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Al Salone del Libro di Torino, i 110 anni delle Crocerossine italiane

Nate nel 1908, oggi sono 9500. Donne, madri, impiegate, professioniste, che quotidianamente offrono il proprio tempo al servizio dei bisognosi e della società in Italia e all’estero.

Davide Dionisi - Città del Vaticano

Per il sesto anno consecutivo ci sono anche loro. Con lo storico motto, “Ama, conforta, lavora, salva”, raccontano ai tanti visitatori del Salone Internazionale del Libro di Torino i loro 110 anni di vita e di attività a favore della pace e degli ultimi.

Le infermiere Volontarie della Croce Rossa Italia, più note come “Crocerossine”, nascono formalmente nel 1908 a Roma e già allora vennero impiegate a Messina, a seguito del sisma, e tre anni dopo nella Guerra italo-turca a bordo di navi ospedale.

110 anni fa il Corpo contava circa 1000 infermiere, oggi sono 9.500, donne, madri, impiegate, professioniste, che quotidianamente offrono il proprio tempo al servizio dei bisognosi e della società in Italia e all’estero.

A Torino, dunque, tra libri e pubblicazioni di ogni genere  per raccontare la loro preziosa presenza nei campi nomadi, nei servizi rivolti alle persone senza fissa dimora, negli ambulatori, nei Centri contro la violenza gestiti dalla Croce Rossa in varie città d’Italia e, non ultimo, a favore dei migranti, dal momento del loro salvataggio fino ai centri per l’accoglienza, dove spesso le poche donne presenti vivono in una situazione di isolamento, per evitare violenze.

E dopo il viaggio della speranza, se sopravvissute, ci sono proprio le volontarie ad accompagnarle lungo un percorso fatto di cure fisiche e psicologiche fino all’inserimento sociale, insegnando loro le prime nozioni di educazione igienica e sanitaria così come la lingua italiana per acquisire un’autonomia nella gestione del quotidiano, fondamentale per la riconquista di una personale dignità ed una futura emancipazione dallo status di rifugiato.

Ma l’occhio materno delle Crocerossine è rivolto anche verso i disabili, gli anziani, e tutte quelle categorie che, risultano spesso essere più fragili e quindi più manipolabili. Se da un lato si nota sicuramente un impegno della società in termini, preventivi, culturali, di servizi, dall’altro resta aperta la questione della presa in carico di tali situazioni. Anche nello specifico le Infermiere Volontarie assumono un ruolo attivo, sia nel portare avanti servizi verso i più deboli, sia in attività specifiche e di ascolto anche  nel settore della violenza di genere.

A Torino, infine, per testimoniare l’intreccio che ha unito la loro attività alla storia d’Italia dall’inizio del secolo scorso, come pure la solidarietà e il rispetto per la persona. Due valori da interpretare e, appunto, leggere come espressione di un “femminismo costruttivo e pacifico”. Uno stile che, non a caso, ha trovato traccia anche nella scelta della loro patrona, Caterina Da Siena.

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La Storia delle Crocerossine italiane al Salone internazionale del Libro di Torino
13 maggio 2018, 08:40