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Zuppi: vicini a Francesco. Investire nel cantiere dell’Europa e nella pace

Il cardinale presidente della CEI, introducendo i lavori del Consiglio Episcopale Permanente, esprime la vicinanza della Chiesa italiana al Pontefice ricoverato al Gemelli e invita i cattolici a prendere iniziative concrete di dialogo per la pace, perché non prevalga “la logica delle armi”. Il nazionalismo, ricorda, “è in contraddizione con il Vangelo”. Adorazione eucaristica e preghiera per il Papa

Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

Con il cuore e la preghiera rivolti a Papa Francesco ricoverato al Gemelli, e con il pensiero e l’impegno all’Italia, l’Europa e il mondo, “immerso nella tragedia della guerra”, dove i nuovi, primi passi per la pace, hanno bisogno di “pensieri forti e di credenti capaci di cultura e dialogo”. L’articolata introduzione del cardinale Matteo Zuppi, presidente della CEI, ai lavori del Consiglio Episcopale permanente, aperti oggi pomeriggio, prende il via dall’adorazione eucaristica nella quale i rappresentati dei vescovi italiani hanno pregato per la salute del Papa, “apostolo di pace e spiritualità” anche per non credenti e fedeli di altre religioni, e si articola su quattro temi: Giubileo, Cammino sinodale, pace ed Europa.

Investire nel cantiere dell’Europa

In particolare, toccando l’ultimo tema e legandolo alla più stretta attualità, l’arcivescovo di Bologna sottolinea come i cattolici oggi devono prendere l’iniziativa di “investire nel cantiere dell’Europa, che non sia un insieme di istituzioni lontane, ma sia figlia di una lunga storia comune, sia madre della speranza di un futuro umano, non rinunci mai a investire nel dialogo come metodo per risolvere i conflitti, per non lasciare che prevalga la logica delle armi, per non consentire che prenda piede la narrazione dell’inevitabilità della guerra, per aiutare i cristiani e i non-cristiani a mantenere vivo il desiderio di una convivenza pacifica, per offrire spazi di dialogo nella verità e nella carità”. Insomma, ricordando due neologismi di Papa Francesco, "è l'ora di primerear e non di balconear".

Pace, dialogo e multilateralismo

La via della pace, spiega Zuppi, è sempre quella del dialogo, “che oggi assume anche i connotati del multilateralismo. L’indebolimento delle strutture internazionali diventerà presto per tutti causa di maggiore incertezza e non certo di maggiore sicurezza”. E loda lo sforzo del Governo italiano “di connettere la crescita di responsabilità europea al dialogo intra-occidentale per la ricerca di una pace giusta e duratura e l’indispensabile visione multilaterale nella soluzione dei conflitti”. Chiedendo alle Chiese iniziative concrete per tornare ad essere maestre d’umanità, per mostrare “a noi stessi e al mondo che il Vangelo è ancora vita, una vita bella per tutti”.

Il male del nazionalismo indica nuovi nemici

A ottant’anni dalla fine della Seconda Guerra mondiale sul suolo europeo, il 9 maggio del 1945, il presidente della CEI ricorda come Francesco abbia denunciato che il fantasma di una nuova guerra si aggira ancora, oggi che “il male del nazionalismo veste nuovi panni, soffia in tante regioni, detta politiche, esalta parte dei popoli, indica nemici. Il suo demone non è amore per la patria, ma chiusura miope ed egoistica, che finisce per intossicare chi se ne rende protagonista e le relazioni con gli altri”. E ribadisce che “Il nazionalismo è in contraddizione con il Vangelo”, perché Gesù “morì per tutte le nazioni, senza distinzione di razza e di sangue, divenuto primo dei fratelli della nuova famiglia umana, costituita sopra di lui e sopra il suo Vangelo”. In un’Europa “terra arata dal cristianesimo”, aggiunge, “da credenti siamo a casa nostra nel processo europeo e vogliamo dare il nostro peculiare contributo sull’esempio dei Santi Cirillo e Metodio per un’Europa che può respirare bene solo con i due polmoni”. Un’Europa unita, la sola che può preservare l’umanesimo europeo”.

