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Turchia, il vescovo Palinuro: “I cristiani al lavoro per abbattere il pregiudizio”

Il vicario apostolico di Istanbul e amministratore apostolico di Costantinopoli, che rivolge una preghiera per la salute del Papa, sottolinea la speranza che il Pontefice possa recarsi in visita nel Paese in occasione dell’anniversario del Concilio di Nicea. “L’impegno della comunità cristiana è di costruire ponti di pace a partire dal dialogo della quotidianità e della ferialità”

Roberto Paglialonga – Istanbul

“La nostra comunità spera di poter accogliere il Papa per celebrare l’anniversario del Concilio di Nicea, così come i fedeli che visitano questi luoghi che sono all’origine della nostra fede. Pertanto, attendiamo che il Santo Padre, una volta recuperate le sue forze, possa venire qui, in maggio per questo momento di grande importanza”. A sottolinearlo, parlando con i media vaticani, in questi giorni in Turchia assieme a una delegazione dell’Opera Romana Pellegrinaggi (Orp) per i 1700 anni del primo Concilio ecumenico a Nicea, è monsignor Massimiliano Palinuro, vicario apostolico di Istanbul e amministratore apostolico dell’Esarcato di Costantinopoli. Dopo aver rivolto un pensiero affettuoso e una preghiera per la guarigione del Pontefice “affinché abbia salute e vita”, il vescovo spiega come “anche il governo turco stia facendo grandi preparativi per rendere il sito archeologico del primo concilio di Nicea accessibile e fruibile da parte dei pellegrini”.

Intervista con monsignor Palinuro

 

Le tensioni internazionali e in Medio Oriente

In questi tempi di grande tensione a livello internazionale, con le tante crisi aperte in Medio Oriente, dal conflitto a Gaza, al cambio di scenario politico in Siria, al clima poco sereno in Iraq, fino al problema dei profughi, molti dei quali ospitati proprio in Turchia, monsignor Palinuro ricorda come “tutta la comunità cristiana, qui, è impegnata ad abbattere i muri del pregiudizio”. Perché, “la storia, di pregiudizi, ne ha costruiti molti, spesso ponendo Oriente e Occidente in conflitto. Pertanto il nostro impegno – sottolinea – è quello di costruire ponti di pace a partire dal dialogo della quotidianità e della ferialità”. In questo momento, poi, la Turchia “come nazione” sta svolgendo un ruolo attivo “di pacificazione e mediazione sia in Medio Oriente che tra Russia e Ucraina”, spiega. “Per parte nostra, stiamo appoggiando questi sforzi anzitutto con la preghiera e con la quotidiana e fraterna costruzione di amicizia, nello sforzo e con l’impegno di abbattere quei muri del pregiudizio che la storia ha purtroppo edificato”.

La storia personale del vescovo Palinuro

Monsignor Palinuro ci parla della sua storia personale e racconta di essere arrivato in Turchia come fidei donum dopo essere stato parroco per 12 anni in un paese in provincia di Avellino. A seguito di un pellegrinaggio sulle orme di San Paolo, proprio nella città dell’“apostolo delle genti”, a Tarso, rimase colpito dalla testimonianza di una suora che gli parlò dell’importanza di tenere accesa anche in quel luogo una lampada davanti al tabernacolo, tanto da sentirsi chiamato a trasferirsi, nel 2011, prima a Smirne, poi a Trabzon e quindi a Istanbul. Si trovò così a vivere, racconta, proprio “dove mai avrebbe pensato”.

Il dialogo ecumenico

In questo territorio è, fin dal suo arrivo, impegnato nella costruzione di relazioni positive con le altre comunità cristiane. “Qui a Istanbul, e in generale in Turchia, il cammino ecumenico è molto avanti rispetto ad altre parti e zone del mondo”, dice. Perciò, “questo luogo può diventare, e di fatto già è, un laboratorio per il cammino di riconciliazione e piena unità tra le varie confessioni cristiane. In particolare poi i rapporti con la comunità ortodossa, guidata dal patriarca Bartolomeo, sono davvero fraterni e nella più profonda sincerità”, conclude.

Con Nicea l’invito a riscoprire la comune fede

L’incontro prosegue con un saluto alla delegazione dell’Orp, guidata da suor Rebecca Nazzaro, direttrice dell’Ufficio per la pastorale del pellegrinaggio del Vicariato di Roma – Opera romana pellegrinaggi, e con l’invito a tutti i cristiani “a riscoprire, proprio con il Concilio di Nicea, la loro comune fede e tutto ciò che li unisce, mettendo da parte gli elementi di divisione, come insegnava lo stesso Giovanni XXIII che a Istanbul, città mosaico di diversità, fu delegato apostolico dal 1934 al 1944”.

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21 febbraio 2025, 12:39