Romania: vescovi e laici a sostegno del referendum sulla famiglia
Marco Guerra – Città del Vaticano
Circa 18 milioni di romeni, aventi diritto al voto, vanno alle urne, per esprimersi sul referendum che propone la modifica del paragrafo 1 dell’articolo 48 della costituzione della Romania, che definisce cos’è una famiglia. Nella formulazione attuale, la carta costituzionale afferma infatti che “la famiglia è fondata sul matrimonio liberamente contratto dai coniugiâ€, mentre la proposta sottoposta alla consultazione precisa che il matrimonio viene contratto da “un uomo e una donna, uguali tra di loro, e si basa sul diritto dei genitori di assicurare la crescita, l’educazione e l’istruzione dei figliâ€.
Referendum voluto dalle associazioni familiari
L’azione in difesa della famiglia naturale è stata lanciata nell'ottobre 2015 dalla Coalition for Family, animata da oltre 40 sigle dell’associazionismo familiare, tra cui l’Azione cattolica e l’Associazione delle famiglie cattoliche Beato Vladimir Ghika. Gli organizzatori hanno raccolto un numero di firme sei volte superiore al necessario per l’indizione del referendum, per un totale di oltre 3 milioni sottoscrizioni. La proposta per l’emendamento della costituzione è inoltre passata per il parere favorevole di quattro commissioni parlamentari. Per essere valida la consultazione è richiesto un quorum del 30%, almeno 6 milioni di persone devono quindi recarsi a votare.
Il sostegno dei vescovi cattolici
I vescovi cattolici rumeni hanno espresso il loro pieno appoggio all’iniziativa tramite una Esortazione per i sacerdoti e i fedeli cattolici, ma anche rivolta a tutte le persone di buona volontà con l’invito a sostenere il referendum. Nell’Esortazione, i vescovi rumeni spiegano che “il termine ‘coniugi’ potrebbe generare degli equivoci†e per questo “è necessario precisare che soltanto l’unione liberamente contratta da un uomo e una donna può essere chiamata matrimonioâ€. I vescovi romano e greco-cattolici della Romania hanno discusso del referendum per la modifica della Costituzione anche durante la sessione plenaria della Conferenza episcopale romena che si è svolta da 18 al 20 settembre, ospitata dall’arcidiocesi romano-cattolica di Alba Iulia.
Un’iniziativa che non va contro nessuno
Dello scopo del referendum ha parlato a VaticanNews il vicepresidente della Associazione delle famiglie cattoliche, Cornel BărbuÅ£, secondo il quale definire la famiglia è un iniziativa che non va contro nessuno ma, al contrario, serve a “sostenere un pacchetto di valori e creare un clima favorevole allo sviluppo della Romania, tenendo conto anche dell'inverno demografico che affronta il Paeseâ€.
Le chiese del Paese supportano il referendum
â€œÈ la prima volta nella storia, nei cento anni dopo la Grande Unione del Paese – ha spiegato ancora Cornel Bărbuţ– che un'iniziativa è sostenuta da tutte le Chiese presenti in Romania, questo indica la volontà comune di proporre un insieme di valoriâ€.
Al centro i diritti dei bambini
Il vicepresidente della Associazione delle famiglie cattoliche pone al centro di questo impegno i diritti dei bambini, “loro rappresentano il futuro della Romania e dell'Europaâ€, e ritiene che questo voto è una sfida per la società rumena, “per farla riflettere sul significato della famiglia nel contesto dei numerosi cambiamenti in atto nel mondoâ€.
Il primato educativo della famiglia
Il referendum riafferma anche il primato educativo dei genitori. Di questo ha parlato a VaticanNews Claudia Stan, giornalista e membro dell’Associazione della famiglie: “Penso che sia importante dirlo con fermezza e chiarezza, perché i genitori sono i primi ad educare un bambino, non lo Stato o qualsiasi altra istituzione statale. Il primato educativo dei genitori è un fatto naturale, non una cosa imposta dall’esternoâ€.
Riaffermato il diritto naturale
Claudia Stan ha poi ribadito che l’iniziativa non è contro qualcuno o qualcosa ma è tesa solo ad affermare “ciò che è naturale, la famiglia naturaleâ€. “Abbiamo bisogno di quest’affermazione chiara nella Costituzione rumena – ha sottolineato - in modo che non ci sia alcuna possibilità di interpretazioni aperte, di una definizione del matrimonio diversa dall’unione tra un uomo e una donnaâ€.
Riconoscere nella costituzione la famiglia mette infatti al riparo da iniziative legislative e interpretazioni giuridiche che violano il diritto dei bambini a crescere con un padre e una madre e a non essere oggetto di mercimonio, e scongiura leggi sulla procreazione e la filiazione che ledono la dignità di ogni essere umano.
Infine Claudia Stan ha parlato anche del clima di intolleranza e della manipolazione da parte dei media che rischia di confondere l’elettorato. “Ma noi preghiamo e speriamo che il Signore ci illumini tuttiâ€.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui