vivere con un “cuore puro, con un cuore dono per gli altri”, “in questo modo si costruisce la santità, senza neanche accorgersene”.
Donarsi nelle cose di ogni giorno
Semplicità, misericordia ed esercizio quotidiano del dono di sé, sull’esempio di Cristo: sono i tratti distintivi dei monaci di Tibhirine che emergono dalle oltre 170 pagine del libro. François Vayne ricorda con affetto e commozione Paul, Michel, Christophe, Bruno, Célestin, Luc e Christian: la mia famiglia andava spesso a Tibhirine, ha raccontato a Pope, “che era un po’ il polmone della diocesi”. “Fratel Christian – ha proseguito – apriva il portone e mi è rimasta impressa l’immagine dei suoi piedi nudi e dei suoi sandali: io ero piccolo e in questa immagine ho visto il messaggio di tutta la loro vita”. Il direttore del Dipartimento comunicazione dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme ha ricordato anche padre Luc, medico, e di come prestasse il proprio soccorso a tutti, cristiani e musulmani, giorno e notte. Infine, François Vayne ha parlato anche della cappella del monastero di Notre Dame dell’Atlas, una vera “centrale energetica della comunità: il posto dove tutto assumeva senso”. “Tutta la loro vita – ha detto – era come irrigata da questa preghiera che dava forza al servizio, all’accoglienza, all’ascolto”. Durante i dieci anni della guerra civile in Algeria hanno perso la vita 150 mila persone: tra queste vittime della violenza anche 19 religiosi cristiani. “Il sangue cristiano e il sangue musulmano si sono mescolati – ha detto ancora François Vayne – facendo crescere la nostra fraternità”; loro ci lasciano “un messaggio di speranza e di pace non solo per l’Algeria, ma per tutto il mondo”. (Ascolta l'intervista a François Vayne sul libro "Semplicemente Cristiani")
Chiunque può aspirare alla santità
Alla presentazione del volume non è potuto intervenire padre Thomas Georgeon, che, tuttavia, ha inviato un contributo video per ricordare che i monaci di Tibhirine ci invitano ad abbracciare la santità, fatta di semplici e quotidiani gesti di amore. Il postulatore della causa di canonizzazione dei martiri di Algeria ha, inoltre, descritto la copertina del volume, che ritrae un dettaglio del mosaico della Cappella “Redemptoris Mater” del Palazzo Apostolico, opera di padre Marko Ivan Rupnik. Nella parete della Parusia, infatti, tra i martiri e testimoni della fede, compare padre Christian M. de Chergé.
Collana Ispirazioni: essere in dialogo con il mondo
“Semplicemente cristiani”, ha sottolineato fra Giulio Cesareo, responsabile editoriale della Libreria Editrice Vaticana – Dicastero per la comunicazione, durante la presentazione, è il “tentativo di superare il racconto della vita di alcuni santi per spingere all’incontro con loro, per scoprire dietro ai fatti e alle loro parole la bellezza della vita cristiana, incarnata nelle loro esistenze”. In questo senso il volume, “non insiste neanche tanto sul racconto dell’evento del martirio dei monaci, quanto sul martirio come il frutto maturo, il culmine di una vita vissuta come dono di sé nella quotidianità”. “E questo – ha concluso – ci riguarda tutti: il dono di sé nelle faccende di ogni giorno, se è autentico, è già un vero martirio, solo che è diluito nel tempo. Questa è la vita battesimale, il vivere questa vita umana alla maniera di Dio che è carità”.
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