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Nave Diciotti a Catania Nave Diciotti a Catania 

Diciotti, i primi migranti accolti dalle diocesi italiane

In tutto oltre quaranta diocesi hanno dato la loro disponibilità. Oggi i primi migranti saranno redistribuiti sul territorio italiano

Salvatore Tropea – Città del Vaticano

Dopo l’accoglienza a Rocca di Papa di cento profughi provenienti dalla nave Diciotti, è stato firmato un accordo tra la Conferenza episcopale italiana e il Ministero dell’Interno per la redistribuzione di quasi quaranta migranti, che già oggi partiranno per essere accolti da alcune diocesi sul territorio italiano.

I primi migranti accolti dalle diocesi

In particolare i primi ad andare via da Rocca di Papa, come spiega don Ivan Maffeis della Cei, “andranno a Firenze, Frosinone, Arezzo, Capua e a Terni” (Ascolta l’intervista integrale a don Ivan Maffeis sui migranti accolti dalle diocesi italiane). Queste, infatti, sono le prime diocesi individuate dopo che la Caritas Italiana, nella giornata di ieri, ha fatto delle verifiche accurate sia sulla disponibilità delle stesse diocesi e sia sulle storie personali dei migranti “così da riuscire, per quanto possibile, – racconta don Maffeis – ad avvicinare queste persone ai loro familiari che sono già in Italia o alle loro comunità di riferimento”.

L’accordo tra Chiesa italiana e Viminale

“Va registrata – sottolinea il sacerdote – la grande disponibilità di tante diocesi italiane, più di quaranta, che hanno spontaneamente offerto il loro aiuto per accogliere e farsi carico di un gruppo di migranti”. Dall’altro lato anche “la disponibilità del Ministero dell’Interno” con il quale ieri è stato formalizzato un protocollo d’intesa che formalizza l’avvio delle procedure per la dislocazione sul territorio di questi migranti.

Don Maffeis: non enfatizzare le contestazioni

Resta però la questione delle contestazioni che ci sono state nei giorni scorsi, soprattutto a Rocca di Papa, e il rischio che ce ne siano altre nei luoghi dove i migranti verranno accolti. Secondo don Ivan Maffeis “queste manifestazioni sono un simbolo della fatica all’accoglienza che è ancora molto presente in Italia. "Però – chiarisce il sacerdote – non devono essere enfatizzate. Basti pensare – ribadisce – che a Rocca di Papa la contestazione che c’è stata ne ha trovata un’altra di segno opposto, che ha espresso la volontà di accoglienza e di solidarietà del territorio”. In tal senso, quello che viene sottolineato dalla Cei è il costante lavoro della Chiesa italiana “non solo per la prima accoglienza, ma anche per la sensibilizzazione del territorio a non vedere i migranti come nemici”.

La redistribuzione all’estero dei migranti

“Tanti di questi migranti – fa sapere don Ivan Maffeis – avvieranno l’iter per chiedere lo status di rifugiato e poi probabilmente la maggioranza cercherà di ricongiungersi con le famiglie che sono all’estero”. Il ruolo della Chiesa sarà quindi anche quello di comunicare in tempo reale al Ministero dell’Interno queste volontà e di volta in volta agevolare le procedure burocratiche per lo spostamento oltre i confini italiani. Su questo tema si è anche espresso, nei giorni scorsi, il Garante Nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, con una lettera al Capo di Gabinetto del Ministro dell’Interno, il Prefetto Matteo Piantedosi. Il Garante si è raccomandato affinché tutte le persone sbarcate dalla nave Diciotti possano ricevere la dovuta assistenza, soprattutto per le procedure relative alla possibilità di richiedere asilo.

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31 agosto 2018, 11:17