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Nicaragua: prigionieri politici si sostengono pregando

In Nicaragua, Javier Espinoza, arrestato perchè fornisce l’amplificazione durante le Marce antigovernative, rilasciato dopo alcuni giorni dal carcere di El Chipote, rivela ai media locali che i prigionieri politici della prigione di El Chipote pregano continuamente. Il Partito di opposizione chiede il riavvio del dialogo con la mediazione della Chiesa

Patricia Ynestroza e Roberto Piermarini - Città del Vaticano

"Dopo aver mangiato, gridano dalla loro cella, 'preghiamo’ e immediatamente qualcuno guida l’orazione. Si sente una pace incredibile. Ogni giorno si prega. Ti senti come se fossi in una chiesa. E’ così bello e ti dà tanta pace, in quella solitudine, in quell'oscurità, seduto lì, a rispondere alla preghiera, perché è tutto ciò che ti è rimasto. Viene recitato il Rosario alla Vergine Maria. Dopo la preghiera intonano canzoni cristiane. Quando vengono maltrattati dalle guardie carcerarie, rispondono che “non è niente in confronto a quello che ha vissuto il nostro Gesù. Senti veramente di essere più vicino a Dio per le condizioni in cui ti trovi”. Questa la testimonianza di Javier Espinoza rilasciata ai media locali ed a Canale 10 quando è uscito dalla prigione di El Chipote. Era stato arrestato per aver fornito servizi di amplificazione nelle marce antigovernative. Espinoza ha raccontato che in carcere ha trovato altri manifestanti come Carlos Silva Rodríguez, un giocatore di basket che, secondo i suoi familiari, è stato arrestato più di due settimane fa, per aver detto nel parco dedicato al sandinista Luis Alfonso Velásquez, che in caso di vittoria, avrebbe chiesto di cambiarne il nome . Diversi prigionieri hanno chiesto ad Espinoza di portare messaggi alle loro famiglie e al popolo nicaraguense. "Ho sentito l'impegno morale verso quei giovani in carcere - ha detto - e vi prego di non dimenticare quei detenuti politici”.

Espinoza ha raccolto i messaggi per le famiglie dei prigionieri

Non appena Espinoza è entrato nella cella dove si trovavano i prigionieri politici, tutti hanno voluto sapere cosa stesse facendo la popolazione nicaraguense. Espinoza ha confermato che la gente sta organizzando marce, sit-in, protestando in modi diversi, nonostante la repressione del governo sandinista. I detenuti hanno applaudito e sono stati felici di sapere che la popolazione si sta attivando per farli uscire dal carcere. Molti i messaggi che i giovani hanno inviato tramite Espinoza alle loro famiglie. Tra loro anche Silva, figlio di un ex guerrigliero sandinista che ha detto di sentirsi abbandonato dai suoi. Espinoza ha chiesto alla popolazione di stare accanto alle famiglie dei detenuti di El Chipote. “ Ho ascoltato le loro storie – ha raccontato alla stampa – e mi si è spezzato il cuore perché sono tutti innocenti”. La polizia nicaraguense hanno mostrato alla stampa tre uomini sospettati di crimini di terrorismo ma secondo le organizzazioni umanitarie, molti di loro sono in realtà "prigionieri politici", catturati per aver partecipato a manifestazioni antigovernative organizzate in questi cinque mesi. Queste organizzazioni stimano che ci sono oltre 300 "prigionieri politici" in Nicaragua.

Partito di opposizione: riprendere il dialogo con la mediazione della Chiesa

Il partito di opposizione Citizens for Freedom (CxF) ha chiesto il riavvio urgente del dialogo nazionale in Nicaragua, sospeso da più di tre mesi. "Credo che oggi più che mai il dialogo sia indispensabile. Non possiamo più seppellire i nostri giovani", ha detto ai giornalisti la presidente nazionale del CxF, Kitty Monterrey, che ha pianto la morte del sedicenne Matt Romero domenica scorsa, mentre partecipava a una marcia di opposizione sul tema "Siamo la voce dei prigionieri politici”. Monterrey ha assicurato che la sua organizzazione politica fin dall'inizio è stata ferma nel sostenere il dialogo nazionale e soprattutto il ruolo della Conferenza episcopale del Nicaragua, come mediatore e testimone. Ha avvertito che "un'intera generazione" di giovani sono imprigionati o in esilio per aver protestato contro il governo di Daniel Ortega" e questo deve essere fermato e l'unico modo è attraverso il dialogo. La Chiesa cattolica, testimone e mediatore del dialogo, è ancora in attesa di una risposta positiva da parte del governo per riprendere il dialogo con cui si spera di trovare una soluzione pacifica alla crisi che dallo scorso aprile ha causato centinaia di morti nel Paese. Il dialogo è iniziato a metà maggio dello scorso anno, ma è stato ad intermittenza ed è stato sospeso dal 25 giugno, quando si è tenuta la sua ultima sessione. Il 7 giugno, la Conferenza episcopale ha proposto a Ortega di anticipare a marzo 2019 le elezioni previste per il 2021 e rinunciare a candidarsi per la rielezione, ma il Presidente ha respinto la proposta.
 

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27 settembre 2018, 11:58