Caritas: fame e malnutrizione per 6 milioni di persone nel Sahel
Giada Aquilino - Città del Vaticano
Per fame e malnutrizione in Burkina Faso, Ciad, Mali, Mauritania, Niger e Senegal “sono a rischio circa 6 milioni di personeâ€: lo rivelano stime dell’Onu ma anche “gli allarmi lanciati dalle Chiese locali, dalle Caritas, dai missionari riguardo persone che stanno soffrendo la fame e addirittura, in alcune aree, stanno morendo di fameâ€. Così Fabrizio Cavalletti, responsabile dell’ufficio Africa di Caritas Italiana, dopo che Caritas Internationalis ha parlato della “peggiore crisi umanitaria nella regione del Sahel dal 2012â€. Una grave malnutrizione, in particolare, minaccia la vita di 1,6 milioni di bambini (Ascolta e scarica l'intervista a Fabrizio Cavalletti).
Fattori climatici e di instabilità
Si tratta di una zona, spiega Cavalletti, “fortemente vulnerabile agli shock climatici e, al contempo, è oggetto di crisi politiche di diverso tipo che hanno reso ancora più deboli le popolazioni: ciò sta provocando un deterioramento molto grave della sicurezza alimentareâ€. “Se l’anno passato - ricorda -avevamo visto soprattutto la regione dell’Africa orientale essere colpita da una fortissima emergenza alimentare legata alle conseguenze del fenomeno del Niño, quest’anno purtroppo è toccato alla regione del Sahelâ€.
Gli attacchi di Boko Haram
Il fattore ambientale si somma quindi a crisi come quella legata “al gruppo terroristico Boko Haram, che da l 2009 colpisce le popolazioni del Lago Ciad, il nord est della Nigeria, il sud est del Niger, parte del Camerun e del Ciadâ€: si tratta di una zona che è al centro “di violenze continue e le popolazioni sono costrette a scappare, vivono in condizioni di precarietà, ci sono sfollati interni e rifugiati che si muovono da un Paese all’altroâ€. Proprio tale situazione “riduce di molto la possibilità per queste popolazioni di procurarsi autonomamente il ciboâ€.
Il rischio di abbandono scolastico
Ciò che il responsabile dell’ufficio Africa di Caritas Italiana evidenzia è che ci sono pure “strategie negative che mettono in campo queste persone per affrontare le situazioni critiche, che le rendono ancora più vulnerabili: non mandare i bambini a scuola, vendere gli animali o ucciderli per mangiarli, utilizzare i minori per attività di sfruttamento allo scopo di avere qualche forma di redditoâ€. Le Chiese locali e le Caritas allora “hanno messo in campo interventi per cercare di aiutare chi è nel bisogno, da un lato con l’assistenza necessaria - soprattutto di generi alimentari - e dall’altro cercando di aiutare queste famiglie e queste popolazioni a rafforzare la loro capacità di reazione autonomaâ€. È dunque “necessario uno sforzo di tuttiâ€: “l’appello è in primis ai governi affinché possano sostenere gli interventi umanitari e poi - conclude Cavalletti - alla solidarietà di tutte le persone per sostenere le azioni delle Caritas e delle altre organizzazioni umanitarie che stanno cercando di far fronte alla crisiâ€.
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