Giornata per il lavaggio delle mani: un gesto che può salvare la vita
Emiliano Sinopoli – Città del Vaticano
Lavarsi bene le mani con il sapone può salvare molte vite. Un'abitudine semplice e quotidiana purtroppo non sempre rispettata, mettendo a rischio la salute. Per promuovere la pratica dell'igiene delle mani nelle scuole e nelle comunità si celebra il 15 ottobre la Giornata mondiale per il lavaggio delle mani (Global Handwashing Day), iniziativa che coinvolge 80 Paesi. Giunta all’undicesima edizione, il tema affrontato quest’anno è stato: “Mani pulite – la ricetta una buona salute”.
Scarso accesso a servizi per il lavaggio delle mani
L’Unicef, attraverso un comunicato stampa, ha ricordato che circa 900 milioni di bambini non hanno accesso, o un accesso limitato, a servizi per il lavaggio delle mani a scuola. Il 47% delle scuole nel mondo non ha servizi per il lavaggio delle mani che abbiano acqua e sapone. Nei Paesi meno sviluppati, metà delle scuole non possiede nessun servizio igienico. “Nel 2015 – si legge nel documento - il 47% della popolazione mondiale non aveva nessun tipo di servizio per il lavaggio delle mani, il 26% aveva servizi senza sapone o acqua e solo il 27% della popolazione aveva servizi di base con sapone e acqua. In Africa Subsahariana solo il 15% della popolazione aveva accesso a servizi di base per il lavaggio delle mani con acqua e sapone. Su 35 Paesi esaminati, il 35% degli ospedali e centri sanitari non aveva acqua corrente e sapone per il lavaggio delle mani; il 19% non aveva bagni. Fino al 50% dei casi di malnutrizione sono causati da servizi idrici e igienico-sanitari inadeguati”.
L’importanza di lavarsi le mani
Si può fare molto contro le due principali malattie killer dell'infanzia: la polmonite, che uccide ogni anno 1,8 milioni di bambini sotto i 5 anni e la diarrea, che uccide 1,5 milioni di bambini. “Un buon lavaggio delle mani con sapone bagno – ha detto a Pope, la dottoressa Marta Ciofi degli Atti, responsabile dell’unita di epidemiologia clinica presso l'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma – prima di mangiare e dopo aver usato il può salvare più vite di qualsiasi singolo vaccino o intervento medico. Questa semplice azione può ridurre il tasso di mortalità delle malattie respiratorie del 25% e quella per malattie diarroiche del 50%”.
‘Le cure pulite sono cure sicure’
Se questo semplice gesto diventa fondamentale per la sopravvivenza di tanti piccoli nelle aree dove le condizioni igieniche, anche le più elementari, sono carenti l'abitudine a lavarsi le mani è un imperativo anche in Paesi come l'Italia sia a casa, sia a scuola, sia in ambiente ospedaliero per prevenire e ridurre il rischio di contrarre un'infezione. La lotta alle infezioni ospedaliere - circa 500mila i casi registrati ogni anno in tutta Italia, il 30% dei quali potenzialmente prevenibili - è infatti una delle missioni che il Bambino Gesù persegue anche attraverso campagne di educazione all'igiene delle mani “Da oltre dieci anni, - spiega la dottoressa Ciofi degli Atti - l'ospedale pediatrico Bambino Gesù contribuisce alla campagna promossa dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ‘le cure pulite sono cure sicure’. “Questa campagna promuove l’igiene delle mani tra i propri operatori, tra i pazienti e visitatori con una strategia multimodale che include sia poster, cartelloni informativi e disponibilità di soluzioni alcoliche”. L'adozione della buona pratica ‘nemica’ degli agenti infettivi - insieme alle altre misure messe in campo dal Bambino Gesù - ha consentito all'ospedale pediatrico di abbattere l'incidenza delle infezioni contratte in corsia: un 4,3% di casi contro la media nazionale che tocca il 10%.
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