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Rifugiati in un centro del Jesuit refugee service Rifugiati in un centro del Jesuit refugee service  (JRS)

Jrs al fianco dei rifugiati nonostante i tagli a Usaid

La recente decisione del governo degli Stati Uniti di sospendere gli aiuti esteri ha scosso le organizzazioni umanitarie, lasciando migliaia di rifugiati vulnerabili in situazioni precarie. Tra le organizzazioni colpite vi è il Servizio dei gesuiti per i rifugiati (JRS), che fornisce supporto e accompagnamento agli sfollati in tutto il mondo

Linda Bordoni - Cttà del Vaticano

«Togliere dignità a un gruppo oggi può portare alla stessa cosa per tutti noi domani»: è una delle riflessioni di padre Michael Schöpf, a colloquio con i media vaticani. Il direttore internazionale del Servizio dei gesuiti per i rifugiati, Jesuit Refugee Service (Jrs), ha commentato così la cessazione improvvisa e immediata dei finanziamenti agli aiuti esteri da parte del governo statunitense, dopo l’insediamento della nuova amministrazione, sottolineando come questa decisione evidenzi un drammatico allontanamento dalla cooperazione multilaterale, sollevando preoccupazioni per l’erosione di un ordine mondiale basato sui valori.

Colpiti 100mila rifugiati

Descrivendo la decisione del governo degli Stati Uniti di sospendere tutti i finanziamenti agli aiuti esteri come una «interruzione molto brusca», Schöpf ha spiegato che essa ha colpito immediatamente progetti destinati a persone vulnerabili in nove Paesi, tra cui Ciad, Etiopia, Iraq e Sud Sudan. Ha inoltre chiarito che tali progetti, con un budget annuale complessivo di 18 milioni di dollari, sostenevano oltre 100.000 rifugiati, principalmente nei settori dell’istruzione, della salute mentale e dell’assistenza d’emergenza. «Abbiamo ricevuto la lettera dal governo degli Stati Uniti il 24 gennaio, in cui si affermava che tutti i nostri progetti erano sospesi con effetto immediato» ha rivelato padre Schöpf. «L’immediatezza di questa decisione non ci ha lasciato alcuna possibilità di prepararci o di organizzare una transizione, il che è estremamente difficile da spiegare ai rifugiati che accompagniamo».

A rischio anche la scolarizzazione

Uno dei programmi più colpiti è l’ampia iniziativa educativa nel Ciad orientale, «un’area molto instabile», dove il Jrs fornisce istruzione a oltre 10.000 studenti e impiega 450 insegnanti. Senza finanziamenti per questi studenti si apre un futuro incerto. Quello che invece è sicuro - ha sottolineato - è che un numero enorme abbandonerà la scuola, esponendosi al rischio di diventare facili prede per i trafficanti. I tagli colpiscono anche il sostegno ai programmi di salute mentale a favore  di circa 500 studenti e le attività dirette a generare reddito per le famiglie.

Il blocco dei finanziamenti

Oltre al Jrs, il blocco dei finanziamenti minaccia l’intero network degli aiuti umanitari, compresi l’Unhcr e altre organizzazioni partner che dipendono dai contributi degli Stati Uniti. Poiché gli Stati Uniti forniscono oltre il 40% degli aiuti allo sviluppo globali le ripercussioni si estendono ben oltre il Jrs. «Questa è solo la prima ondata — ha osservato padre Schöpf —. Una volta che altre organizzazioni decideranno come rispondere al blocco dei finanziamenti, seguirà una seconda ondata di interruzioni. L’intera rete sta soffrendo».

L'abbandono dei valori

Un’altra questione da considerare riguarda la motivazione e la capacità di bloccare gli aiuti, che, ha avvertito Schöpf, rappresentano un allontanamento dalla cooperazione multilaterale da sempre il pilastro degli sforzi umanitari globali. Un tale cambiamento non si limita alla riduzione dei finanziamenti, ma segnala una trasformazione più profonda dell’ordine globale, ha spiegato. «Se diciamo addio al multilateralismo e a un ordine mondiale basato sui valori, non c’è niente che possa sostituirli. Questo significa entrare in un nuovo ordine mondiale, in cui le relazioni transazionali prevalgono sulla dignità umana» ha avvertito il direttore Internazionale del Jrs. Papa Francesco ha ripetutamente messo in guardia contro tali cambiamenti, ha ricordato Schöpf. In una recente lettera ai vescovi statunitensi, ha scritto: «Ciò che si costruisce sulla forza, e non sulla verità della pari dignità di ogni essere umano, comincia male e finirà male».

Sempre al fianco dei rifugiati

Qualunque sia la realtà, il Jrs rimane impegnato ad accompagnare i rifugiati e a fornire aiuto ovunque sia possibile. «Non siamo solo un fornitore di servizi, siamo un’organizzazione che cammina con i rifugiati» ha affermato Fr. Schöpf. «Nei momenti di crisi, restiamo incondizionatamente solidali con coloro che sono costretti a fuggire». Una situazione che spinge a riflettere sulla condivisione delle difficoltà che i rifugiati sperimentano ogni giorno in misura molto maggiore. «Per noi, è importante accettare questa nostra fragilità insieme a loro» ha detto, osservando che, in fondo, è l’esperienza del Natale. «La storia del Natale ci insegna che Dio sceglie deliberatamente di diventare umano, di identificarsi con gli uomini e le donne nelle circostanze più precarie. Penso che questo sia ciò a cui siamo chiamati come Servizio dei gesuiti per i rifugiati» ha concluso. Il Jrs ha lanciato un appello d’emergenza ai propri donatori, sperando di raccogliere tra 1,5 e 2 milioni di dollari per fare fronte alle necessità finanziarie immediate dei prossimi due mesi.

 

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19 febbraio 2025, 14:05