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La bandiera siriana sventola a Daraa La bandiera siriana sventola a Daraa 

Siria: l’esercito di Assad occupa Daraa

Le truppe governative hanno ripreso il controllo di Daraa, dove sette anni fa è cominciata la rivolta

Andrea Gangi – Città del Vaticano

Daraa riconquistata da Bashar al Assad. Dopo quasi sette anni di scontri, il regime di Damasco ha ripreso il controllo militare e amministrativo di Daraa, città dove nel 2011 era scoppiata la rivolta popolare contro il presidente Assad. “La riconquista di Daraa ha un duplice valore: da un lato simbolico, dall’altro strategico militare” spiega Luciano Bozzo, docente di Relazioni Internazionali alla Scuola di Scienze Politiche dell’università di Firenze (Ascolta e scarica l'intervista a Luciano Bozzo). “Proprio a Daraa – aggiunge - nel 2011 iniziò quella rivolta contro il regime di Assad che poi ha portato alla disastrosa guerra civile siriana ancora in corso. Da un punto di vista strategico militare è importante perché Daraa è situata sul confine tra Siria e Giordania, in prossimità delle alture del Golan. Quindi la riconquista della città permette di ristabilire una contiguità tra il territorio siriano e quello giordano”.

Una città divisa

Daraa si trova nel sud della Siria, al confine con la Giordania, e nel 2011 è diventata la culla della rivolta siriana, dopo che 15 ragazzi hanno dipinto su un muro graffiti anti governativi. Daraa è stata una delle città più devastate dall’inizio della guerra  e fino al 2012 era divisa in due parti: una sotto il controllo lealista, l’altra in mano ai ribelli.

L’offensiva militare

A partire dal 19 giugno scorso, il governo siriano, supportato dalle forze militari russe, ha accerchiato progressivamente la città, isolandola dalla periferia. Dopo giorni di trattative, gli insorti hanno accettato la resa. Ieri nella piazza centrale di Daraa, su una torre di trasmissione, è stata issata la bandiera nazionale, in una zona controllata da anni dai ribelli. Tuttavia né esercito governativo né truppe russe sono entrati nella città, ma soltanto emissari russi e delegati del governo siriano, che ora stanno supervisionando la consegna delle armi da parte dei ribelli.

I disastri della guerra civile

Dal 2011 “la guerra in Siria ha già fatto 600 mila morti”, spiega Bozzo, “e ha praticamente distrutto quel Paese che in certe sue parti dovrà essere ricostruito da zero. Non dimentichiamoci poi che nel nord della Siria la guerra continua”. Sono 13 milioni gli sfollati. Inoltre, migliaia di persone soffrono di patologie legate alla contaminazione dell’acqua, che scarseggia in un territorio che d’estate raggiunge i 45 gradi e che è devastato da una guerra ininterrotta. Secondo l’Organizzazione mondiale per la Sanità, 210 mila siriani hanno bisogno di assistenza medica.

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13 luglio 2018, 13:21