Colombia, migranti venezuelane liberate da giro di ²õ³¦³ó¾±²¹±¹¾±³Ùù sessuale
Elvira Ragosta - Città del Vaticano
Una rete di trafficanti rapiva le migranti venezuelane nella città di frontiera di Cucuta e le trasportava nella capitale Bogotà. Qui, private dei documenti, le donne erano costrette a prostituirsi per 20 giorni quale 'compenso' per il trasporto. Nella vasta operazione contro il traffico di esseri umani, condotta dalle autorità colombiane, sono state arrestate 144 persone. Le donne sono state soccorse con cibo e aiuti umanitari. Il procuratore capo, Nestor Martinez, ha riferito che le donne avrebbero potuto essere salvate prima, ma che un agente dell'immigrazione colombiana ha fatto una soffiata ai malviventi, ritardando i tempi dell'operazione.
Un traffico in aumento
Per il ministro della Giustizia colombiano, Jairo Garcia, le donne liberate a Bogotà sarebbero solo la metà di quelle ridotte in schiavitù; altrettante, infatti, sarebbero rimaste a Cucuta. Avvocati per i diritti umani hanno espresso preoccupazione per l'aumento del traffico di esseri umani collegato all'aumento dell'emigrazione dal Venezuela. Secondo le autorità locali, molte donne venezuelane, che fuggono dalla crisi economica e umanitaria del loro Paese, vengono forzate alla prostituzione, spesso nell'intento disperato di aiutare le famiglie in difficoltà.
Un'attività criminale diffusa in tutto il mondo
Per don Aldo Buonaiuto, del servizio anti tratta della Comunità Papa Giovanni XXIII, questa vicenda dimostra come il crimine organizzato è imperante in tutto il mondo, ma - afferma ai microfoni di Radio Vaticana Italia - ci sono Paesi in cui è più facile adescare donne che poi vengono destinate al traffico di esseri umani e costrette a prostituirsi, come accaduto a queste migranti venezuelane, in uno scenario atroce.
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