Giorno del Dono 2018: mettere al centro bellezza della ²õ´Ç±ô¾±»å²¹°ù¾±±ð³ÙÃ
Emiliano Sinopoli – Città del Vaticano
In Italia si verificano circa 50 donazioni al minuto. L'Istituto Italiano della Donazione (Iid) celebra con questo dato il "Giorno del Dono" 2018, che si svolge ogni 4 ottobre dal 2015. Si tratta di un’occasione per l'Istituto per chiamare a raccolta la società e le istituzioni pubbliche per dare visibilità al tema. Intanto, è in corso dal 21 settembre il terzo Giro dell'Italia che Dona, la rassegna nazionale che raccoglie circa 180 iniziative e si concluderà il 7 ottobre.
L’attività dell’istituto
L'Istituto Italiano della Donazione, con la sua attività di verifica e monitoraggio costante, è al servizio del non-profit virtuoso e desidera fare la sua parte andando oltre il solo ruolo di garante della trasparenza delle realtà che ad esso si avvicinano. “Per alcuni anni infatti – ha raccontato Edoardo Patriarca, presidente dell’Istituto Italiano della Donazione – abbiamo lavorato affinché venisse istituito a livello nazionale, con un apposito articolo di Legge, il “Giorno del Donoâ€, con lo scopo di dare meritata visibilità al tema del dono in tutte le sue forme. Finalmente il 9 luglio 2015 il progetto ha concluso l'iter parlamentare iniziato nel novembre 2013 e, grazie anche al sostegno del presidente emerito Carlo Azeglio Ciampi, ora è Legge n. 110 del 14 luglio 2015â€.
Costruire una cultura condivisa
Il "Giorno del Dono" vuole essere un segno forte non per istituzionalizzare la generosità spontanea, ma per valorizzare e coltivare la solidarietà; l'obiettivo è quello di costruire una cultura condivisa del dono, strumento prezioso per uscire dalla crisi economica, di senso, di valori. “Con circa 200 eventi sparsi in tutta Italia - ha affermato Patriarca - con sindaci e imprenditori che hanno deciso di sostenerci. In maniera inaspettata, in questo tempo che stiamo vivendo verbalmente anche violento, non credevamo di trovare tanta solidarietà in questo nostro Paeseâ€.
L’identikit del donatore
Nel 2016, secondo l’Istat, i donatori che hanno contribuito a sostenere almeno un’organizzazione non-profit con una o più donazioni monetarie sono stati in totale 8,3 milioni. La stragrande maggioranza dei donatori (7,786 milioni) ha donato ad associazioni o organismi di volontariato. La stima fatta nel 2017 è più alta, pari a 9,7 milioni di persone. La Doxa infine stima, sempre nel 2017, che siano 6,3 milioni i donatori informali che non sostengono associazioni, ma donano per esempio alla Chiesa o attraverso l’elemosina. “Mettendo a confronto le fonti - ha rilevato il presidente dell’Iid - si può dire che ogni anno, sul totale della popolazione italiana con più di 14 anni, due persone su tre donano del denaroâ€. Quasi 10 milioni sono i donatori di denaro alle organizzazioni non-profit; altri 6,3 milioni donano denaro seguendo vie informali. Altrettanto alti i numeri di coloro che donano il loro tempo e aiuto: 10,7 milioni partecipano alla vita delle associazioni e organizzazioni non-profit frequentandone le riunioni, 6,9 milioni svolgono attività gratuita. “In 3 milioni fanno volontariato in modo informale, fuori dalle organizzazioni - ha aggiunto Patriarca - i donatori biologici sono la terza componente del sistema del dono: 1,7 milioni donano il sangue, 3,2 milioni hanno dichiarato il loro consenso alla donazione di organi e tessuti post-mortemâ€.
Calo delle donazioni nel 2017
La raccolta fondi da parte delle organizzazioni non-profit in Italia, in termini di entrate totali, nel 2017 è risultata peggiore di quella del 2016 e le previsioni sul 2018 si augurano un miglioramento rispetto ai dati del primo semestre 2018. Il 42% delle organizzazioni non-profit ha aumentato le proprie entrate totali nel 2017, mentre il 33% non ha avvertito alcun cambiamento. Il 35% ha registrato invece una diminuzione. “Il calo più drastico - ha sottolineato il presidente dell’Istituto - riguarda le organizzazioni che operano nella cooperazione internazionale. Ad aver abbandonato maggiormente il sostegno sono stati soprattutto i privati cittadini. Sono diminuite del 18% le organizzazioni che migliorano la raccolta dagli individui e aumentate del 12% quelle che le perdonoâ€. “In un quadro di chiaroscuri quale sembra diventata la società italiana - ha concluso- insieme alle altre società europee, la riflessione pubblica ha bisogno anche di questi dati che raccontano quanto è ampia la sfera dei comportamenti positivi per la ricomposizione del tessuto civico e sociale e la riconnessione dei fili che tengono insieme le comunità, variamente caratterizzate, che vivono sugli stessi territoriâ€.
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