Promuovere una cultura di pace

Sta alla Chiesa, per Zuppi, “risorsa e speranza dell’umanità”, generare “donne e uomini di pace, perché gente che vive di ascolto della Parola di Dio e che pratica il dialogo” vere “risorse per la società, segnata da solitudine, competizione, conflittualità”. Fedele agli insegnamenti della tradizione, del Concilio che nella Gaudium et spes ha ribadito come Dio “ha voluto che tutti gli uomini formassero una sola famiglia e si trattassero tra loro come fratelli”, e infine dell’Enciclica Fratelli tutti. Il cardinale guarda alla “fragile tregua” su Gaza, alle “guerre all’interno di un popolo, come in Sudan, nel nord del Congo e, nelle ultime ore, in Siria”, Paesi in cui “l’impegno ecclesiale italiano è importante”. E quindi all’Ucraina, “sottoposta a bombardamenti e attacchi sistematici”, e “con attenzione e speranza al possibile dialogo tra Ucraina e Russia”. “Finalmente – sottolinea - si muovono passi per la pace!” ma denuncia anche che “troppo si è disprezzato il dialogo tra governi, mentre le sedi internazionali d’incontro sono state svuotate di significato e prestigio, a partire dall’ONU”. Il presidente della CEI ammonisce che “la parola è decisiva” ma “il linguaggio, quello internazionale e quello della comunicazione, è divenuto molto duro, aggressivo, mirando a colpire o screditare più che a creare le basi del dialogo. Parole come armi e parole senza o con poca verità”. Come ha denunciato il Papa nel suo ultimo discorso al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, per il cardinale “bisogna vincere la babelizzazione dei linguaggi, frutto dell’egocentrismo nazionale, personale e di gruppo”.

Un'altra immagine della preghiera pe ril Papa
Un'altra immagine della preghiera pe ril Papa

La fragilità del Papa, motivo di comunione

L’arcivescovo di Bologna aveva però aperto il suo intervento con il pensiero a Papa Francesco. Dal 23 febbraio scorso, ricorda, è partita “una vera e propria catena di preghiera che continua a livello locale e universale”. L’affetto della Chiesa intera si è concretizzato “nella preghiera spontanea, che si leva dai credenti di tutto il mondo, e dal Rosario serale da Piazza San Pietro, che è diventato ormai un appuntamento popolare di fede e di attaccamento al Santo Padre”. In questa condizione di fragilità, prosegue Zuppi, “la sua figura diventa ancor di più motivo di comunione”. Se “il popolo cristiano lo ama”, sottolinea, “siamo colpiti dal fatto che pure non credenti e fedeli di altre religioni si uniscano all’invocazione per la sua salute, considerandolo un apostolo di pace e di spiritualità”. E fa arrivare al Papa “l’attaccamento e la preghiera dell’intera Chiesa in Italia, perché senta forte la nostra vicinanza filiale insieme con la consolazione del Padre buono, che sempre si prende cura dei suoi figli, soprattutto nei momenti più difficili della vita”.

Il Giubileo e l’attenzione ai detenuti

Riguardo al Giubileo, il presidente della CEI ricorda che “spinge a mettere al centro la memoria grata dei doni di Dio e il rispetto della persona umana e del creato, dei fratelli, soprattutto i più fragili”. E tra le priorità di questo anno giubilare, segnalate dal Pontefice  nella Bolla d’Indizione , sottolinea l’attenzione ai detenuti, rinnovando la richiesta di “iniziative che restituiscano speranza, come forme di amnistia o di condono della pena, volte ad aiutare le persone a recuperare fiducia in sé stesse e nella società, ma anche percorsi di reinserimento nella comunità a cui corrisponda un reale impegno nell’osservanza delle leggi”.

Verso la seconda Assemblea sinodale

Infine sul Cammino sinodale della Chiesa che è in Italia, Zuppi chiarisce che “in un mondo che ha come registro l’ignorante e rozza polarizzazione, l’esibizione della forza come metodo per risolvere i problemi, la tentazione di scalare le classifiche per salvarsi quando sappiamo che questo avviene solo tutti insieme, il Cammino sinodale sta raccontando una possibilità diversa: quella di leggere e capire la realtà e di decidere insieme, nelle varie ma complementari responsabilità, ciò che è meglio per il futuro di tutti e che è chiesto a tutti”. Ricorda che la seconda assemblea è in programma dal 31 marzo al 3 aprile a Roma e in quell’occasione si discuteranno le Proposizioni. Da queste scaturirà il Documento finale, che sarà presentato all’assemblea generale in programma dal 26 al 29 maggio. E conclude che “la dimensione missionaria della Chiesa di domani, che sta emergendo sempre più chiara dal Cammino sinodale, ci invita a vivere queste settimane e i mesi a venire come un tempo di scelte coraggiose quanto necessarie per le nostre comunità, sempre tenendo presente tutta la città degli uomini”.

I lavori del Consiglio Episcopale Permanente

Il Consiglio Episcopale permanente della CEI, in corso nella sede di Circonvallazione Aurelia 50, si chiuderà mercoledì 12 marzo, prevede la presentazione del Documento per la Seconda Assemblea Sinodale, insieme ad alcuni aggiornamenti riguardanti questo appuntamento. All’ordine del giorno anche alcune comunicazioni sul prossimo Congresso Eucaristico Nazionale. A conclusione dei lavori, mercoledì, alle ore 15, sempre presso la sede della Conferenza Episcopale italiana, il segretario generale, monsignor Giuseppe Baturi incontrerà i giornalisti.

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10 marzo 2025, 18:22