Aumentano i matrimoni in crisi per il gioco d'azzardo
Michele Raviart - Città del Vaticano
Aumentano le richieste di annullamento del matrimonio per cause legate al gioco dâazzardo. Pur non essendo un caso specificatamente previsto dal diritto canonico, spesso vengono invocate la mancanza di discrezione di giudizio nel coniuge dipendente dal gioco o lâimpossibilità di rispettare gli obblighi del bonum coniugum. Spiega il prof. Francisco Josè Regordàn Barbero, sacerdote e docente di diritto canonico allâAntonianum, che in questi giorni ha dedicato un convegno proprio alle dipendenze dal gioco dâazzardo. âDi solito si tratta di uomini che nascondono questa problematica prima del matrimonio o persone che hanno problemi di isolamento, che hanno avuto problemi famigliari e trovano nel gioco una specie di via dâuscita apparente ai loro problemi. Sono persone che hanno una carenza emotiva, a volte anche depressione o sono stati testimoni durante lâadolescenza di tanto gioco da parte dei loro genitori, persone che hanno avuto una coesione famigliare debole, che non hanno una consapevolezza forte sul bisogno del risparmio, hanno una bassa autostima, uno stile non sempre adeguato ad affrontare le diverse responsabilità della vitaâ.
Una dipendenza non sempre legata al bisogno di denaro
Secondo lâanalisi del prof. Regordàn la dipendenza da gioco dâazzardo non è strettamente legata a carenze economiche: âÈ vero però che lâazzardo va unito allâidea del guadagno immediato, quindi non si può separare del tutto lâaspetto economico â ci sono tante persone che hanno giocato e avevano tanti soldi, quindi non era un problema di mancanza di denaro - ma credo che non possiamo non tenere conto anche di tutta questa mentalità edonista del nostro mondo, che Papa Francesco denuncia così fortemente, una mentalità che cerca il guadagno senza sforzo.
Non ci sono giocatori, solo clienti
âCredo veramente che la nostra società dovrebbe fare un serio sforzo per legiferare tecnicamente e in modo adeguato su questa realtàâ, conclude il prof. Regordàn. âLa legge parla di gioco dâazzardo e questa è unâincoerenza. Lâazzardo non è un gioco, che ha un ruolo essenziale nella socializzazione dellâuomo. Le persone che partecipano al gioco dâazzardo non sono veramente giocatori. Sono clienti. Poi non câè nessun azzardo, perché sono sistemi complessi di algoritmi che sono assolutamente indirizzati al guadagno di chi organizza lâazzardo. Non câè equità tra la persona che offre e chi gioca. Per quanto riguarda le istituzioni ecclesiali a volte purtroppo un tribunale ecclesiastico è lâultimo punto di arrivo, ma avere veramente una pastorale per guarire e per accompagnare tutti questi processi credo che sia veramente una cosa necessaria perché poi il gioco dâazzardo è un cancro un poâ nascosto, perché è un cancro accettato nel mondo civileâ.
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