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Ragazze adolescenti da vittime a volano di sviluppo per i Paesi

“Non lasciare nessuno indietro” è il titolo della Conferenza internazionale, in corso ieri ed oggi a Roma, promossa dall’organizzazione Save the children insieme al Fondo Onu per lo sviluppo agricolo (Ifad), che ne ospita i lavori, con il sostegno del governo canadese. Intervista a Daniela Fatarella

Roberta Gisotti – Città del Vaticano

Non si tratta solo di tutelare la salute delle adolescenti ma anche di segnare un un cambio generale di passo nelle società, promuovendo programmi educativi, alimentari e sanitari dedicati alle ragazze, perché siano volano di progresso socio-economico e culturale nei loro Paesi. Lo scopo di questa Conferenza è proprio di convincere la comunità internazionale e i governi degli Stati a puntare sulle loro giovani per centrare gli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dall’Onu, tra questi in primo piano è l’eliminazione di ogni forma di malnutrizione entro il 2030.

In quella data, si stima che vi saranno quasi 130 milioni di bambini con problemi di crescita dovuti a malnutrizione, in massima parte a causa della denutrizione delle loro giovanissime mamme. Ancora oggi nel mondo, ogni anno, 12 milioni di adolescenti, a volte bambine, sono costrette - in buona parte dei casi - a sposarsi e 16 milioni diventano madri prima di aver compiuto 18 anni. In totale sono 650 milioni le donne in vita, che si sono sposate sotto la soglia della maggiore età. In lieve calo negli ultimi 10 anni, passando da una donna su 4 ad una donna su 5. E, quante volte queste giovani sono povere ragazze, oggetto di violenze, abusi, esclusione, discriminazione, indotte a matrimoni e gravidanze precoci.

Se in passato abbiamo avuto tante campagne di promozione delle condizioni dell’infanzia e delle donne in generale, oggi si punta in particolare a sostenere in vari modi le adolescenti, spiega Daniela Fatarella, vice direttrice generale di Save the Children.

R. – Investire sulle ragazze, sulla loro nutrizione e sulla loro capacità di crearsi un domani migliore non impatta unicamente sulla loro vita ma su quella dei loro figli, perché saranno madri. In particolare è importante lavorare proprio sulle condizioni che permetteranno loro di svilupparsi appieno, che riguardano non solo l’accesso al cibo ma anche l’educazione, un sistema sanitario che risponda alle loro esigenze, la possibilità di poter partecipare in modo attivo alla vita politica, sociale e culturale del loro Paese.

Impegni concreti da portare avanti

R. – In particolare, vogliamo sicuramente ottenere maggiori fondi che vadano proprio alle ragazze, per la loro nutrizione e per il loro sviluppo, così come all’identificazione di progettualità, che possano essere poi portate su ampia scala e quindi creare impatto sociale.

Oltre alla malnutrizione, c’è un altro aspetto drammatico che riguarda le giovani donne, i matrimoni precoci

R. – Ad oggi i matrimoni precoci, o comunque le gravidanze precoci, sono uno degli elementi fondamentali che ci prefiggiamo di combattere attraverso vari interventi a partire da un’educazione che sia rivolta non solamente alle ragazze e ai ragazzi per una consapevolezza della loro età e del momento giusto in cui poter creare una famiglia ed avere dei figli, ma anche sulle comunità locali, sui genitori e su tutti gli adulti di riferimento, che invece spesso obbligano le ragazze a sposarsi in giovanissima età, anche a 7-8 anni. Inoltre, è importantissimo lavorare anche sulle ragazze per una corretta capacità di saper far fronte alle esigenze del proprio corpo in funzione della salute riproduttiva, che è fondamentale anche perché altrimenti si rischia di avere delle complicazioni di salute non solo per loro ma anche per i loro figli che spesso nascono sottopeso o fra i quali si rileva un’incidenza di mortalità neonatale molto alta.

Condizioni drammatiche, di cui si sente parlare già da diversi anni, sono in qualche Paese o regione del mondo addirittura peggiorate

R. – Purtroppo, la condizione delle ragazze vede soprusi e violazioni dei loro diritti reiterati in tantissimi Paesi del mondo; quindi, nonostante ci siano situazioni positive nei Paesi che dimostrano uno sviluppo, un’attenzione maggiore, è anche vero che in tantissime regioni del mondo le ragazze sono sempre di più oggetto e soggetto di una violazione molto forte dei loro diritti. Questo avviene soprattutto in condizioni di estrema povertà, in contesti rurali oppure in tutti quei casi in cui le ragazze appartengono a minoranze etniche o religiose. Quindi è veramente importante lavorare tantissimo soprattutto sull’istruzione, che può permettere alle ragazze di essere educate, di comprendere quali siano i loro diritti affinché possano realizzare il proprio potenziale. L’educazione, infatti, è un’arma formidabile che permetterà a tutte queste ragazze di poter ottenere un futuro migliore.

Ascolta l'intervista a Fatarella

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23 ottobre 2018, 14:18